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The Outsider

The Outsider: la recensione del nuovo film Netflix con Jared Leto

The Outsidernuovo film originale Netflix che ha debuttato sulla piattaforma venerdì 9 marzo, porta sugli schermi una storia tratteggiata, accennata, con protagonista un Jared Leto “stranamente” normale, che punta sull’intensità del volto per esprimere ciò che gli si muove dentro. Alla regia di The Outsider troviamo Martin Zandvliet, che ha creato un film fruibile, molto legato ad altri prodotti di nicchia quali Only God Forgives di Refn, per la ripresa del tema dell’alieno occidentale trapiantato in un mondo, quello orientale, che per quanto si sforzi di ammodernarsi conserva una profonda tradizione che non si può cancellare.

The Outsider: la sinossi

The OutsiderNick Lowell (Jared Leto) è un soldato americano imprigionato in un carcere giapponese negli anni 50; in questo contesto, Nick conosce Kiyoshi (Tadanobu Asano), un membro della yakuza che aiuta nel suo piano per riconquistare la libertà. Come ricompensa, Nick viene liberato e gli viene offerto un posto in una potente famiglia della yakuza, quella degli Shimatsu. Dopo una serie di incarichi affidati e portati a termine da Nick, quest’ultimo ottiene la fiducia del padrino della famiglia Shimatsu, che lo accoglie e lo rende a tutti gli effetti uno yakuza. Ciò attira l’astio di Orochi (Kippei Shina), che si vede scalzato dalla sua posizione di favore agli occhi del padrino, dell’amico Kiyoshi e di Miyu (Shioli Kutsuna), la sorella di Kiyoshi, che si innamora di Nick. A fare da trait d’union in questa situazione troviamo lo scontro fra la famiglia Shimatsu e i Seizu, un clan ormai sempre più potente ad Osaka.

The Outsider: le nostre impressioni

The Outsider è un film in cui non scarseggiano i toni forti: fulcro centrale della narrazione della storia è la violenza, che qui diventa evidente, grafica, quasi monolitica, espressa con una solennità cerimoniale che incute timore e rispetto. Di certo, una scelta del genere può risultare impopolare, così come in molti hanno criticato la scelta di rendere il film bilingue, con una netta presenza della lingua giapponese (elemento che, personalmente, ho apprezzato molto, in quanto sostenitrice della genuinità e della forza della “versione originale” di qualsiasi prodotto visivo).

The OutsiderGrande protagonista di The Outsider è un grande Jared Leto che, dall’alto della sua immutabilità fisica ma dall’incredibile capacità poliedrica a livello attoriale, interpreta una personaggio visivamente pulito, privo della classica barba che lo contraddistingue o dai tatuaggi simbolo della sua esperienza musicale con la band Thirty Seconds to Mars. Leto ha giocato molto con i silenzi, dimostrando la capacità di esprimere con equilibrio il mondo interiore di un personaggio di cui sappiamo poco, un outsider posato ma capace di estremi atti di violenza, che trova in una dimensione aliena alla sua il suo posto, per quanto egli stesso sia, in primis, l’alieno. Nick, dal passo felino e lo sguardo attento, ricorda nella sua disperata ricerca di un posto nel mondo il Julian di Ryan Gosling in Only God Forgives: vestito di nero, che contrasta vivamente con lo squallore dei bassifondi squarciati da toni di luce coloratissima, Nick si appresta a guadagnarsi il rispetto dei suoi compagni yakuza. Grande pregio va riconosciuto al regista, che ha inserito in modo lineare e credibile i rituali yakuza che, volenti o nolenti, sono frutto di una tradizione che affonda le sue radici in una storia fatta di onore, sacrificio e solennità.

Un altro elemento interessante di The Outsider sta nella narrazione della storia e nella trattazione dei suoi personaggi: per quanto sia effettivamente poco credibile che un gaijin, uno straniero, possa scalare la piramide del potere della yakuza, la forza di Nick e degli altri personaggi sta nella creazione di un background pressoché inesistente, fatto di frammenti accennati da cui possiamo ricostruire ciò che è successo prima. Unica pecca di quello che sarebbe un prodotto molto più che interessante è lo sviluppo delle potenzialità illustrate dalla figura di Nick all’inizio del film, che si sviluppa in modo a tratti traballante o sbrigativo. La storia della carpa khoi che diventa dragone, quindi, quella narrata dal tatuaggio rituale che ricopre il suo corpo, non si realizza completamente, o meglio, ha luogo ma non viene illustrata dandogli il giusto merito e sviluppo.

The Outsider

Valutazione globale - 7

7

Una fiaba violenta e solenne

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The Outsider: un giudizio in sintesi

The OutsiderThe Outsider si configura come una produzione fruibile, che punta su personaggi principali forti e dalla grande espressività quali Jared Leto, in questo caso, o ad un Alexander Saaskgard in Mute dall’espressività capace di bucare lo schermo. Legato ad una tradizione che deve molto, sia a livello narrativo che visivo, al macrotesto di Refn, The Outsider è un film attento a rappresentare con rispetto e cura le tradizioni di una cultura antica e solenne quale quella giapponese, che vuole dimostrare come una carpa khoi possa diventare un dragone temibile e giusto. 

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About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

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