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Juliet, Naked: recensione del film

Juliet, Naked: recensione del film con Ethan Hawke e Chris O’Dowd

Tratto dal romanzo di Nick Hornby del 2009, Juliet, Naked (tradotto in italiano con Tutta un’altra musica) è la commedia diretta da Jesse Peretz con Ethan Hawke, Rose Byrne e Chris O’Dowd. Il film è stato presentato in Italia alla 36a edizione del Torino Film Festival.

Juliet, Naked: sinossi

Inghilterra, giorni nostri. Annie ha una relazione che dura da diversi anni con Duncan, un uomo ossessionato e appassionato dalla musica e dalla figura di un misterioso musicista rock, Tucker Crowe che, dopo l’uscita di un disco molti anni prima, è scomparso nel nulla. Egli gestisce un blog di fans sfegatati che discutono sul musicista e la sua musica. Quando, in seguito alle critiche poco lusinghiere su un disco inedito pubblicate sul blog da Annie, Crowe riemergerà dal suo silenzio, la relazione dei due protagonisti prenderà una svolta inaspettata.

Juliet, Naked: le nostre impressioni

Juliet, Naked: recensione del film

Juliet, Naked è ambientato in quell’Inghilterra che sa rivelare i suoi mille volti, quella dei paesini tenuti con cura così come delle rock bands underground, quella con dei personaggi un po’ indie/hypster ma affezionatissimi frequentatori dei pubs, quella dallo humor incisivo e dalle nascoste fragilità. Con un quadretto abbastanza verosimile, anche se ampiamente infiocchettato, il film di Peretz propone dei personaggi, per quanto un po’ macchiettistici, abbastanza sfaccettati. Siamo pur sempre nel genere potenzialmente stucchevole della romantic comedy, che non permette grandissimi approfondimenti psicologici, ma il risultato d’insieme risulta inaspettatamente piacevole.

Juliet, Naked: recensione del film

Non si tratta di una storia particolarmente originale, ammettiamolo pure, ma essa risulta comunque leggera e simpatica, in grado di divertire il proprio pubblico. Per quanto la mordace simpatia dei personaggi di Love Actually sia un modello ancora un po’ lontano, Juliet, Naked ci si avvicina abbastanza e nel complesso funziona. A differenza di numerosi film dello stesso genere che possiamo vedere sulle piattaforme streaming, Juliet, Naked diverte con delle situazioni a tratti esilaranti e intelligenti. Irresistibile è la dinamica perversamente triangolare nel quale si trovano Annie, Duncan e il “fantasma” di Tucker Crowe, adorato dal superfan in modo assolutamente ossessivo, quasi da nerd. È lui infatti a descriverci la vita e la persona di Tucker Crowe all’inizio del film in forma quasi documentaristica.

Juliet, Naked: recensione del film

È simpatico come venga trattato il disvelamento della figura del musicista, da chimerica immagine sfuggente e quasi leggendaria a persona sciupata e dalle mille fragilità, difetti e rimorsi. Paradossalmente, ad avvicinare questa specie di mito musicale (per una setta di pochissimi appassionati) è la persona più disinteressata e disincantata quale è Annie, che coglie quello che i fans, nelle loro elucubrazioni pindariche e nei loro elogi sfrontati, non riconoscono. Si tratta di un curioso e spassoso studio della vicinanza/lontananza dal pensiero dell’artista che crea delle situazioni relazionali divertenti e non prive di spunti di riflessione agrodolci. Si parla di difficile confronto con il successo e di attriti o non detti familiari, dell’incomprensione che può instaurarsi nelle coppie, della venerazione degli idoli personali e della delusione che può generare il tanto agognato contatto con questi.

Juliet, Naked

valutazione globale - 6.5

6.5

Una commedia romantica non particolarmente originale ma leggera e spassosa

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Juliet, Naked: giudizio in sintesi

Questi ed altri sono i temi potenzialmente spinosi che vengono trattati con leggerezza e freschezza da Juliet, Naked, una commedia molto britannica che racconta e, appunto, mette a nudo la natura dei rapporti interpersonali, siano essi di coppia, tra fan e idolo, tra genitori e figli e così via. Senza indulgere nel proporre situazioni simpatiche e a tratti esilaranti, Jesse Peretz assembla una commedia post Brexit che è in grado di portare una ventata di freschezza all’interno di un genere a volte inflazionato e superficiale. Tucker Crowe è l’epitome del musicista britannico underground idolatrato da una piccola cerchia di adepti. Egli rappresenta l’idolo in scala ridotta delle rockstar internazionali ed è per questo che è in grado di accattivarsi il pubblico da sala. Chi mai non ha avuto un idolo personale percepito come assolutamente irraggiungibile? Chi mai non ha voluto incontrare qualcuno, sperando che fosse come si era sempre immaginato? Qualcuno saprà che, a volte e più spesso e volentieri di quanto si vorrebbe, non è tutto oro quello che luccica, ma può svelare altre sfumature inattese.

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