La recensione di Buñuel – Nel labirinto delle tartarughe, il film di animazione che racconta la vera storia di come Luis Buñuel ha realizzato il suo terzo film.
Buñuel: la trama
Spagna, 1932. Il giovane regista Luis Buñuel ha un problema: il suo ultimo film, L’Age d’Or, è stato un flop di pubblico e critica, per non parlare della brutale rottura con il sodale artistico Salvador Dalì. Buñuel si ritrova solo e senza credito per futuri progetti, come il documentario sullo sperduto villaggio di Las Hurdes, poverissimo insediamento nella regione dell’Extremadura. Un aiuto decisivo dell’amico Ramòn Acìn, tuttavia, renderà possibile per Buñuel imbarcarsi in questa avventura. Per Buñuel un’occasione irripetibile per indagare sé stesso e, quindi, definire la propria espressività artistica.
Buñuel: le nostre impressioni
Salvador Simó firma il sentito ritratto animato di uno dei registi più importanti della storia del cinema, pedinandolo in un momento decisivo per la definizione della sua carriera. Il film è tratto da una graphic novel omonima, dove si racconta appunto di Luis, un promettente cineasta che deve ancora trovare la propria voce. Infatti, troviamo un Buñuel in totale crisi creativa, economicamente precario e timoroso di valere nulla senza la figura dirompente di Dalì.
E’ centrale in questa animazione la piena riflessione sul ruolo degli artisti nella società, in particolare dei Surrealisti. Simò è abile nel rendere espressivamente l’esigenza del Surrealismo di esplorare figurativamente i substrati della nostra mente. Il viaggio nella miseria terrificante di Las Hurdes, quindi, è anche un’immersione nel subconscio della Spagna dei primi anni ’30, un Paese irrisolto alla vigilia di una guerra civile. In questi luoghi impervi, sia fisicamente che antropologicamente, con una troupe ristretta, è qui che Buñuel può finalmente andare al cuore delle cose, trovando una propria voce per raccontare la verità. Inoltre, è così facendo che può determinarsi e battersi nel conflitto interiore generato dell’ombra di Dalì.
Ne uscirà un film di estremo realismo come Terra senza pane, un’opera decisiva nell’istruire il suo sguardo dissacrante e distorsore delle rigidità e delle ipocrisie della società.
Simò firma un'animazione elegantissima su un cineasta che ci ha insegnato a vedere con lenti adeguate l'assurdità della società occidentale.Buñuel - Nel Labirinto delle Tartarughe
Valutazione globale - 7.5
7.5
Buñuel: giudizio in sintesi
Tra le varie proposte che stanno offrendo le sale cinematografiche in streaming si fa assolutamente notare questo delicato cartone europeo. É un film che centra tutti gli obiettivi, raccontando alla perfezione le ragioni dell’arte surrealista e il dramma esistenziale di un artista pieno di talento ma alla ricerca del proprio fulcro espressivo. Inoltre, sfido chiunque a terminare la visione senza essere aggredito da una fame pantagruelica verso la filmografia di questo cineasta straordinario. In un’epoca come quella contemporanea dove regna l’impossibilità di leggere la realtà, l’arte surrealista diventa un vaccino prodigioso, in grado di distorcere e ridimensionare le apparenze. Buñuel ci invita a vedere oltre le maschere e gli appannaggi per affrontare l’essenza insicura dell’umanità.
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