Questa settimana è arrivato nelle sale cinematografiche Deadpool 2, il nuovo capitolo della saga dell’anti-eroe, distruttore della quarta parete che si è inserito sin dal primo film a lui dedicato nell’universo Marvel in modo tutto suo. Diretto da David Leitch, il film rivede Ryan Reynolds nei panni del mutante e Josh Brolin come il nuovo cattivo incompreso Cable.
Deadpool 2: la sinossi
Wade Wilson/Deadpool è ormai diventato un killer su commissione che gira il mondo per uccidere cattivi, seppur mantenendo una vita più o meno equilibrata con la sua ragazza, Vanessa. In occasione del loro anniversario, tuttavia, la giovane donna viene uccisa da un malavitoso nemico di Wade. L’evento distrugge completamente l’uomo, che tenta di uccidersi. In soccorso arriverà Colosso, X-man scintillante, che cercherà di farlo unire alla sua squadra di supereroi. In occasione di una missione, Deadpool incontra Russell, un ragazzo dai poteri piromani che vive in una struttura sinistra di controllo dei mutanti. Il ragazzo, carico di rancore, è stato puntato dal mutante Cable, venuto dal futuro per fermare il giovane ragazzo, destinato a diventare un terribile assassino. Nel tentativo di fare la cosa giusta, Wade cercherà di salvare Russell, formando una squadra tutta sua di eroi disfunzionali e cercando un punto di contatto con questo nuovo mutante cibernetico venuto dal futuro.
Deadpool 2: le nostre impressioni
La cifra distintiva di Deadpool 2, come lo è stata del primo capitolo della saga dell’anti-eroe per eccellenza, è quella di essere per l’appunto l’eroe meno eroe presentato dall’universo Marvel. Uomo dalle movimentate pulsioni, capace di ogni cosa per le persone che ama, soprattutto per la bellissima anima gemella Vanessa, si trova in questo nuovo film a fare i conti con il dolore, una sofferenza incommensurabile, che all’inizio sembra insuperabile: la perdita della donna amata sembrerebbe porre una battuta d’arresto nelle avventure di Deadpool, che intraprende così un percorso di abbrutimento. Senza perdere però quell’ironia che lo distingue, quei toni dissacranti che rendono il personaggio tanto amato dal pubblico.
Perché sì, nonostante si sia andata a perdere un poco quella componente così tanto nuova quanto scioccante in Deadpool 2, intrattenere e divertire rimangono comunque l’obiettivo principale di questo film. Seppur come afferma Wade stesso in alcuni punti, rivolgendosi direttamente al pubblico “la sceneggiatura è deboluccia”, cosa alquanto vera, per il pubblico è impossibile non ridere e rimanere coinvolti in quello che si vede sullo schermo.
Deadpool 2 si conferma come una novità assoluta nel panorama dei film sui supereroi, come prodotto che agisce senza seguire le regole né dell’universo di cui è figlio d’arte, fatto della solennità degli altri supereroi, né tantomeno quelle della decenza (nonostante le molte scene di sesso, grande novità del primo Deadpool sono completamente scomparse, rendendolo, come dice Wade stesso, “un film per famiglie” intervallato da scene assurde come quella in cui l’eroe è costretto ad aspettare la ricrescita della parte inferiore del corpo completamente nudo dalla vita in giù). In questo Deadpool 2 si è cercato di sottolineare questa componente “controcorrente” in un modo tutto nuovo, inserendo come co-protagonista un attore sconosciuto, Julian Dennison, nei panni di Russell/Firefist: ragazzo in piena pubertà, in carne, si configura come l’anti-cattivo per eccellenza, sia questo dovuto alla giovane età (come può un ragazzino essere cattivo?), sia all’aspetto che i canoni hollywoodiani classici non andrebbero mai a cercare. Questo atto sovversivo in più, che si poggia su quello che è Deadpool 2 già di suo, diventa una critica al sistema cinematografico e ai suoi standard schiaccianti, forse troppo elevati.
Il voler dare un tono moralistico alla storia, grande novità rispetto al primo capitolo, rende Deadpool 2 un po’ più lento, forse meno divertente del primo: Wade, su consiglio dell’amata Vanessa che gli compare in sogno, decide di fare la cosa giusta e salvare Russell da Cable, che vuole ucciderlo per salvare la sua famiglia dalla furia di fuoco che questo porterà nel mondo. Obiettivo nobile, certo, ma era necessario inserire una missione così moraleggiante in un film la cui cifra stilistica è, sarò diretta, l’idiozia, il tono dissacrante, l’eccesso? Alla luce delle ultime uscite Marvel, appartenenti ad un mondo e ad un filone narrativo ben diverso, Deadpool 2 poteva essere una boccata d’aria fresca, più leggero, mirato al puro intrattenimento, soprattutto in seguito ad Avengers: Infinity War (che ha lasciato tutti basiti) e all’ultimo eroe presentato singolarmente, Black Panther, grande novità nel suo genere ma dalla solennità a tratti sonnolenta, a cui Deadpool fa l’occhiolino con il saluto della squadra da lui formata, l’X-Force, tanto simile al saluto di Wakanda. Insomma, seppur sia da considerare questo Deadpool 2 una tappa del percorso di crescita del supereroe, forse tutta questa serietà, espressa ovviamente nelle peculiari modalità che distinguono Wade, non era necessaria.
Tocchi estremamente divertenti sono però la sigla, in pieno stile James Bond e accompagnata dalla voce di Céline Dion, dai titoli di testa irriverenti (“Dagli stessi che hanno ucciso il cane di John Wick“), e quel “Stai zitto Thanos” rivolto a Josh Brolin, “reduce” dall’aver vestito i panni del cattivo distruttore di mondi in Avengers. Come accaduto in quest’ultimo film, Josh Brolin interpreta un cattivo dai contorni labili, che a volte difficilmente può essere definito tale: come Thanos, che è spinto da una ricerca di equilibrio per il bene comune con modi distruttivi, come si può biasimare Cable, che vuole uccidere Russell prima che diventi l’assassino che ucciderà la sua famiglia? Personaggio interessante, Cable a mio parere meritava una presentazione con più spazio, o in questo Deadpool 2 o in un altro film Marvel essendo egli, tra le pagine del fumetto, uno dei mutanti più interessanti (figlio di Fenice e Ciclope, tra l’altro).
Deadpool 2
valutazione globale - 6.5
6.5
divertente ma dalla serietà non necessaria
Deadpool 2: un giudizio in sintesi
Deadpool 2, sebbene abbia perso quella carica dissacrante portata ai massimi livelli, è un prodotto che si lascia vedere volentieri, con momenti piuttosto lenti nella narrazione, che diverte nonostante questo grazie a un Ryan Reynolds brillante, e a un cast che ha reso divertente e apprezzabile la stranezza dei personaggi che appaiono sullo schermo. Sebbene sia lodevole il tentativo di portare una morale, uno scopo nobile nella narrazione del film, Deadpool 2 è un prodotto che ci aspettavamo più “leggero”, più simile al primo, dove la cifra distintiva era per l’appunto quell’idiozia pura e semplice che manca negli altri supereroi.
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