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Il castello di Happy New Year, Colin Burstead

Happy New Year, Colin Burstead: il tragicomico film di Ben Wheatley al TFF36

Ben Wheatley, realizzatore e montatore di Free Fire (2016), film con Sharlto Copley, Brie Larson, Armie Hammer e Cillian Murphy che aveva chiuso le danze della 34° edizione del Torino Film Festival, torna nel capoluogo piemontese proponendo Happy New Year, Colin Burstead, un tragicomico film familiare.

Happy New Year, Colin Burstead: sinossi

Colin Burstead con il padreColin Burstead in occasione della vigilia del nuovo anno decide di festeggiare con una reunion di famiglia in un lussuoso castello in pieno stile british sulla costa, nonostante le tensioni familiari si nascondano proprio dietro l’angolo. La notizia dell’invito a sorpresa di suo fratello David da parte della loro sorella, il quale non ha dato sue notizie per cinque anni, non farà che mandare su tutte le furie Colin e inasprire i rapporti già molto precari della loro numerosa, complessa famiglia.

Happy New Year, Colin Burstead: le nostre impressioni

Una scena da Happy New Year, Colin BursteadBen Wheatley torna con grande energia, anche se forse non con la stessa incisività, a proporre un argomento che potrebbe ricordare, in senso lato, quel serrato scontro a fuoco che aveva proposto in Free Fire. La differenza sta però nel fatto che la situazione di fondamentale stallo in cui i protagonisti si sparano verbalmente è il contesto familiare, molto meno gioioso di quanto dovrebbe essere nel clima di festeggiamenti per il nuovo anno. Come ci insegnano i maestri del cinema scandinavo contemporaneo Lars von Trier e Thomas Vinterberg, la famiglia è tutt’altro che un luogo accogliente e accomodante, con i suoi diverbi interminabili e i suoi brutali non detti. E in effetti l’estetica del nuovo film di Wheatley deve molto a film come Melancholia (2011) e, soprattutto, a Festen (1998), primo film del movimento Dogma.

Da Festen tuttavia, e per fortuna, Wheatley estirpa il lato più violento e gli aspetti più propriamente drammatici, sostituendoli con un tocco molto più British, ironico, tagliente e più aereo del modello danese. Grazie a questa scelta il film, pur proponendo una trama senza sviluppi particolarmente eclatanti, snocciola le complesse relazioni familiari in modo serrato e ironico, con un montaggio che salta da un personaggio all’altro, da una stanza all’altra del castello sulla cosa in cui i personaggi si ritrovano. L’eco maggiore al modello danese è evidente nell’uso insistente della macchina a mano, che riprende i personaggi in maniera dinamica, scomposta, nella situazione scomoda nella quale si ritrovano loro malgrado. Fortunatamente però, il montaggio molto rapido permette di alleggerire un po’ la tecnica che definisce per eccellenza il movimento Dogma nonché la trama in sé.

Joe Cole in Happy New Year, Colin BursteadCosì, saltando da un personaggio all’altro, da una discussione ad un’altra, ricostruiamo gradualmente le motivazioni delle tensioni familari che emergono dal battibecco generalizzato che travolge il castello, gestito da un ex nobile iperstressato. Emergono relazioni passate, dissapori, diverbi mai dimenticati cui si uniscono ad altri nuovi e inaspettati. Se siete disposti a relativizzare l’incombente appuntamento natalizio con i problemi di una famiglia borghese dell’Inghilterra contemporanea, questa potrebbe essere una buona occasione per farsi anche due (a tratti amare) risate.

Happy New Year, Colin Burstead

valutazione globale - 6.5

6.5

Un "Festen" più ironico e aereo

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Happy New Year, Colin Burstead: giudizio in sintesi

Una scena da Happy New Year, Colin BursteadBen Wheatley a ridosso dei consueti ed imperdibili impegni familiari natalizi, offre un quadro tragicomico di una numerosa famiglia inglese che si riunisce per festeggiare l’arrivo dell’anno nuovo, ma che deve fare i conti con le tensioni passate e presenti. Il montaggio e l’ironia sono la chiave di volta per rendere godibile e apprezzabile un lavoro che molto deve a Festen di Thomas Vinterberg, dal quale vengono eliminati (per fortuna) gli elementi più scabrosi e violenti che caratterizzano il film danese. Con energia, anche se meno incisiva rispetto al precedente Free Fire, e agilità tecnica, Happy New Year, Colin Burstead intrattiene con una famiglia esageratamente disomogenea a causa di conflitti interni interpersonali, divertendo con quel tocco British che rende apprezzabile una trama senza grossi risvolti sorprendenti.

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