È disponibile dal 11 maggio, Un buon trip: avventure psichedeliche, il nuovo documentario del regista e sceneggiatore americano Donick Cary, che affronta il tema delicato dell’utilizzo degli allucinogeni.
Un buon trip: avventure psichedeliche: la trama
Alcune celebrità del calibro di Sting, Sarah Silverman, Carrie Fisher, Ben Stiller e molte altre, raccontano le loro esperienze positive e negative con sostanze stupefacenti, attraverso divertenti ricostruzioni e scene d’animazione.
Un buon trip: avventure psichedeliche: le nostre impressioni
Il regista e sceneggiatore Donick Gray decide di cimentarsi nel suo primo lungometraggio con uno di quegli argomenti “da prendere con le pinze”, affidando la parola ad una carrellata di artisti celebri fra musicisti, attori e chef. Il risultato è un’operazione pienamente azzeccata.
Un buon trip: avventure psichedeliche si interseca su diversi piani: c’è una forte e sana ironia, ci sono le testimonianze in presa diretta, e c’è soprattutto l’aspetto scientifico.
Le interviste vengono intervallate da degli squisiti frammenti d’animazione, che mostrano in chiave psichedelica il trip di ciascun personaggio. Ci sono poi scene e siparietti spassosi, come la messa in scena in salsa umoristica delle vecchie pubblicità progresso contro le droghe e il pericolo che esse rappresentano per i giovani. Così come sono imprescindibili le voci di medici e psichiatri, che analizzano l’aspetto clinico delle droghe allucinogene, di cui si parla ormai da anni su un loro possibile utilizzo terapeutico per curare disturbi gravi come, ad esempio, la depressione.
Il tutto è mostrato con estrema imparzialità. Le voci delle star non propendono né a favore né contro LSD o affini, ma si limitano a raccontare le loro esperienze in base alle circostanze in cui si trovavano, nel momento dell’assunzione, e alle proprie emotività. L’autore, dal canto suo, fa in modo che il racconto si dipani senza lasciare nulla al caso e, ancor più importante, senza trascurare mai il quadro d’insieme. Il coraggio lucido e ponderato con cui il regista tratta di questo tema, e che inevitabilmente porterà più di uno spettatore a storcere il naso data l’enorme complessità dell’argomento, è meritevole di un plauso e di un’elevata considerazione all’interno del palinsesto Netflix.
Divertente, provocatorio, psichedelico.Have a Good Trip
Valutazione globale - 7
7
Un buon trip: avventure pscichedeliche: giudizio in sintesi
Un buon trip: avventure pscichedeliche è un’opera prima intelligente e riuscita, sempre allegra, mai polemica e mai superficiale, che parla di un argomento spesso tabù, in assoluta libertà, senza mai cadere nel tranello del giudizio morale o della presa di posizione. Un esordio senza dubbio vincente per Donick Gray.
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