Per Gary Oldman, la nomination agli Oscar è stata inafferrabile per molti anni, eppure ora potrebbe nascondersi dietro l’angolo addirittura una vittoria.
Questo camaleontico attore ha lavorato per decenni in una miriade di film – Sid & Nancy, Stato di grazia, Una vita al massimo, Léon, The Contender, Hannibal, ecc. ecc. – fino al 2011, anno in cui è stato finalmente apprezzato e premiato dalla Motion Picture Academy: non è stato uno dei suoi soliti ruoli barocchi a permettergli la candidatura come miglior attore agli Oscar, bensì il freddissimo ritratto di un impiegato della intelligence britannica nel film di Tomas Alfredson La talpa. Insomma, Oldman si contraddistingue per il suo essere versatile, ed è proprio grazie alla sua versatilità che la sua interpretazione di Winston Churchill è così straordinaria.
Gary Oldman e il fedelissimo ritratto di Churchill
Ne L’ora più buia (Darkest Hour), il dramma storico sulla Seconda Guerra Mondiale di Joe Wright che è stato proiettato in anteprima mondiale al Telluride Film Festival, Gary Oldman sembra aver dato davvero il massimo: grazie alla sua incontestabile bravura, l’attore ha proposto un fedelissimo ritratto del primo ministro britannico, non solo nei termini di una strabiliante somiglianza fisica, ma soprattutto per aver colto fino in fondo lo spirito impetuoso del suo personaggio.
L’anno scorso sembravano non finire mai i progetti televisivi e cinematografici che avevano come soggetto centrale Winston Churchill: da Churchill di Brian Cox a Churchill’s Secret di Michael Gambon e The Crown di John Lithgow, le sfumature in cui è stato dipinto il fantomatico primo ministro inglese sono moltissime. Ma L’ora più buia offre un’atmosfera del tutto inedita ed è proprio questo aspetto che ha dato a Oldman la possibilità di proporre una performance senza pari.
Ambientato all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, L’ora più buia segue il momento della scelta cruciale di Winston Churchill tra l’armistizio con la Germania nazista e l’intervento britannico nel conflitto armato. Di fronte all’avanzata dell’esercito tedesco, il primo ministro deve decidere se difendere il Paese in nome di una pace apparente e umiliante o se lottare per i propri ideali di autonomia e libertà. Accanto a lui, la moglie Clementine (Kristin Scott Thomas) e la segretaria personale Elizabeth Nel (Lily James). Nel cast ci sono anche Ben Mendelsohn nei panni dell’amato sovrano Re Giorgio VI, e Ronald Pickup in quelli del primo ministro uscente, Neville Chamberlain.
Il Churchill ritratto da Oldman è un uomo d’acciaio in grado di risolvere ogni situazione, ma se da una parte l’attore si crogiola nella determinazione del suo personaggio, dall’altra non rinuncia a raffigurarlo in tutte le sue sfumature, anche quelle più vulnerabili e sconosciute.
Un film interessante per diversi aspetti
Ad ogni modo, L’ora più buia si presenta come un film molto interessante su tutti i piani, tanto che anche i premi alla miglior fotografia e alla migliore regia potrebbero essere messi sul tavolo. La sceneggiatura di Anthony McCarten abbraccia un sacco di storia e di esposizione in una trama davvero coinvolgente. La fosca fotografia di Bruno Delbonnell poi è decisamente allettante, e anche gli elementi di design sono superlativi. E perché no, anche un Oscar al miglior trucco e alla migliore acconciatura potrebbe essere gradito.
Si potrebbe pensare che L’ora più buia sia davvero lo spettacolo di Gary Oldman: l’attore possiede in tutto e per tutto il film. E dal momento che non sappiamo ancora chi sia in lizza per l’Oscar al miglior attore, sembra quasi scontato e inequivocabile immaginarlo attualmente come frontrunner… Staremo a vedere!
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Fonte: Variety