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Joker a Venezia 76

Venezia 76: Joker con Joaquin Phoenix narra le origini del grande villain

Il gran giorno dell’anteprima di Joker è arrivato. Il film tanto atteso dal pubblico e dalla critica, qui a Lido e non, è diretto da Todd Phillips e interpretato da Joaquin Phoenix, Zazie Beetz e Robert De Niro.

Joker: sinossi

Gotham City, anni ’80. Arthur Fleck è un uomo che cerca di guadagnarsi da vivere facendo il clown per le strade o negli ospedali, ma il suo sogno è quello di fare stand-up comedy. Per quanto gli sia sempre stato detto che il suo compito nella vita era quello di portare il sorriso nel mondo, egli non riesce a diventare un comico perché non fa ridere nessuno. Affetto da disturbi mentali che lo fanno scoppiare in risate convulse e impossibili da placare, egli vive con la madre malata, in un trasandato appartamento di un quartiere malfamato in una città in cui imperversano il crimine e il disagio sociale. Tale contesto lo opprimerà a tal punto da trasformarlo in uno dei criminali più temibili.

Joker: le nostre impressioni

Raccogliere l’eredità dei Joker portati sui grandi schermi dalla cinematografia mondiale è sempre una sfida accattivante ma anche un fardello non indifferente. Tuttavia, Todd Phillips ha avuto modo di elaborare liberamente la storia delle origini di Joker, di cui si hanno informazioni vaghe e frammentarie nei fumetti. Quello cui siamo abituati dai Joker di Tim Burton o Christopher Nolan è l’immagine di un cattivo spietato e senza freni, di un villain per eccellenza. Ma cosa lo ha portato ad essere così? È la domanda che ha spinto e guidato la realizzazione del film che, per quanto ambientato negli anni ’80, risente fortemente dell’influsso di tematiche contemporanee.

Joker a Venezia 76

La criminalità da strada della quale Joker è sempre stato l’artefice diventa l’origine stessa del personaggio. Il sonno della ragione genera mostri, ci insegna Goya, e lo stesso vale all’interno della società urbana della degradata Gotham City. Nonostante le promesse dei politici, Gotham City cova un disagio sociale diffuso che con i suoi meccanismi perversi finisce per schiacciare violentemente i singoli individui e specialmente i più deboli. Basta nulla per innescare un pestaggio di una persona che viene lasciata indifesa da un sistema socio-politico che taglia fondi per la sicurezza, per la sanità, per l’assistenza sociale. Il film si addentra nei meandri oscuri di questa giungla sociale spietata e crudele, seguendo la figura del disgraziato Arthur Fleck, costretto a sopportare soprusi continui, violenze fisiche e psicologiche, traumi e continue delusioni. A fungere da co-protagonista e da potente presenza scenica e tematica è la risata: quella che Arthur non riesce a contenere per colpa di problemi mentali; quella risata gioiosa e liberatoria che lui stesso desidererebbe suscitare negli altri facendo il comico; quella spietata che i suoi aggressori gli riversano addosso, prendendosi gioco di lui verbalmente, prima di ferirlo fisicamente; e infine anche quella sociale, quella che dimostra come al sistema in realtà non interessi nulla delle persone come lui.

Arthur Fleck è una persona problematica, fragile, oscura, autodistruttiva e soprattutto profondamente sola, dotata di una sensibilità del tutto fuori dal comune. Nel racconto della sua storia viene ripercorsa la sua sofferenza, che sembra non trovar mai pace se non nel generare, a sua volta, altra violenza. L’interpretazione di Joaquin Phoenix è assolutamente sorprendente, in grado di commuovere e far rabbrividire al tempo stesso. Incredibile è la finezza con cui l’attore protagonista conquista lo schermo, incarnando un personaggio che gradualmente si trasforma da vittima in carnefice. Ogni scena è carica di tensione, grazie alla sua maestosa e folgorante presenza scenica ed è supportata a sua volta da una regia che impreziosisce ogni sfumatura del personaggio protagonista, che sprofonda nello stesso male che la società gli ha riversato addosso. Grazie alla storia agghiacciante, alla colonna sonora greve e sontuosa, alla meticolosa costruzione delle scene veniamo trascinati e coinvolti emotivamente in un violento labirinto urbano e mentale che non può far altro che implodere.

Joker

valutazione globale - 7.5

7.5

Un film potente, profondo, straziante e interpretato magistralmente

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Joker: dichiarazioni e curiosità

Alla conferenza stampa erano presenti il regista Todd Phillips e i due protagonisti del cast, Joaquin Phoenix e Zazie Beetz.

Todd Phillips e Joaquin Phoenix hanno raccontato della dedizione con cui hanno costruito nei mesi il personaggio, lavorando a stretto contatto fra di loro in fase di pre-produzione così come in fase di produzione. Gli interventi degli attori sono stati fondamentali e costruttivi fino all’ultimo giorno di riprese: da un lato Zazie Beetz si è dimostrata in grado di portare sostanziali modifiche e contributi alla creazione del suo personaggio, la vicina di pianerottolo di Arthur, dall’altro Phoenix e Phillips hanno lavorato strenuamente all’esplorazione del personaggio, modificando persino più volte la sceneggiatura stessa. Anche all’ultimo, a quanto hanno detto, erano venute in mente nuove idee su scene già girate più volte, tanto che la tentazione di riprendere a girare si era fatta piuttosto forte. Phoenix ha anche pensato alla stesura dei contenuti del diario di Arthur, sul quale il regista aveva dato poche indicazioni, nonostante fosse un elemento piuttosto importante nel film.

Una menzione speciale è stata dedicata alla costruzione della risata, o meglio delle risate di Arthur-Joker, che ricorrono nel film con sfumature diverse a seconda dello stato d’animo in cui si trova il protagonista. A quanto pare, spesso e volentieri Phoenix ha chiesto a Phillips di ascoltarlo, per verificare di essere in grado di riprodurre e modulare quelle risate davanti a qualcuno.

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