Victoria e Abdul, la sinossi
Siamo verso la fine dell’epoca Vittoriana e, tra i vari regali e omaggi che arrivano da tutto l’impero a Sua Maestà la Regina Vittoria, viene anche inviata una moneta indiana commemorativa, e per “accompagnarla” vengono mandati due rappresentanti della popolazione locale. Uno dei due, Abdul, sviluppa tra lo sconcerto dell’intera corte, un rapporto speciale con la Regina, che durerà molto a lungo, nonostante tutti i tentativi di farlo fallire.
Victoria e Abdul, le nostre impressioni
Il film di Frears ha sicuramente delle motivazioni importanti alle spalle (come accenno anche sotto nelle curiosità dalla conferenza stampa), ossia il rifiuto da parte della società occidentale del diverso, specialmente se viene da un Paese considerato “inferiore” e soprattutto se di religione musulmana. Pur avendo questo nobile intento, il film mantiene una certa leggerezza di fondo, data soprattutto dal taglio intimo della storia tra la Regina e Abdul, che non è assolutamente da confondersi con l’amore, ma è qualcosa di molto più complesso, che va dal rispetto, all’accettazione, al sostegno mutuo e al considerare, ognuno l’altro, come parte fondamentale della propria esistenza.
La storia quindi, grazie a questo lavoro, scorre bene, con pochi momenti di appannamento, che comunque ci sono sempre nei film di Frears, il tutto sorretto da una Judi Dench in ottima forma che riesce a dare profondità al suo personaggio, conferendole molta umanità, che di solito è il tratto che chiunque abbia fatto un film o una serie tv sui monarchi, vuole dare alle figure rappresentate. Qui riesce bene.
Quello che riesce meno bene è sicuramente la parte “emozionale”: il film ci prova, ma non riesce a suscitare più che una blanda empatia coi personaggi che, purtroppo, rimangono un po’ freddi e distaccati, nonostante i tentativi di Ali Fazal che però non possono fare molto.
Victoria e Abdul
Valutazione globale - 6
6
Scorrevole ma non emoziona
Victoria e Abdul, curiosità dalla conferenza stampa
Judi Dench, in questa conferenza stampa di Victoria e Abdul, pur rimanendo molto inglese e molto gelida (M di Bond non è un ruolo, è lei) rimane la mattatrice dell’evento, mantenendo un po’ questo ruolo da Regina, mentre Ali Fazal sembra proprio il simpatico Abdul uscito dalla pellicola. Frears, d’altro canto, sembra invece un pensionato che è appena andato a vedere un cantiere, e ci sarebbe pure rimasto non fosse stato per la conferenza stampa.
Look e comportamenti a parte, la conferenza non è stata ricchissima di domande ficcanti e si è parlato principalmente della veridicità della storia (“tutto vero… più o meno” dice Frears), delle difficoltà ad entrare negli abiti di scena e recitarvi (soprattutto per la Dench) e di qualche altra facezia.
Argomento di maggiore interesse è stato il motivo “politico” alla base di questo film e qui entra in gioco il “convitato di pietra” di questa Mostra del Cinema, ovvero Trump (parole di Frears: “mi sono chiesto, quale sarebbe il film che dà più fastidio a Trump in questo momento? Questo”). L’importanza, per regista e cast di inserire in questo momento una storia di razzismo e accettazione di figure di “immigrati”, specialmente musulmani, è stata vitale per la realizzazione della pellicola.
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