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Tutti lo sanno: recensione del nuovo film del premio Oscar Asghar Farhadi

Tutti lo sanno è il nuovo film del regista premio Oscar di origini iraniane Asghar Farhadi, che per questo suo ultimo lavoro dirige gli attori hollywoodiani Penélope Cruz e Javier Bardem.

Tutti lo sanno: sinossi

tutti lo sannoLaura (Penélope Cruz) torna da Buenos Aires nella sua piccola cittadina natale in Spagna assieme ai suoi due figli in occasione delle nozze della sorella. Il clima di festa nella bucolica campagna spagnola sembra un’ottima occasione per riconciliare tutti i membri della famiglia e gli amici più stretti. Tuttavia proprio durante la festa di matrimonio accade qualcosa di terribilmente drammatico che manderà in frantumi quel clima di gioia e festeggiamenti, facendo riaffiorare dinamiche familiari tese e risentimenti passati.

Tutti lo sanno: le nostre impressioni 

 

tutti lo sannoIl pluripremiato regista di Una separazione e Il cliente torna sui grandi schermi a raccontare la storia tormentata di una famiglia e lo fa scegliendo il contesto di un piccolo paese spagnolo. L’ambientazione diversa rispetto all’Iran, più volte portato in scena, non impedisce al regista di tratteggiare senza difficoltà i confini di una realtà bucolica spagnola che si mostra solo apparentemente ilare e scandita dai ritmi naturali della campagna. E’ il primo contatto che ci viene offerto del paesino natale di Laura, una facciata bella come quella della chiesa restaurata dal suo generoso marito (Ricardo Darín), dietro la quale però si celano meccanismi veri e propri non per forza impeccabili come quelli dell’orologio del paese.

I ritmi, la routine, l’apparente serenità generale che ci viene proposta dalle scene iniziali e che invoglia lo spettatore a bucare lo schermo per prendere parte alla serata di festa vengono turbati dopo l’arrivo di Laura, dall’arrivo di Laura, dalla terribile difficoltà che le si riversa addosso, da un passato che nonostante tutto riemerge. Il cambio di marcia narrativo e stilistico è ben congegnato e ben gestito dal regista iraniano, che con grande abilità snocciola le reazioni della ristretta comunità, sia familiare sia del villaggio. La portata violenta e inquietante che risiede nell’assoluto “tutti lo sanno”, principio cardine di ogni paesino sperduto che si raccomandi, è il cuore pulsante del film. Tutti sanno, tutti vengono a sapere, anche se (e soprattutto se) si tratta di segreti, tutti ricordano una parte del passato controverso, le ferite, le vergogne, gli affronti.

tutti lo sannoTuttavia, se il film ruota attorno a questo principio, rischia di vacillare proprio intorno ad esso, proprio davanti alla domanda scomoda cui un cittadino omertoso può non rispondere, ma a cui la sceneggiatura dovrebbe dare una risposta: come mai tutti lo sanno? Nonostante buona parte del colpo di scena sia prevedibile con ampio anticipo, ci è concesso di dubitare per buona parte del film su chi sia il responsabile di ciò che accade durante la festa, su chi sia l’artefice. Eppure, anche quando la soluzione viene esplicitata, non viene chiarito come l’informazione a monte di tutto sia diventata di dominio del “tutti lo sanno”, un dettaglio non marginale che viene lasciato un po’ scomodamente in sospeso. E se da un lato la tragica vicenda iniziale fa emergere dinamiche familiari ed economiche messe per lungo tempo da parte ma mai dimenticate, sarebbe forse stato interessante vedere un approfondimento maggiore sui rapporti di potere che motivano effettivamente l’azione.

Tutti lo sanno

valutazione globale - 6.5

6.5

Un dramma familiare gradevole, ma senza lode

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Tutti lo sanno: giudizio in sintesi

tutti lo sannoTutti lo sanno risulta essere più un dramma familiare che un thriller vero e proprio, ma ciò non va ad intaccare le qualità del film. Per quanto la suspense non sia particolarmente marcata, si tratta di un film che si fa apprezzare, un film drammatico interpretato da attori di grande talento che possono fare sfoggio della loro bravura. Anche la scelta stilistica della macchina a mano ci permette di entrare nel vivo della vicenda, di vivere la storia dall’interno, assieme ai personaggi, affianco a quei paesani che parlano, straparlano e sparlano. Nonostante qualche inciampo di sceneggiatura che non ci aiuti a darci spiegazioni sufficienti su alcuni elementi narrativi, il nuovo lavoro di Farhadi è gradevole, ma rimane un prodotto minore rispetto alla sua brillante filmografia.

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