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Jackie: la recensione del primo feature americano di Pablo Larraín a Venezia 73

Jackie: un biopic?

JackieNonostante l’appunto del regista Pablo Larraín, che ha precisato di non voler definire Jackie un biopic, il film rientra perfettamente nella categoria del film biografico contemporaneo per definizione del genere stesso: un genere cinematografico basato sulla narrativa di una figura storicamente esistita e spesso fondata su un archivio non-narrativo come fotografie, filmati e video.

Il biopic è un genere chiave del cinema mainstream, un genere in continuo cambiamento. È di grande importanza, infatti, vedere l’approccio al genere di un regista al di fuori del mainstream hollywoodiano, il cileno Pablo Larraín che, in Jackie, ritrae la First Lady americana più iconica di sempre.

La narrativa post-trauma

JackieJackie evita l’ovvio, evita il pettegolezzo, non racconta gli anni di formazione di Jackie, o il suo incontro con JFK, non racconta il periodo post-JFK, non racconta la storia di Jackie Kennedy Onassis. Narra, però, la storia di una donna che ha rappresentato il concetto di First Lady e di icona mondiale per mezzo secolo.

Jackie, meravigliosamente interpretata da Natalie Portman, diventa protagonista di una storia di sfaccettature e contraddizioni. Jackie dubita, spesso porta rancore, ama l’immagine e la perfezione eterea della Casa Bianca, ma allo stesso tempo combatte per proteggere i propri figli e per preservare il ricordo del marito. Larraín si concentra, quindi, sulla riflessione di pre e post-trauma, immaginando reazioni e sensazioni attraverso il corpo della protagonista.

Il corpo dell’interprete: inquadrature e costumiJackie

Elemento chiave della mise-en-scene sono, infatti, i costumi ed il volto di Jackie. Il completo rosa coperto di sangue, scelto per quel triste 22 Novembre 1963, e l’intero guardaroba che Jackie indossa. In una scena cruciale, trovandosi sola, mette in scena un’intera giornata alla Casa Bianca, scegliendo abiti e calzature per ogni situazione sociale trovandosi, infine, ad accettare la fine di un certo tipo di realtà.

Jackie come icona

I Kennedy riuscirono ad entrare nella cultura popolare quasi come una famiglia reale, ma Jackie mantenne sempre l’aura di mistero che l’ha resa celebre, diventando un’icona in superficie e rendendo proprio quel completo rosa un simbolo degli anni ’60 in America, un simbolo dell’essere donna.

Immaginare l’evento storico

Larraín fa un uso straordinario della regia per presentarci questo frammento di vita senza avere la pretesa di risolverlo, di mostrare “la vera Jackie.” Perché se il biopic insegna qualcosa sono proprio le molteplici interpretazioni di un essere umano, gli innumerevoli punti di vista, la soggettività che non può diventare occhio documentaristico. Jackie resta un mistero celato alla perfezione nello sguardo di Natalie Portman.

Infine, Jackie è costruito sulla logica dell’evento storico e la reazione dei suoi protagonisti e fornisce un’interpretazione candida e tecnicamente intrigante, non lasciando mai che il resto del cast si impadronisca della scena, mantenendo l’inquadratura sul volto di un personaggio che continuerà ad affascinare.

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