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Il libro di Henry

Il libro di Henry: la recensione del film con Naomi Watts

Il Libro di Henry è il terzo lungometraggio del regista americano Colin Trevorrow, regista di Jurassic World. Il film è stato un flop al botteghino americano e anche la critica non lo ha molto apprezzato con solo il 21% di recensioni positive su Rotten Tomatoes.

Il libro di Henry: la sinossi

La trama vede Henry, che ha 11 anni e una spiccata intelligenza, tenere in scacco la madre Susan con le sue doti e quasi subentrarle alla guida della famiglia di cui fa parte anche il fratello minore Peter. Dalla finestra di camera sua Henry nota che la sua vicina di casa Christina subisce abusi da parte del padre, e cerca di segnalare senza successo l’accaduto alle autorità. Improvvisamente, però, Henry viene a mancare e allora, facendo appena in tempo, mette per iscritto su un quaderno e incide su un nastro le sue istruzioni per Susan affinché il problema di Christina possa essere risolto.

Il libro di Henry: le nostre impressioni

Il libro di HenryLa commistione tra i generi della commedia, commedia a sfondo drammatico e thriller, alimentata da cambi di scenario molto repentini, quasi ci trovassimo di fronte ad un pezzo rock progressive anni ’70, nutre l’interesse durante la visione de Il libro di Henry. All’inizio del film si viene catapultati in una provincia americana piuttosto dolce e innocua, fatta di bambini tranquilli intenti nell’esecuzione di sonnacchiose performance scolastiche come l’illustrare ai compagni la loro idea di eredità da lasciare al mondo. C’è sì qualche atto di bullismo, ma si tratta di episodi lievi mostrati sulla lunghezza d’onda della commedia leggera.

Altri elementi come la casa sull’albero nel quale Henry e il fratello si ritrovano, adornata da un pittoresco congegno meccanico che il geniale Henry ha messo appunto per far arrivare la panna sulla merenda, e la stanza da letto dei due bambini, piena di oggetti simpatici come un ukulele, orientano lo spettatore verso quel genere. E invece il film ha altro in serbo, e repentinamente si vira sul tono drammatico, sempre dosato però attraverso una certa sapiente leggerezza che lo bilancia.

In questa chiave la morte di Henry è presentata evitando di calcare la mano sul consumo di fazzoletti tra il pubblico, senza però cedere nulla sul piano della sensibilità. Ci sono infatti scene di grande commozione, che si avvalgono dell’ottima recitazione di Naomi Watts e dei due attori bambini (Jacob Tremblay e Jaeden Lieberher). Questo shock improvviso viene in qualche modo lenito, o potremmo dire con termine psicoanalitico rimosso dalla mente di Naomi Watts e da quella dello spettatore, attraverso un libro e soprattutto un registratore che ne riproducono la presenza. Ecco che ora prende le mosse un’altra variazione sul tema. Occorre impedire al padre di Christina di continuare ad abusare di lei. Questi abusi sono stati riscontrati da Henry attraverso la visuale della finestra della sua camera da letto, con un chiaro omaggio al classico La finestra sul cortile di Hitchcock. Proprio da questo episodio scaturisce infatti l’ultima parte del film, in grado di mettere in campo non poca suspence e di attrarre lo spettatore con snodi narrativi accattivanti e ben costruiti.

Il libro di HenryImportante in questo film poliedrico e quasi funambolico è sicuramente il rapporto tra Henry e la madre. Il bambino è talmente intelligente che la rende succube e in qualche misura la fa sentire inadeguata al ruolo di madre, e un’altra chiave di lettura di questa storia è il superamento di questa innaturale soggezione, bizzarramente invertita di segno, da parte di Susan. All’inizio del film la presenza del bambino è inquietantemente simile a quella di un padre per Susan (c’entra per caso qualcosa la crisi dei padri veri nella nostra società descritta dagli studiosi?). Tale presenza viene chiamata ad una progressiva diminuzione di intensità, fino al silenziamento finale, come da manuale di psicoterapia, ristabilendo il congruo ruolo di madre di Susan e la sua autonomia.

Il libro di Henry

Valutazione globale - 7.5

7.5

Un film che sembra un brano rock progressive

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Il libro di Henry: un giudizio in sintesi

Un film da vedere per il modo originale con cui si muove trai generi e per come riesce a intrigare e a dare emozioni di segno diverso, oltre a essere ben recitato. Immeritate le critiche negative arrivate al film oltreoceano con il serio rischio di vedere Il libro di Henry candidato ai temuti Razzie Awards.

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About Tommaso Perissi

Scopre la magia del cinema d'autore verso la fine degli anni 90 grazie ad una videoteca vicino alla stazione di santa maria novella che offre titoli ancora in vhs...poi frequenta saltuariamente vari cineforum in giro per la città

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