- scheda e trailer
- recensione
DATA USCITA: 2 marzo 2017
GENERE: Commedia
REGIA: Maren Ade
ATTORI: Peter Simonischek, Sandra Hüller
NAZIONALITÁ: Germania, Australia
DURATA: 162′
DISTRIBUITO DA: Cinema
Sinossi: Il film è una deliziosa e sorprendente commedia che racconta il complicato ma tenero rapporto di una giovane donna manager, dedita solo al successo e alla carriera, con l’eccentrico padre, che fa di tutto per farle tornare il senso dell’umorismo e la leggerezza della vita.
Candidato ai Premi Oscar 2017 come migliore film straniero, e acclamato al Festival di Cannes 2016, Vi presento Toni Erdmann è il terzo lungometraggio della regista tedesca Maren Ade. Già distintasi con Everyone Else, vincitore dell’Orso D’Argento nel 2009, la Ade che ha iniziato da adolescente a girare film amatoriali con una videocamera Hi-8, mantiene in questa pellicola una regia naïve da presa diretta con lunghe inquadrature ravvicinate che coinvolgono lo spettatore fin dentro la storia. La macchina si avvicina a tal punto ai personaggi da far provare imbarazzo per l’intromissione nelle vicende altrui.
Vi presento Toni Erdmann: la trama
Quando l’eccentrico maestro di pianoforte Winfried Conradi (Peter Simonischek) si presenta a Bucarest dove lavora da anni sua figlia Ines (Sandra Hüller), donna-in-carriera fredda e pervasiva, lei finge di non vederlo. Nei giorni successivi, imbarazzata delle buffonate del padre e sotto pressione per un lavoro in cui deve contendere il primato con uomini-squalo della finanza, lo introdurrà nel suo ambiente come il Signor Toni Erdmanm. Winfried Conradi si presenta con parrucca sintetica e grandi denti posticci, e si spaccia con nonchalance per ambasciatore, uomo d’affari o life-coach di qualche pezzo grosso. Ai travestimenti e agli atteggiamenti eccentrici di Winfried, Ines risponde con un comportamento distaccato, un abbigliamento ingessato, movimenti e chignon a banana sempre sotto controllo. Solo nel finale i due si “spogliano” dei loro travestimenti per marcare un sottile avvicinamento delle parti. Alla domanda “ma tu sei felice..?”, Ines risponde con le parole di Whitney Huston: “Learning to love yourself it is the greatest love of all…” , mentre per Winfried la felicità è coglierne l’attimo, fargli una fotografia. Prima che svanisca, nei titoli di coda.
Vi presento Toni Erdmann: location
A fare da cornice allo scontro tra Ines e Toni/Winfried, sono i moderni palazzi di vetro, i residence e ristoranti di lusso della Bucarest in piena espansione economica. Ambienti estranei ed entrambi, decorati con oggetti costosi che tuttavia non hanno storia né anima. Il film tuttavia inizia e si conclude nella Germania di provincia più cara alla Ade, cresciuta a Karlsruhe, in case piene di piante, di cianfrusaglie e di ricordi, e dove i due – anche solo per un attimo – si rispecchiano.
Ines vs. Winfried, il giudizio
La locandina promette un “Trionfo di risate” e un film “Travolgente”, tuttavia non fatevi ingannare: questo non è un film da domenica pomeriggio. Anche se girato con più leggerezza, Vi presento Toni Erdmann ricorda la regia di Lars von Trier e le regole stilistiche anti-holliwoodiane del movimento Dogma. Le risate ci sono ma sono più grida di sfogo che risate di comicità. E travolgente sarà la voglia di chiamare vostro padre all’uscita del cinema!
Per concludere, sulla lunghezza – a mio avviso eccessiva – del film, la Ade dichiarava candidamente: “Ho tagliato fuori un sacco di cose…ma poi ho rimesso tutto come prima, tranne forse 10 secondi. Perché quando ho tolto alcune scene, il film sembrava ancora più a lungo. E’ strano a volte”.
Quindi godetevi questi 162’ di situazioni imbarazzanti, dialoghi che sembrano improvvisati, silenzi teutonici, un girato da real-time e un’altalenante sensazione di calore-gelo come foste in menopausa!
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Vi presento Toni Erdmann
Valutazione globale
Una commedia eccentrica e a tratti sconcertante
Il film non è un trionfo di risate come qualcuno lo ha definito.,è un film malinconico in cui è evidente il rimpianto di un padre che non ha saputo,in gioventù,creare con la figlia un rapporto di reciproco rispetto.La causa di tutto ciò un clima non sereno in famiglia e il divorzio dalla moglie.La figlia,delusa dalla situazione familiare,cerca di farsi spazio ,a gomitate,nel mondo del lavoro,un mondo spietato dove sono assenti sentimenti umanitari e prevalgono fini utilitaristici.Il padre che si accorge solo alla fine della sua vita lavorativa di aver perduto affetto e stima da parte di sua figlia è una figura perdente e cerca di recuperare facendo il pagliaccio…Il film è grottesco, lungo e dispersivo.