Sarà disponibile dal 12 settembre su Netflix il film di Alessio Cremonini Sulla mia pelle, incentrato sugli ultimi 9 giorni di vita di Stefano Cucchi. Con Alessandro Borghi, Jasmine Trinca e Max Tortora.
Sulla mia pelle: la sinossi

Sulla mia pelle: le nostre impressioni
La vicenda che ha riguardato la morte di Stefano Cucchi è una di quelle a cui nessuno è rimasto indifferente. L’Italia, all’epoca, si divise tra chi restò indignato per le violenze perpetrate da coloro che dovrebbero avere a cura la nostra sicurezza, e quelli che invece volevano vederci più chiaro. Fatto sta che Stefano, quella notte di fine ottobre del 2009, trovò la morte su un letto di una clinica carceraria.

Il film si regge quasi completamente sulle spalle di un gigantesco Alessandro Borghi, qui nel ruolo della sua maturità artistica, perfettamente raggiunta. Borghi si cala completamente nei panni di Stefano, arrivando ad imitarne alla perfezione anche la voce (la riprova è nel filnale, sui titoli di coda, quando si sente l’audio originale della prima udienza di Stefano in tribunale). Ottima la prova anche del cast di contorno, a cominciare da una Jasmine Trinca, nelle vesti della sorella Ilaria, perfettamente in parte, e un inedito ma convincente Max Tortora.
Al termine di Sulla mia pelle si arriva esausti, inevitabilmente commossi, con il groppo alla gola. Si vorrebbe tornare indietro, a 9 anni fa, per cercare di capire come sia stato possibile che un ragazzo sia stato preso in custodia dallo Stato in buone condizione e riconsegnato dopo 9 giorni alla famiglia morto.
Una ferita ancora apertaSulla mia pelle
valutazione globale - 7
7
Sulla mia pelle: giudizio in sintesi
Sulla mia pelle racconta la delicata e straziante storia degli ultimi 9 giorni di vita di Stefano Cucchi, dal momento dell’arresto per spaccio e detenzione di droga a quando viene ritrovato morto sul letto della sua cella. In mezzo un estenuante calvario, quello vissuto proprio da Stefano, ridotto in pietose condizioni da degli agenti di polizia e quello della sua famiglia, inerte davanti ai mille cavilli burocratici che gli hanno impedito di stare a fianco del loro caro durante la detenzione e ad accettarsi delle sue reali condizioni di salute. Ottima, straordinaria l’interpretazione di Cucchi da parte di Borghi, così come il resto del cast.
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