7 sconosciuti a El Royale, l’ultimo film scritto e diretto da Drew Goddard, presentato alla 13a edizione della Festa del Cinema di Roma, è un thriller noir dai toni retrò.
7 sconosciuti a El Royale: sinossi
Alla fine degli anni ’60, un prete attempato affetto da demenza precoce, una corista afroamericana che vuole fare carriera, un venditore ambulante in vacanza e una giovane donna dal look hippie, arrivano per caso nello stesso giorno a “El Royale”, un motel un tempo sfarzoso ma ora degradato lungo la strada al confine tra California e Nevada. L’hotel semi abbandonato è gestito interamente da un giovane concierge tuttofare dall’aspetto spaventato. Dopo pochi minuti, diventa chiaro che quasi nessuno è esattamente quello che sembra, ma le cose vanno davvero di male in peggio di sera quando durante un violento temporale i personaggi rivelano i loro misteri.
7 sconosciuti a El Royale: il nostro giudizio
L’El Royale è basato sul famoso Cal Neva Resort & Casinò, che un tempo era di proprietà di Frank Sinatra. A cavallo tra California e Nevada, la scelta delle camere tra lato destro o sinistra rimarca già dalle prime scene la scelta tra bene e male. I sette sconosciuti rappresentano forse i sette peccati capitali: sette peccatori in cerca di assoluzione o redenzione. Ma presto i misteri e le bugie si accumulano e la tensione sfocia con improvvise scene d’inaspettata violenza, che tengono lo spettatore inchiodato al sedile pronto a sobbalzare.
Il regista-sceneggiatore Drew Goddard, pescando ampiamente nel repertorio di Tarantino e De Palma, realizza un film stilisticamente perfetto. Impeccabili le sequenze senza tagli tra le camere e i corridoi, dove tutti gli attori si muovono in perfetta sincronizzazione. Meno buoni i dialoghi e le ambientazioni, più teatrali che cinematografiche.
Sulla seconda metà del film, quando abbiamo già assistito a violenza e crimini legati allo spionaggio, il gore si ravviva con l’arrivo di Billy Lee (Chris Hemsworth). L’attore che per ricoprire il ruolo ha dovuto perdere i quasi 20 chili di massa muscolare mostrata negli Avengers, si pavoneggia ostentando addominali scultorei dalla camicia sbottonata. Billy Lee vorrebbe richiamare a Charles Manson e gli orribili omicidi intravisti sugli schermi della TV della lobby ricordano all’omicidio di Sharon Tate effettuati dagli affiliati di Manson servono solo per far dire agli spettatori: ah, l’ho riconosciuto!
7 sconosciuti a El Royale
valutazione globale - 5.5
5.5
thriller noir dai toni retrò
7 sconosciuti a El Royale: giudizio in sintesi
Un bel thriller dai toni retrò che accenna a fatti verosimili accaduti in un periodo storico che potrebbe oscillare tra il 1965 e il 1968. Gustoso è l’approccio stilistico e la cura dei dettagli e dei costumi. Bravi gli attori, soprattutto le performances di Jeff Bridges e Cynthia Erivo. L’intero cast è ben noto per un prodotto di grande intrattenimento che piacerà un pubblico che non vuole pensare molto. La violenza però è spesso gratuita e sopra le righe, e copre l’ottima prova di regia Goddard le cui trovate coreografiche risultano messe in secondo piano. Personalmente il film mi fa pensare a un merge di film Quentin Tarantino, da e Four Rooms a The Hateful Eight (e qualcosa di Dal tramonto all’alba). Ugualmente è diviso in capitoli, l’avvicendarsi di flashback, inquadrature fisse in ambienti statici e personaggi capaci di cose meravigliose e terribili. Tutti gli ingredienti ci sono, tranne l’originalità.
Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook