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Napoli Velata

Napoli Velata: la recensione del nuovo film di Ferzan Ozpetek

Napoli Velata è un film del regista italo-turco, nato a Istanbul nel 1959, Ferzan Ozpetek. Ozpetek debutta nel ’97 con Il bagno turco, premiato a Cannes alla Quinzaine de Realizateurs, e in seguito realizza altri dieci lungometraggi. Nel 2011 per Mine Vaganti ha ottenuto il premio Mario Monicelli per la regia, il premio Tonino Guerra per il miglior soggetto e quello Suso Cecchi D’Amico per la miglior sceneggiatura al Bif&EST di Bari. Dal 2008 è prodotto dalla Fandango di Domenico Procacci.

Napoli Velata: la sinossi

Siamo, come indica il titolo, a Napoli. Adriana viene da una famiglia di attori nonostante faccia il medico legale. Ad uno spettacolo teatrale il cui protagonista è Pasquale, un suo parente il cui grado Napoli Velatanon è ben definito, conosce Andrea e ne scaturisce una bollente notte di sesso. Lui la invita al museo archeologico per un secondo incontro ma non si presenta. Si scoprirà di lì a poco che non è stato per sua volontà. Dopo il fatto, ad Adriana sembra di scorgere la silhouette di Andrea tra la folla, poi di notte nel suo giardino dopo che una mano sconosciuta ha suonato alla sua porta. Con il proseguire del plot emergerà poi un episodio drammatico del passato della donna.

Napoli Velata: le nostre impressioni

Forse più luci che ombre in Napoli Velata. L’estetica è pregevole: la Napoli barocca ed eccessiva che passa sullo schermo si integra naturalmente con lo stile di Ozpetek, il quale offre abbondanza di inquadrature ricercate e inserisce Napoli Velataspesso nelle sue sequenze personaggi dalla fisicità abnorme e/o dai riferimenti sessuali sfumati. Il regista turco possiede un senso della composizione visiva di indubbio impatto, giocato sulla valorizzazione di elementi artistici come le scene di teatro o le inquadrature di statue, per esempio, assieme all’uso sapiente di luce e buio per creare enfasi. Il film si avvale poi dell’ottima recitazione di un ensemble di attori di spessore: da Giovanna Mezzogiorno ad Anna Bonaiuto, Isabella Ferrari, Lina Sastri e Alessandro Borghi.

Il regista è molto attento ai volti e inserisce una notevole dose di teatralità nel suo cinema e i protagonisti sembrano tutti rispondere bene. Come thriller, poi, il film funziona, sebbene gli espedienti usati risultino piuttosto tipici: Andrea/Borghi che ruba la scena per pochi istanti e poi scompare, il suo doppio che ricompare misteriosamente offrendo ipotesi alternative per ricostruire la trama. Fino agli scorci finali, che svelano qualcosa, come da tradizione, ma subito dopo rigettano lo spettatore nell’ambiguità. Questo ultimo aspetto risulta piacevolmente spiazzante, sebbene potrebbe essere considerato una prolissità eccessiva.

Napoli VelataArriviamo quindi alle ombre: talora affiora nel film una nota di autocompiacimento nel sovraccaricare la visione che può lasciare un senso di fastidio. E’ pur vero che il tema dell’omosessualità c’entra con Napoli per via della figura del “femminiello”, ma il regista rincara la dose in maniera forse eccessiva con uno stuolo di figuranti al di là del kitsch, e a volte svela una grandeur di dubbio gusto. Per esempio nella scena inziale, insistita e ridondante, il cui oggetto fa venire in mente un vecchio film di Fritz Lang: M il mostro di Dusseldorf.

Napoli Velata

valutazione globale - 6.5

6.5

Bello ma con qualche ridondanza di troppo

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Napoli Velata: giudizio sintetico

Ozpetek fa un film bello da vedere e ottimamente recitato, che riesce a essere stuzzicante come un buon thriller deve essere, inserendo anche spunti originali su innesti maggiormente tipici del genere. Peccato che ci sia qualcosa di ridondante e autoreferenziale nel suo stile che talora zavorra la visione, e che l’amore per i caratteristi, specialmente quelli “femminielli”, diventi a volte ossessione.

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About Tommaso Perissi

Scopre la magia del cinema d'autore verso la fine degli anni 90 grazie ad una videoteca vicino alla stazione di santa maria novella che offre titoli ancora in vhs...poi frequenta saltuariamente vari cineforum in giro per la città

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