It, il nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo (1986) di Stephen King, è il secondo lungometraggio del regista argentino Andrés Muschietti, classe ’73, già noto per l’horror d’esordio La madre del 2013.
It: una sinossi
La vicenda è ambientata alla fine degli anni ’80 nella cittadina di Derry, nel Maine, dove un’entità amorfa che si presenta nelle fattezze di Pennywise, clown ballerino (Bill Skarsgård), inizia a sequestrare e seviziare ragazzini giocando con le loro più recondite paure. Nella totale estraneità (e impotenza) degli adulti, sarà un team di teenagers – i losers, i “perdenti” – a opporsi al circo degli orrori di it, di “quella cosa”, ma per neutralizzarne il potere gli adolescenti dovranno affrontare fino in fondo le insidie del proprio inconscio, vale a dire saranno costretti, come in un rito di passaggio, a diventare grandi.
Come noterà chi ha letto il romanzo di King o chi ha visto la famosa miniserie televisiva in due puntate del 1990, questo nuovo It espone solo una sezione del soggetto originale e costituisce così il primo capitolo di una storia che presuppone una continuazione.
Le trappole dell’adolescenza
Questo primo capitolo conserva dunque quei tratti distintivi del “romanzo di formazione” che, comuni a molti horror (retaggio diretto delle strutture di alcune fiabe e miti), erano già presenti nella prima parte del libro di King: protagonisti sono ragazzini di provincia alle soglie della maturità sessuale, già inghiottiti nel turbine delle prime fantasie erotiche (si vedano le ricorrenti battute sconce che caratterizzano la sceneggiatura). Ma la pubertà è un momento della vita in cui, a braccetto coi primi barlumi di Eros, si affacciano anche le prime ombre di Thanatos. E qui entra in gioco il nostro It, che – proprio come l’it di It follows (2016), del quale potete leggere la nostra recensione – si presenta fin da subito come una materializzazione delle paure inconsce, degli spettri interiori degli adolescenti.
It: ambiguità di un clown
All’ambiguità dell’adolescenza, tesa tra infanzia ed età adulta, corrisponde la doppia vocazione di It: da un lato, manifestandosi come clown e offrendo palloncini rossi, la creatura sembra promettere l’appagamento libidico dei fanciulli, dall’altro lato, come uno specchio infranto, assume le sembianze dei peggiori incubi di ciascuno. I protagonisti corrono così il rischio tutto adolescenziale di restare abbandonati alle proprie idiosincrasie, di non diventare adulti, di restare tra coloro che son sospesi: non a caso, It ama conservare le sue giovani vittime facendole fluttuare nella sua tana.
La sua promessa (“You’ll Float Too”, “Anche tu fluttuerai…”) non è che un’ambigua trappola: mentre promette un attraente volo, il clown strappa ogni possibile ala e ogni altro arto. Condanna le sue vittime implumi alla cieca regressione: il principio di piacere che egli va professando non è altro che pulsione di morte.
Genitori e mostri
Ma il film di Muschietti ha il merito di marcare con la dovuta insistenza anche un altro tema cardinale del romanzo kinghiano: il rischio di una morbosa influenza esercitata dai genitori sui figli adolescenti. Già costretti a tenere a bada il mostro, i giovani protagonisti del film devono combattere – edipicamente – anche contro le ossessioni di padri e madri che vorrebbero godere a oltranza, in modo egoistico, della loro fanciullezza.
Come Muschietti mostra abilmente in una bella scena splatter, gli adulti non possono vedere l’orrore che il mostro dispensa, dunque non possono nemmeno combatterlo; piuttosto, contagiando ai figli le proprie ossessioni e bloccandoli con il loro paranoico attaccamento, si definiscono come alleati funzionali di It. Il finale sembra esplicitarlo chiaramente: essi costituiscono solo un’altra delle tante ipostasi del mostro.
It tra King e Muschietti
La dialettica genitori-mostri, del resto, è tipica di tutta la produzione di King: basti pensare alla madre puritana e monomaniaca di Carrie (1974) o al Jack Torrance di Shining (1977) – personaggi la cui vocazione infanticida è puntualmente “amplificata” dagli adattamenti cinematografici che ne hanno fatto rispettivamente Brian De Palma (1976) e Stanley Kubrick (1980). Ma anche Muschietti non è nuovo a queste dinamiche narrative: il suo primo film, La madre, tratto da un interessante soggetto originale dello stesso regista, iniziava proprio con un tentativo di infanticidio da parte del padre e puntava tutto sulla sostituzione della figura materna con un’entità demoniaca.
L’estetica di It
Con It Muschietti sembra aver confermato la sua predilezione per la regia dell’horror. Purtroppo, dal punto di vista estetico, il film non spicca più del tanto dalla poco aurea mediocritas dell’industria del cinema di genere: il talento del regista spicca solo a chiazze, con poche e semplici sequenze veramente da brivido. Interessante il lavoro fatto dal giovane Bill Skarsgård, figlio di Stellan, sul personaggio di It (probabilmente influenzato dall’eredità di un altro clown psicopatico… il Joker di Heath Ledger). Meno pagliaccio rispetto all’It della miniserie, quello di Skarsgård è indubbiamente più demone. Memorabile la sua ultima battuta: un epitaffio che, riprendendo un po’ il congedo di Kurtz in Cuore di tenebra, esprime sinteticamente la sensazione che il carnefice non aveva mai provato prima di diventare vittima: fear.
It
valutazione globale - 6
6
Un horror discreto, bello solo a tratti
IT: curiosità sul film
Il progetto di un film sul romanzo di Stephen King venne annunciato da Seth Grahame-Smith nel 2014, produttore dell’adattamento. In seguito all’acquisto dei diritti dell’opera il regista Cary Fukunaga venne contattato per scrivere la sceneggiatura, insieme con Chase Palmer e David Kajganich. Fukunaga avrebbe dovuto dirigere il film, ma nel 2015 questi abbandonò il progetto per divergenze artistiche. Così la produzione contattò Andrés Muschietti, reduce dal successo del film horror La madre, che mise mano alla sceneggiatura di Fukunaga per apportarne delle modifiche
Il 25 settembre 2017, New Line Cinema ha annunciato che uscirà il sequel, previsto per il 6 settembre 2019. Sono stati riconfermati Andrés Muschietti alla regia, Gary Dauberman alla sceneggiatura, mentre Seth Grahame-Smith, Barbara Muschietti, David Katzenberg, Dan Lin, Roy Lee sono stati riconfermati come produttori. Anche Bill Skarsgård è stato riconfermato come interprete di Pennywise.
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