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Barry Seal

Barry Seal – Una storia americana: la recensione del film con Tom Cruise

Barry Seal – Una storia americana: la sinossi

Barry Seal, personaggio realmente esistito, è uno dei piloti più esperti di una prestigiosa compagnia di volo americana. Durante i suoi voli si dedica, di nascosto, al contrabbando di sigari con l’America centrale. Una volta licenziato, Barry viene reclutato dalla CIA per un’operazione sotto copertura molto rischiosa che consiste nel fotografare dall’areo pilotato i guerriglieri del Nicaragua. Barry diventerà così un trafficante d’armi per il governo americano e al tempo stesso verrà coinvolto anche dal cartello di Medellìn nel trasportare quantità ingenti di cocaina negli Stati Uniti dalla Colombia. Riuscirà a farla franca?

Barry Seal – Una storia americana: le nostre impressioni

Fa un certo effetto vedere Tom Cruise a distanza di 30 anni pilotare nuovamente un’aereo. I tempi di Top Gun sono un lontano ricordo che tra poco, notizie alla mano, verrà fatto riaffiorare grazie ad un temutissimo remake. In Barry Seal – Una storia americana l’attore indossa sì i panni di un pilota ma non quelli onorevoli del tenente Maverick, bensì quelli di un contrabbandiere che ha le mani in pasta un po’ ovunque. Siamo all’inizio degli anni ’80, quando il Sogno Americano faceva ancora presa sul popolo statunitense. Barry decide di lasciare un lavoro sicuro, ma con pochi stimoli, per inseguire un’ideale diverso fatto di esperienze adrenaliniche e tanti, tanti soldi. Ma come si suol dire in questi casi “chi lascia la via vecchia per quella nuova, sa quel che lascia ma non sa quel che trova”; e quel che trova Barry nella sua nuova (doppia, tripla) professione sono per lo più un mare di guai che non compensano poi più così di tanto col successo economico delle sue operazioni in incognito, che siano per la CIA o per il cartello di Medellìn dove muoveva in primi passi un giovane e poco panciuto Pablo Escobar.

Barry SealDoug Liman, per le quasi due ore di film, sa come far divertire il pubblico grazie ad una storia raccontata con sfumature sempre diverse. C’è la parte grottesca, come la scena del decollo dell’aereo nell’improbabile pista di Medellìn o come quando Barry Seal finisce in prigione con un dente rotto; c’è la parte sentimental-drammatica come quella che vede Cruise impegnato a fare il buon padre di famiglia e cercare di mettere in sicurezza moglie e figli; c’è, infine, anche una critica non poi così tanto velata delle politiche messe in atto a quell’epoca dall’amministrazione Regan che in tv puntava il dito contro droga e alcool per poi armare, di nascosto, i gruppi ribelli del centro America.

Ma Barry Seal – Una storia americana ha anche un altro pregio, forse il più grande ed evidente di tutti: la riscoperta di Tom Cruise come attore di prima categoria. Eravamo abituati negli ultimi anni ad un Cruise imprigionato nello stesso ruolo, quello di eroe infallibile alla Ethan Hunt. Cambiavano i film, ma non più di tanto i suoi personaggi. In Barry Seal – Una storia americana riscopriamo invece un Tom Cruise capace ancora di dire la sua in ruolo certamente meno spericolato (almeno dal punto di vista fisico) dei suoi precedenti, più contenuto e per questo adatto ad evidenziare i pregi di un attore che dovrebbe concedersi con maggiore frequenza nell’interpretazione di personaggi antieroici come Barry Seal.

Barry Seal - Una storia americana

Valutazione globale - 6.5

6.5

Divertente e adrenalinico

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Barry Seal – Una storia americana: curiosità sul film

Barry SealBarry Seal – Una storia americana è uno di quei pochi casi in cui il film esce prima in Italia che negli Stati Uniti dove debutterà il 29 settembre con il titolo American Made.

Sia Tom Cruise che Doug Liman sono piloti d’aerei e come spesso accade nei suoi film l’attore di Top Gun non ha voluto controfigure e ha pilotato personalmente tutti gli aerei.

La vedova di Barry Seal si è resa disponibile alla lavorazione del film mettendo a disposizione della produzione, oltre ai suoi ricordi, anche foto e i video amatoriali che Barry aveva girato nei giorni in cui era braccato dai narcos colombiani.

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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