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Mi obra maestra

Duprat al Lido con Mi Obra Maestra ritrova la magia de Il cittadino illustre

Nel 2016, anno in cui grandi film sono passati per la mostra di Venezia, Duprat portava il suo Il Cittadino Illustre, film che trovava grandissimo apprezzamento e che portava a casa una Coppa Volpi per il protagonista Oscar Martinez. Ora Duprat torna al Lido con Mi Obra Maestra, che però non trova posto nella selezione ufficiale, ma solo nel Fuori Concorso.

Mi Obra Maestra: la sinossi

Mi obra maestraArturo (Guillermo Francella) è un gallerista d’arte dai modi ammaliatori, sofisticato e talvolta senza scrupoli. È il proprietario di una galleria nel centro di Buenos Aires, città che lo affascina. Renzo (Luis Brandoni) è un pittore scontroso, quasi selvaggio, ormai in forte declino.

Detesta il contatto umano ed è al limite dell’indigenza. Il gallerista e il pittore sono legati da un’antica amicizia, ma non hanno praticamente nulla in comune. Il fatto di avere mondi e idee diametralmente opposti genera tra i due forti tensioni e discussioni. Ma nonostante le differenze sono grandi amici. Il film racconta la storia improbabile e pazza di questa amicizia

Mi Obra Maestra: le nostre impressioni da Venezia 75

Nel suo precedente lavoro “veneziano”, Duprat metteva alla berlina il mondo della letteratura e raccontava di come la “fame” di scrivere storie potesse cannibalizzare tutto ciò che c’è nella vita di una persona. Quest’anno con Mi obra maestra, non si discosta moltissimo dal tema, anzi, ne fa una riedizione in cui il bersaglio principale è un altro tipo di arte, la pittura e quanto si sia trasformata in “evento” nel mondo moderno, usata come pretesto per parlare in modo più profondo dell’animo umano.

Mi obra maestraIl modus operandi dell’autore però resta il medesimo, con trame intricate che si aggrovigliano su se stesse, un tentativo di far guardare lo spettatore da una parte e far andare la storia dall’altra, e soprattutto la spumeggiante e irriverente ironia cruda e cinica che permea l’intera pellicola.

Oltre alla brillante scrittura, soprattutto dei dialoghi, un valido aiuto viene da una coppia di protagonisti che si rivelano eccellenti, quei Guillermo Francella e Luis Brandoni, che hanno un affiatamento davanti alla macchina da presa così fluido e naturale da risultare essenziale per i tempi comici della storia.

L’unico appunto che ci sentiamo di sottolineare per questo film è il fatto di avere troppe cose in comune con la pellicola veneziana precedente, nonostante il cambio di storia e di sviluppo, quantomeno nel rimanere ancorato alle fondate critiche all’arte e alla sua modernità.

In ogni caso, commedie intelligenti, intriganti e colte, ma che sappiano far ridere, mentre parlano di argomenti profondi e legati alla semplicità dell’animo umano ce ne sono poche in giro e Duprat, con questi suoi ultimi due film ha fatto segnare sicuramente il suo nome in questa ristretta cerchia. Meriterebbe sicuramente più spazio anche nel nostro Paese e ci auguriamo che prima o poi sia possibile.

Mi obra maestra

Valutazione globale - 7.5

7.5

Divertente, irriverente, profondo

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Mi Obra Maestra: dichiarazioni e curiosità da Venezia 75

Mi obra maestraDuprat ha affermato che questo film non solo va a fare una critica, con la sua consueta firma ironica, al mondo glamour e affaristico che si è creato intorno al mercato moderno dell’arte, ma vuole essere anche un’indagine su fino a dove si possono spingere arte e amicizia e su quali siano il loro potenziale e limiti.

Il cast si è presentato numeroso alla prima ufficiale ed ha dimostrato un’unità e un’emozione molto grandi, mentre si abbracciavano felici tra gli applausi scroscianti della sala. Il film forse, a nostro giudizio, avrebbe meritato maggior risalto nella sezione principale e con una più sensata programmazione al Lido ma, visto che purtroppo i bei film di Duprat faticano notevolmente a trovare sale che li propongano nel nostro Paese, meglio questo di niente.

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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