Tito e gli alieni è uno dei più recenti film che vedono Mastandrea come protagonista (in questi giorni al cinema con The Place) ed è un film molto semplice, a volte fin troppo scolastico, molto intimo, una commedia col retrogusto dei buoni sentimenti.
Tito e gli alieni: la sinossi
Il Professore (Valerio Mastandrea) da quando ha perso la moglie, vive isolato dal mondo nel deserto del Nevada accanto all’Area 51. Dovrebbe lavorare ad un progetto segreto per il governo degli Stati Uniti, ma in realtà passa le sue giornate su un divano ad ascoltare il suono dello Spazio. Il suo solo contatto con il mondo è Stella (Clemence Poesy), una ragazza che organizza matrimoni per i turisti a caccia di alieni. Un giorno gli arriva un messaggio da Napoli: suo fratello (Gianfelice Imparato) sta morendo e gli affida i suoi figli, andranno a vivere in America con lui.
Tito e gli alieni: le nostre impressioni
La trama di fondo del nuovo film della Rinaldi è fin troppo canonica, anche se la regista ne ha voluto parlare come una cosa molto personale: un uomo che perde in modo che noi non conosciamo la moglie in giovane età, diventa un fallito, un’ameba, senza nessuna voglia o energia per andare avanti, ma saranno i bambini, figli del suo fratello morente a riportarlo alla vita e probabilmente nuovamente verso la felicità. L’amore toglie, l’amore dà, i bambini ti danno una nuova vita, c’è sempre una seconda opportunità, insomma, tutto l’armamentario classico dei buoni sentimenti che (limitandoci al cinema) da Frank Capra in poi hanno ammorbato decine di produzioni all’anno e che ormai non possono essere ritenuti così interessanti a meno che la storia non venga declinata in modo decisamente alternativo.
La Rinaldi ci prova, ma il risultato è sostanzialmente modesto: certo l’ambientazione è a metà strada tra l’assurdo e l’onirico, gli escamotage narrativi sono abbastanza “freschi”, ma la trama di fondo è troppo invadente, oscura buona parte del narrato, perché troppo centrale, tutto dipende troppo da lei.
Se la regista fosse riuscita a sfumarla maggiormente, il risultato sarebbe sicuramente diverso, migliore, perché le ambientazioni sono semplici ma belle (difficile però fare male coi deserti), Mastandrea fa il suo lavoro egregiamente ed è contornato da attori che sono degni, soprattutto la Poesy (Harry Potter, In Bruges), alcune situazioni strappano dei sorrisi allo spettatore, nonostante una parte tecnica e alcuni personaggi di contorno più sciatti (i militari, gli scienziati).
Molti gli omaggi della pellicola al cinema più classico o alla serialità televisiva, a partire da Incontri Ravvicinati del Terzo tipo, fino a Contact, per finire con evidenti omaggi visivi a Breaking Bad.
simpatico ma già vistoTito e gli alieni
valutazione globale - 6.5
6.5
Tito e gli alieni: un giudizio in sintesi
Il nuovo film della regista milanese Paola Rinaldi è un film che potremmo definire intimo, che cerca di essere anche toccante, ma pur essendo gradevole, scivola in una trama di fondo troppo abusata per suonare interessante, anche se declinata in modo particolare e con un Mastandrea che fa il suo buon lavoro come sempre. Il risultato è un film scorrevole che intrattiene e ha degli spunti divertenti o che comunque strappano un sorriso, ma non rimarrà moltissimo dopo la visione.
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