Vedere un sequel di un film come Sicario è cosa piuttosto rara ed è una vera e propria opportunità per l’attore Benicio Del Toro poter esplorare e approfondire il suo personaggio di Alejandro, il killer protagonista del thriller del 2015 di Denis Villeneuve. La sua interpretazione nel Sicario: the Day of Soldado è stata penetrante tanto quanto la sua prima performance.
È un momento importante per la carriera dell’attore, che di recente ha anche recitato in alcuni film da blockbuster quali Star Wars: The Last Jedi e Avengers: Infinity War.
Lo scetticismo di Benicio del Toro
“Quando abbiamo pensato di fare un sequel del film, ero scettico”, dice Del Toro. “Quando ho visionato la sceneggiatura di Taylor [Sheridan], l’ho trovata originale, imprevedibile e sincera. Il personaggio si evolve e il suo viaggio gli restituisce una nuova umanità. Il ruolo è stato anche un ritorno al cinema con cui sono cresciuto e che ho amato.”
Del Toro sul suo amore per il cinema
Il risveglio cinematografico di Del Toro arriva nel 1970, quando il cinema americano non ha avuto paura di mostrare personaggi definiti dalla loro fragilità o temi come quelli “dell’inutilità di sforzo”.
“Non pensavo di fare l’attore finché non sono andato al college e mi sono iscritto a un corso di recitazione “, afferma Del Toro. “Ma già da piccolo mio padre adorava i film di John Wayne. Abbiamo visto insieme molti western e i film di Clint Eastwood. Più tardi è arrivato Eddie Murphy, correvo a vedere i suoi film. Ricordo poi di aver visto il film A distanza ravvicinata con Christopher Walken e Sean Penn. Ricordo di aver guardato Sean Penn in quel film e di aver detto “Questo è quello che voglio fare”.
Del Toro descrive sé stesso come un introverso, qualità interessante data l’eccentricità di molti dei personaggi interpretati dall’attore, da Fenster in The Usual Suspects a Dr. Gonzo in Paura e delirio a Las Vegas.
E anche in Sicario: the Day of Soldado le cose non sembrano essere andate diversamente.
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Fonte: Variety