Il TFF36 si è animato d’improvviso a ritmo di heavy metal finlandese con il film Heavy Trip, dei due registi finlandesi Juuso Laatio e Jukka Vidgren, presentato nella sezione After Hours.
Heavy Trip: sinossi
Turo è un ragazzo che vive in uno sperduto paesino della Finlandia e lavora come infermiere in un ospedale. È timido e viene preso in giro da molti ragazzi della zona, fra le altre cose, per via della sua inusuale acconciatura con capelli lunghi. Come unica valvola di sfogo e gioia, canta in una band heavy metal amatoriale con i suoi amici più stretti. Quando si presenterà l’occasione di andare al festival heavy metal più importante della Norvegia, la band verrà accesa da un’inedita motivazione a osare di più.
Heavy Trip: le nostre impressioni
Heavy Trip racconta una storia molto semplice, senza pretese, ma riesce a creare un’atmosfera di ilarità incontenibile grazie ad una comicità spinta agli estremi dell’assurdo. È la storia di una band amatoriale fuori dagli schemi rispetto al contesto della cittadina finlandese in cui si trovano. Turo e i suoi amici sono dei completi outsiders, gli eccentrici incompresi e timidi, sia nella vita sia nell’esperienza musicale, che hanno coraggio di suonare la loro musica soltanto nello scantinato del mattatoio di renne gestito dal padre del chitarrista della band. Un dettaglio molto macabro, sì, ma è il primo di una lunga serie in grado di delineare e ironizzare sul cliché estremo dei metallari, quelli coi capelli lunghissimi, pallidi, amanti delle tematiche lugubri e mitologiche, vestiti di pelle e borchie, quelli che amano l’esagerazione, l’alta velocità, le sfide estreme e tutto ciò che è abietto, misterioso, raccapricciante.
Ed è con questo equilibrato attrito tra la compostezza tipicamente finlandese e il genere di musica in questione che prende forma un film che fa ridere in continuazione, una commedia screwball e slapstick nell’inedito contesto finlandese, così poco conosciuto ai più. I personaggi sono presentati in tutta la loro svitata personalità, riconfermata dalle imprevedibili azioni e dai progetti azzardati che mettono insieme. All’interno di questa bomba ad orologeria comica che degenera sempre più in maniera originale e spassosa verso la fine ricalcando gli stereotipi ma tematizzandoli in un quadro sociale più completo di quello che potrebbe apparire superficialmente, si inseriscono i personaggi-tipo La ragazza che piace a Turo, chiaramente bionda e raffinata, gestisce un negozio di fiori, nulla di più lontano dalle abitudini musicali del protagonista, ma molto più vicino alla sua bontà d’animo; e l’antagonista vero e proprio, un musicista pop che ha avuto un po’ di successo, arrogante, invaghito della stessa ragazza, che cerca di contrastare i timidi progetti di Turo, sia sentimentali sia musicali.
Con un succedersi di situazioni assurde, personaggi improbabili, trovate ironiche e battute spassose, Heavy Trip si rivela una vera sorpresa, una boccata di aria fresca, un po’ delirante, che gioca agilmente sugli stereotipi strappando delle sincere risate. Intrattiene con qualche occhiolino a film molto eterogenei, da The School of Rock a Thelma e Louise, passando per gli estremi di una moderna società scandinava variegata e comica, fatta di adorabili negozietti, di militari annoiati a guardia di un confine dove non passa nessuno e di concerti heavy metal.
Heavy Trip
valutazione globale - 7
7
Una commedia esilarante che gioca con e sugli stereotipi, musicali e sociali
Heavy Trip: giudizio in sintesi
Una delle maggiori sorprese della 36a edizione del Torino Film Festival, dalla Finlandia giunge il ruggito heavy metal di Heavy Trip, un film leggero e che diverte divertendosi con gli stereotipi, da quelli sull’algida personalità scandinava a quelli sui musicisti heavy metal. Il film racconta con trovate assurde ed esilaranti una storia semplice e facilmente godibile, offrendo un quadretto paradossalmente completo di una società nordica dai mille volti. I personaggi sono semplici, ma spinti agli estremi e la loro interazione nel contesto della compostezza finlandese strappa sorrisi e risate sincere e spensierate dal pubblico. Sperando che questo film possa un giorno raggiungere i lidi italiani, auguro ai lettori, anche non amanti del genere heavy metal come la sottoscritta, di riuscire a vederlo in qualche modo, per passarsi un’ora e mezza di divertita spensieratezza.
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