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The Elevator

The Elevator: la recensione del thriller italiano su Amazon Prime Video

Tra i vari film e serie tv viste durante questo periodo, spicca tra le novità di Prime Video un thriller italiano uscito in sala lo scorso anno. Si tratta di The Elevator, diretto dal regista siciliano Massimo Coglitore alla sua opera prima dopo il film tv Rai Noi due e i cortometraggi Uomo di carta e Deadline.

The elevator: la trama

A New York, vive e lavora il popolare presentatore Jack Tramell, famoso per il suo tv show, un quiz serale, che fa impazzire gli americani. Un giorno, l’uomo rimane bloccato nell’ascensore, del palazzo dove vive, con una donna misteriosa. Inizia il drammatico confronto tra Jack, uomo di successo dominato dal cinismo, e la donna sconosciuta, affascinante, autoritaria, cinica, ma anche spaesata; una sorta di bionda dark lady, disposta a tutto pur di scoprire la verità su certi fatti e pronta a compiere la sua vendetta. Il blocco dell’ascensore non è casuale e neanche il tempo: è la sera del “labour day”, lungo week end in cui New York si svuota e nessuno potrà aiutarli. Jack è accusato da lei di un gravissimo crimine. Ma qual è la verità? Chi è il vero colpevole? Jack per una notte diventa ostaggio e “concorrente” del sadico quiz della donna. Tutto in tempo reale. Due personaggi alle prese con i propri segreti in uno spazio claustrofobico, l’ascensore, che diventa metafora di espiazione delle proprie colpe.

The elevator: le nostre impressioni

Una scena di The Elevator

La sfida di Coglitore era sicuramente quella di come far rimanere incollato alla poltrona lo spettatore per 90 minuti. La sfida è stata vinta col massimo dei voti e colpisce come un film di così alto spessore tecnico e di qualità, non abbia avuto la visibilità che meritava. L’ansia si fa strada per seguire le sorti di Jack Tramell ostaggio di una sadica donna dentro un ascensore. Chi ha visto il film capisce con facilità i motivi che hanno spinto al paragone con Alfred Hitchcock. E se questo per qualcuno non fosse abbastanza, il regista si lancia in diversi virtuosismi – al servizio del racconto – di macchina per tenere alta l’attenzione in un campo così striminzito.

La tensione cresce anche se lo spazio è ridotto e non ne sentiamo il limite ambientale. Complimenti alla prova di resistenza e alla bravura di James Parks legato quasi per tutto il tempo (noto per i film di Quentin Tarantino). Dal lato dei cattivi, con molte sfumature, la bravissima Caroline Goodall che lascia senza fiato. Insomma due grandi attori di Hollywood al servizio di un regista italiano. Un progetto dove funzionano le basi di un certo modo di fare cinema dalle quali non si potrebbe e dovrebbe prescindere: attori, sceneggiatura, fotografia, montaggio, suono, musica e regia. Un altro pregio non da poco del film è quello di scorrere con diversi cambi di direzione verso l’epilogo, del cui colpo di scena, glissiamo volentieri per evitare spoiler.

Coglitore gira un thriller di raffinata fattura con picchi insperati, riuscendo a rendere l’unica ambientazione luogo vibrante e perfetto per la tensiva lotta tra vittima e carnefice. Con una raffinata gestione delle inquadrature e della recitazione il regista mette in scena una partita a scacchi mortale, sempre più incerta e carica di suspense, amalgamando il contesto di genere ad una lettura più ampia capace di indagare diverse tematiche. Dal senso di sicurezza di una Nazione in cui niente è ormai più sicuro, ben testimoniato dai titoli di testa durante i quali scorrono le apparentemente rassicuranti immagini dello skyline newyorkese, con una musica allegra di Frank Sinatra, fino ai pericoli che questi inizia a rappresentare, seppur in maniera involontaria, nei confronti del recluso Jack.

Una scena di The Elevator

Con citazioni che guardano sia al mondo filmico che a quello letterario il film convince e avvince sia dal punto di vista stilistico che da quello attoriale, con due intensi e sempre credibili James Parks e Caroline Goodall. A supporto dei due attori, un sempre verde, nonostante l’età, Burt Young nel ruolo di un guardiano distratto. The Elevator è un film più di suspenceche horror. Le scene cruente non sono mai mostrate, o comunque fuori dal campo visivo dello spettatore, come il buon Haneke insegnò con Funny Games. Lo svolgimento della trama ci conduce in una continua attesa verso il prossimo avvenimento, e l’alternanza degli eventi è riempita dall’interessante evolversi delle relazioni tra i personaggi: la paura iniziale cede rapidamente il posto ad una ragnatela di sospetti, odi, accanimenti, violenze. La metamorfosi dei rapporti umani è accelerata dallo spazio isolato e ristretto e dalla situazione ad alto tasso di stress, una combinazione che spesso ricorda La morte e la fanciulla di Roman Polanski, e i reali meccanismi psicologici che entrano in gioco. E poi, per chi le ama, c’è tutta una serie di riflessioni filosofiche, esistenziali e religiose a portata di mano. L’essere umano, di base, ha un’indole buona o cattiva? Come si collocano nel puzzle le meccaniche della tentazione? Ci sarà sempre data la possibilità di tornare nella giusta strada? Chi decide quando il tempo del pentimento è terminato? Come ci si difende dal cinismo che si acquisisce nell’assistere alla sofferenza delle persone amate? Gli spunti sono più che abbastanza per essere un semplice thriller soprattutto per chi è particolarmente fertile a certi temi.

The Elevator

Valutazione globale - 7

7

Un thriller di raffinata fattura con picchi insperati

User Rating: 4.68 ( 2 votes)

The elevator: un giudizio in sintesi

The Elevator è la conferma che il cinema di genere in Italia si può fare e fare anche bene. Non molto calcolato in Italia causa una pessima distribuzione, si prende un’ottima rivincita uscendo con successo in altre nazioni, Spagna, Germania, Russia, Asia, America etc, diventando in poco tempo uno dei film di genere più piratati nel web e posizionandosi tra i dvd thriller più venduti. Il film attualmente si colloca nella posizione 130, del famoso sito cinematografico americano Ranker, tra i migliori thriller di tutti i tempi.

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