The Predator è il sequel di Predator 2 (1990), a sua volta sequel dell’originale Predator del 1987, nel quale Shane Black faceva parte del cast. Spostatosi dietro la macchina da presa, Black è regista e sceneggiatore.
The Predator: sinossi

La minaccia diventerà ovviamente incontrollabile e la nuova squadra di McKenna vi si oppone strenuamente con l’aiuto della coraggiosa professoressa Bracket (Olivia Munn, coinvolta suo malgrado dai governativi per studiare gli extraterrestri) e addirittura del piccolo Rory McKenna, il figlio del maggiore in grado di interagire prodigiosamente con la tecnologia aliena.
The Predator: le nostre impressioni

I precedenti capitoli, in particolare il primo, privilegiavano inoltre il tema dell’uomo sopraffatto da un emissario di una civiltà tecnologicamente superiore, contro la quale era possibile vincere solo con la regressione allo stato primordiale, immergendosi letteralmente nel fango… Questa volta è invece assodata la superiorità dell’alieno sull’umanità, spostando l’attenzione sulla connotazione prometeica che potrebbe assumere una visita della razza Yautja in aiuto dell’umanità; il tema, sommerso da una coltre di momenti splatter, proiettili e humour demenziale, quindi è la trasmissione e la conservazione della conoscenza come unica speranza per la salvezza della specie (emblematico sotto questo aspetto il fondamentale personaggio del piccolo Rory McKenna dell’inappuntabile come sempre Jacob Tremblay).

The Predator
valutazione globale - 6.5
6.5
un gustoso disimpegno cinematografico d’azione senza eccessive pretese
The Predator: giudizio in sintesi
The Predator è uno spassosissimo disimpegno action, che invece di puntare sui toni seri propri dei precedenti capitoli, spinge a tavoletta il pedale dello humour demenziale per far proseguire il franchise verso nuovi orizzonti narrativi, contando su personaggi del tutto distanti dagli action hero protagonisti dei precedenti capitoli sebbene ugualmente adeguati.
Il maggiore difetto, anche se produttivo, è dato dal costo di quasi 90 milioni, che non si percepisce vedendo il film dato che è vestito da una livrea da pellicola low cost.
Inoltre una versione così radicale e rischiosa dell’universo Predator inevitabilmente spacca il pubblico tra i nostalgici intransigenti verso la ridiscussione critica dell’alieno con i dreadlock e chi è disposto a farsi irretire dalla leggerezza e dalla vena comica di un sacerdote della cultura pop come Shane Black.
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