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Finding Your Feet

Finding your feet: recensione del film d’apertura del Torino Film Festival 35

Il Torino Film Festival del 2017 si apre ufficialmente con la prima mondiale del film Finding your Feet, del regista britannico Richard Lonocraine, famoso per (soprattutto) Riccardo III e per Wimbledon. Un nome importante come prima mondiale per una piazza come Torino, ma un film deludente

Finding your feet, sinossi

Finding Your FeetInghilterra, ai giorni nostri, una donna scopre che suo marito la tradisce con una sua cara amica e lo scopre nel giorno del suo pensionamento. Si vede così costretta ad andarsene da casa, dal lusso in cui vive, per andare nell’unico posto in cui può essere accolta: dalla sorella povera, alternativa, ma che tra gioie e dolori le insegnerà nuovamente ad apprezzare la vita e a non farsi scappare la possibilità di essere felice e se stessa di nuovo.

Finding your feet, le nostre impressioni

Finding your feet è un film brutto, ma più che brutto in sé (è pure quello), lo è soprattutto per essere il film d’apertura di un Festival cinematografico. Certo, ci si arriva col nome e non è in concorso, però qualcosina in più è giusto aspettarsela da un regista come Loncraine e con un progetto che ha attori come Thimoty Spall.

Finding Your FeetIl film, riassumendolo brevemente, è una favoletta natalizia, di quelle da piazzare sotto l’albero, il sabato pomeriggio, nelle TV generaliste, come riempitivo del palinsesto. Va alla caccia della moda del momento, ovvero l’effetto “non è mai troppo tardi” e quindi le commedie geriatriche che ultimamente sono decisamente sulla breccia. Contiene anche qualche battuta o situazione divertente, anche se più all’inizio, poi diventa ripetitivo, e gli attori fanno il lavoro migliore possibile con il materiale che hanno, però è troppo banale, troppo scontata.

Un qualsiasi spettatore, mediamente smaliziato, dopo 5 minuti di film ha già capito tutto di cosa succederà nel film, perché le svolte sono annunciate, palesi, come cartelli stradali e si intravede già l’andazzo generale che purtroppo non viene smentito nel prosieguo del film: ricchi coi soldi che non sanno godersi la vita, chi i soldi non li ha invece la vita la sa apprezzare e quindi può insegnarlo agli altri, la bellezza delle cose semplici ti aiuta a ritrovare la felicità e riscoprire te stessa, ci saranno difficoltà e tragedie, ma tutto questo ti rafforzerà e alla fine sarai veramente felice. Le scene girate a Roma, ad una fantomatica Biennale romana, sono di una superficialità e scorrettezza imbarazzanti.

Finding Your FeetTutto di una banalità sconcertante, tutto prevedibile con ore di anticipo, non c’è nessuna situazione o svolta che spiazzi e ci sono infilati pure due o tre plagi a caso (uno a 4 matrimoni e un funerale e uno a Il laureato),un lavoro svogliato dello sceneggiatore e dei produttori che non hanno preteso nulla di più di uno stupido compitino, una regia che non si sforza di essere meglio di una soap pomeridiana, attori che loro, almeno, cercano di fare il possibile, ma non si può predicare nel deserto.

Finding your feet

valutazione globale - 4

4

Banale e scontato

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Finding your feet, un giudizio in sintesi

Il giudizio più sintetico possibile, potrebbe essere: risparmiatevi i soldi del biglietto, però dobbiamo dire che se una persona cerca uno svago puro, con qualche battuta frizzante, durante il quale è possibile spegnere il cervello per un ora e mezza, ecco, questo film potrebbe anche andare bene. In tutti gli altri casi, eviterei.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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