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10 crime movie degli anni 2000 da non perdere assolutamente

Nessun genere potrà mai illustrare l’evoluzione del cinema meglio del crime movie: da Martin Scorsese a Michael Mann e ai fratelli Coen, da Park Chan-wook a Spike Lee e David Fincher, sono tanti i registi – tra i più interessanti in circolazione – ad essersi cimentati, con il loro personalissimo tocco, nel giallo cinematografico, che negli ultimi decenni ha conosciuto una vera e propria crescita, affermandosi tanto sul grande quanto sul piccolo schermo (basti pensare alle serie I Soprano, The Wire, Breaking Bad, The Night Of, ecc.). Ma vediamo ora alcuni imperdibili titoli che hanno segnato la più recente storia del crime movie.

Zodiac (2007)

CrimeZodiac è uno di quei film che ha visto il suo successo crescere vertiginosamente nel decennio successivo al suo rilascio ufficiale, così tanto che lo troviamo al primo posto in classifica. Una storia sull’ossessione, o meglio, su un’ossessione che riflette una possibile verità che deve essere scoperta. A differenza di quello che succede per la maggior parte dei film basati su una storia vera, il regista David Fincher e lo sceneggiatore James Vanderbilt non hanno avuto bisogno di fondere tutti i dettagli per ottenere una narrazione solida e soddisfacente: al contrario, hanno passato due anni facendo personalmente ricerche e interviste con lo scopo di lavare via ogni impurità dal caso Zodiac, il famigerato serial killer che ha terrorizzato la Bay Area, uccidendo presumibilmente una trentina di persone. Interpretato da Jake Gyllenhaal, Mark Ruffalo, Anthony Edward ed Elias Koteas, Zodiac non si focalizza in modo dettagliato sui fatti, bensì sulle disperate investigazioni che vi ruotano attorno e sul tentativo del giovane vignettista Robert Garysmith (Gyllenhaal) di risolvere l’enigmatica vicenda. Con la collaborazione di Harry Savides, Fincher ha girato le riprese in digitale, cosa che gli ha permesso di evidenziare le risorse di questo mezzo, in una pellicola incentrata sulla ricerca affannata di dettagli, nella cupa atmosfera di fotogrammi resi bruscamente statici e composti.

Non è un paese per vecchi (2007)

CrimeIl capolavoro dei fratelli Coen Non è un paese per vecchi combina l’intensità claustrofobica tipica dei più aggressivi crime movie con la vena malinconica dei film western, dal cui connubio nasce un qualcosa di veramente singolare. Come tutti i migliori lavori dei Coen, il film non pone al centro l’atto di violenza, ma preferisce focalizzarsi sugli sviluppi e le conseguenze che ne derivano. Qui, il destino porta tra le mani di Llewelyn Moss un borsellino pieno di soldi, ottenuti con un affare di droga andato terribilmente male: reagendo di istinto, decide di tenerlo per sé e questa scelta fatale fa sì che il sicario Anton Chigurh entra nella sua vita. Si tratta di una pellicola paziente e violenta al tempo stesso, una pellicola che fa riflettere, poiché studia le dinamiche dell’atto decisionale e le circostanze che aggrovigliano e determinano il nostro futuro. Non si assiste mai al crimine, perno della storia, ma le sue conseguenze sono avvertite in modo così acuto che siamo portati a riconsiderare ogni scelta fatta, capace di cambiare le nostre vite: è proprio questo che lo rende, senza ombra di dubbi, uno dei migliori film dei Coen.

La 25a Ora (2002)

CrimeFuggire dagli effetti nefasti che gli attentati dell’11/09 hanno provocato nella nostra cultura sembrerebbe impossibile, tanto che Hollywood non ha mai saputo veramente come affrontare un evento così tragico per incorporarlo in modo inedito in un film, senza renderlo troppo narrativo. La 25a Ora di Spike Lee si basava su un libro e su una sceneggiatura che David Benioff, uno dei creatori de Il trono di spade, aveva scritto prima l’11/09. Gli attacchi del 2001 hanno trovato spazio nello script quando Lee stava preparando il film, li ha inseriti solo in un secondo momento per adattarli alla storia di Monty (Edward Norton), alle prese con il suo ultimo giorno di libertà prima di una reclusione di sette anni. New York è sempre molto più di un mero sfondo nei film di Lee, e in questa pellicola, in particolare, rappresenta un universo narrativo all’interno del quale i personaggi che lo abitano non così sono sicuri del fatto che una ferita aperta potrà mai essere curata. Lee non cerca di contestualizzare o fornire il suo punto di vista, bensì si serve della narrazione gialla per raccontare una storia di rimpianto e perdita, nel momento in cui Norton cerca di riconciliare il passato ad un futuro incerto e difficile. Un film profondo, toccante e brutalmente sincero che non può non implicare un grande coinvolgimento emotivo.

Memories of Murder (2003)

CrimeIspirato alla storia di un famigerato serial killer della Corea del Sud, Memories of Murder ha riscosso un notevole successo non solo a livello nazionale, ma anche internazionale, consacrando Bong Joon-ho per aver dato voce alla forza delle emozioni più profonde e per aver inscenato una meticolosissima osservazione. L’investigazione coinvolge qui due uomini, un detective locale che, interpretato dallo strepitoso Song Kang-ho, non ha mai affrontato un caso così violento, e un altro con molta più esperienza proveniente da Seoul. Come si riverseranno i ricorrenti atti di violenza sulla loro collaborazione e sui loro obiettivi professionali? Considerando che il poliziotto interpretato da Song è completamente estraneo a casi del genere e, addirittura, è così ingenuo che non pensa nemmeno che tutte le vittime possano essere ricollegate allo stesso serial killer, sarà un vero shock per lui affacciarsi ad un raccapricciante mondo fatto di omicidi senza fine. Una prova eccezionale da parte dell’attore, che rende la visione del film assolutamente coinvolgente.

The Departed – Il bene e il male (2006)

CrimeGuardando The Departed, si capisce perfettamente perché un film del genere abbia potuto segnare la storia dei primi anni 2000. La tensione che Martin Scorsese riesce a comunicare lo rende di sicuro uno dei suoi indimenticabili capolavori: per quanto il regista new-yorkese possa aver cavalcato l’onda del giapponese Internal Affairs, uscito una decina di anni prima, The Departed è un racconto decisamente entusiasmante, ricco di momenti straordinari (un corpo che cade da un rooftop, un cinema teatro che crolla, ecc.) che, grazie anche alla strepitosa interpretazione dei suoi protagonisti, tra cui Leonardo di Caprio, Matt Damon e Jack Nicholson, fanno di questo thriller poliziesco sulla mafia di Boston un’opera di primo livello.

Collateral (2006)

CrimeDa Kubrick a Crowe, da Stiller a Shankman, molti sono i registi che amano giocare con l’immagine pubblica di Tom Cruise dentro e fuori lo schermo, sia per divertire sia per ottenere effetti rivelatori. Nessuno, però, ha mai osato tanto quanto Michael Mann. Certo, Mann ha tutte le carte in regola per realizzare una grande crime, ma il fatto che abbia scelto Cruise per interpretare un laconico e inquietante criminale sociopatico è sicuramente una delle sorprese più grandi del nuovo millennio. Collateral è uno di quei pochi film capaci di mantenere un perfetto equilibrio tra stile e contenuto, fruendo di consuetudine e tensione in egual misura, per arrivare al culmine della violenza. All’inizio la trama appare abbastanza semplice, lineare, quando Tom Cruise, nei panni del distaccato, Vincent si trova accanto a Jamie Foxx, che interpreta Max, un ordinario tassista. Il ritmo cambia radicalmente quando, dopo alcuni sorprendenti colpi di scena, il bizzarro legame tra i due uomini si fa più solido: viaggiano assieme nei dintorni di Los Angeles, dagli oscuri viali di periferia ai nightclub. Che Max decida alla fine di reagire e contrattaccare è ovvio e necessario, ma il modo in cui Mann lo inscena rende inevitabilmente Collateral un capolavoro cupo, nocivo, impressionante.

Prova a prendermi (2002)

CrimeQuando si ha a che fare con i crime movie, a volte è facile dimenticare che il crimine dovrà pagarla o, se non altro, offrire un divertente spettacolo prima che tutto precipiti. Il frivolo, piacevole racconto di Steven Spielberg, tratto da una storia vera, marca l’ascesa e la conseguente caduta del giovane e astuto Frank Abagnale Jr., che, lavoratore prim’ordine, fruisce della sua scaltrezza spacciandosi prima per pilota, poi per dottore e – vero – adulto. Una visione simpatica e spassosa, fino a quando la dimensione reale del film (personificata da Tom Hanks) si insinua, provocando un vero e proprio cambio di marcia. Per quanto possiamo sorridere con leggerezza del finale di Prova a prendermi, non possiamo scrollarci di dosso il pensiero più profondo che anche il miglior criminale possa sperare in una vita comune come ricompensa in seguito ad una buona azione.

Memento (2000)

CrimeÈ un segno il fatto che Memento di Christopher e Jonathan Nolan sia arrivato con il suo grande impatto proprio un mese dopo il successo di David Fincher, Fight Club: un vero e proprio passaggio di testimone. Ma se entrambi i film hanno dei narratori inattendibili, è l’opera dei Nolan che porta gli spettatori a rintracciare i pezzi mancanti del puzzle tornando indietro. Dopo un attacco subito da due uomini con il volto coperto, che avevano stuprato e ucciso la moglie, Leonard Shelby, interpretato da Guy Pearce, è affetto da un disturbo della memoria (amnesia anterograda), che non gli permette di immagazzinare nuove informazioni. Per cercare di sopperire a questo problema, cerca di scrivere e prendere appunti il più possibile su post-it e foto, ricoprendosi addirittura la pelle di numerosi tatuaggi per avere indicazioni su cosa è successo e cosa dovrà fare. Ma al di là delle domande che possiamo porci seguendo la trama (“Leonard è quindi John G?”, “Ha ucciso la moglie in un raptus di violenza o a causa di un’overdose di insulina?”), Memento si interroga su quanto in là possiamo spingerci per evitare il dolore e su come possiamo sentirci pericolosamente vulnerabili. È questo suo andare a fondo, scavando nel mistero, che lo rende un crime movie davvero eccezionale e indimenticabile.

A History of Violence (2005)

CrimeNel 2005, A History of Violence è stato descritto come il primo “film normale” di David Cronenberg. Racconta la storia di Tom Stall, proprietario di una tavola calda in una piccola città dell’Indiana, Millbrook. Dopo aver salvato se stesso e altre persone da un tentativo di rapina, Tom diventa un eroe locale, tanto che la sua vita diventa di dominio pubblico attirando l’attenzione dell’intera nazione e anche della mafia irlandese di Filadelfia, le cui rivelazioni sul suo passato da gangster romperanno ogni equilibrio. Il film è uno spaccato inquietante, che esplora il modo in cui la violenza può rappresentare un virus difficilmente debellabile dall’anima di una persona: il capolavoro crime di Cronenberg, insomma, ci ricorda che la realtà moderna e civilizzata in cui viviamo non è altro che una costruzione fittizia dell’uomo, che ha come scopo coprire i principi di sopravvivenza proposti da Darwin. Un promemoria alquanto inquietante e dalle tinte cupe, di cui il regista, premiato a Cannes e candidato agli Oscar, si è servito per veicolare la sua interpretazione della natura umana.

Old Boy (2003)

CrimeTecnicamente Old Boy è più di un crime movie, più di  un revenge thriller: Park Chan-wook racconta in questo neo-noir la storia di un uomo d’affari che, dopo quindici anni di un’ingiusta e misteriosa reclusione, si immerge nel mondo criminale per scoprire la verità e ottenere così la sua vendetta. I lavori del regista sudcoreano sono sempre notevoli, perché dimostrano la sua versatilità e la sua capacità di trascendere dai generi; qui, racconta una vicenda profondamente coinvolgente, catturando, in modo incredibilmente viscerale, l’ampio ventaglio di emozioni che possono scaturire da un incubo realmente vissuto, aspetti che rendono Old Boy uno dei migliori crime degli ultimi anni.

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Fonte: IndieWire

 

 

 

 

 

 

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