The Post, questo il titolo del nuovo film di Steven Spielberg, con Merly Streep e Tom Hanks nei ruoli di protagonisti. La storia, dedicata al lavoro giornalistico che portò alla pubblicazione dei documenti rivelatori dei rapporti segreti tra il governo americano e il Vietnam tra gli anni quaranta e gli anni sessanta, è quanto mai attuale in un momento in cui i media sono divisi tra fake news e post – verità.
The Post è una storia di ieri che ci fa riflettere sul nostro presente.
In questo senso il film, incentrato in modo particolare sulla decisione del The Washington Post di pubblicare i Pentagon Papers nel 1971, si adatta quanto mai bene anche alle ragioni che animano l’oramai noto #MeToo movement. Non è forse un caso che, alla prima del film al Newseum, il pubblico si sia dimostrato particolarmente entusiasta proprio nei momenti chiave della storia nei quali i protagonisti decidono di pubblicare i fogli del Pentagono. La trama della storia, per tematiche trattate, si lega inoltre a doppio filo con quella del film premio Oscar del 1976, Tutti gli uomini del presidente, sul ruolo che i media ebbero nell’ esplosione del Caso Watergate, il quale portò alle dimissioni del Presidente Nixon. The Post ruota infatti attorno al lavoro svolto dall’editrice del Washington Post, Katharine Graham (Meryl Streep), e dal più determinato dei suoi redattori, Ben Bradlee (Tom Hanks), per rendere noti al mondo i contenuti dei Pentagon Papers.
Marly Streep sempre in prima linea per rivendicare maggiore giustizia per le donne.
Meryl Streep è di recente apparsa a un evento al fianco di Spielberg, Tom Hanks, Bob Odenkirk e Bradley Whitford, durante il quale ha espresso le sue perplessità in merito all’indirizzo che sta prendendo la bolla mediatica esplosa attorno alle molestie sessuali denunciate da molte celebrities. “Credo che quanto emerso di recente sia qualcosa di positivo.” – ha detto la Streep –
Ma non credo che ci aspetti, per questo, un futuro roseo. Stiamo facendo due passi avanti e uno indietro. Penso che di questo passo potremmo trovarci presto in vicolo cieco. Ma allo stesso tempo sono convinta che i giovani stiano leggendo questi eventi in un modo diverso rispetto a noi e in ciò ripongo la mia speranza in una reale cambiamento.
The Post non si ferma solo sull’importanza di tutelare il diritto di cronaca. La storia infatti diventa anche un momento per riflettere in merito alle diseguaglianze di genere ancora molto forti nella nostra società e alla volontà graduale di superarle.
Emblematica in tal senso è la scena del film in cui vediamo Meryl Streep camminare in una stanza in cui, da una parte, ci sono solo segretarie donne e, dall’altra, altrettanti uomini d’affari e dirigenti del The Washington Post, indaffarati a discutere della pubblicazione del giornale. “Trovarsi a prendere parte a una riunione, dove ci sono quasi esclusivamente uomini nei ruoli di leadership, mi fa sentire avvilita.” – ha aggiunto Meryl Streep – “Questo è tanto più triste se pensiamo che chi gestisce un’azienda si rivolge una popolazione composta per il 51% da donne.”
The Post e verità che vengono a galla
Spielberg ha parlato invece del #MeToo movement definendolo uno “tsunami di verità e resa dei conti”, capace di determinare una incrinatura del sistema.
Se queste donne coraggiose si stanno facendo avanti, rivelando verità nascoste per anni e anni, se questa verità sta facendo tremare molti, coinvolgendo figure di diverso profilo, significa che stiamo andando nella giusta direzione. Ciò che era sotterraneo è finalmente emerso alla luce, come una pietra che affiora dall’acqua. Ed è grazie a questo che credo oggi si possa parlare della nascita di un vero e proprio movimento in difesa delle donne.
Accanto a Spielberg e al cast, alla prima del film erano presenti Warren Buffett, Barry Diller, Sally Quinn, Sen. Patrick Leahy (D-Vt.), Chris Wallace, Wolf Blitzer, Bob Woodward, Carl Bernstein, il propietario del Post, Jeff Bezos, Washington Post executive editor Martin Baron, Don Graham, Lally Weymouth e Shelby Coffey. Insieme a loro anche Daniel Ellsberg, l’ex militare americano che trascrisse i Pentagon Papers per farli avere prima al Times e poi al Post, il quale non ha potuto non alzarsi in piedi quando Spielberg lo ha presentato come colui che “ha ispirato la storia del film.”
Spielberg ha inoltre voluto precisare che: “Tutto questo significa molto più di quanto io sia capace di descrivere e rende omaggio a due giganti del giornalismo: Katharine Graham e Ben Bradlee.” I veri protagonisti del film sono infatti le due istituzioni della democrazia americana, ovvero il New York Times e il Washington Post. Il film ha detto il regista è “Una storia di rivalità (tra le due testate Ndr) ma anche di collaborazione reciproca.”
Il film sarà distribuito dalla 21st Century Fox e arriverà nelle sale il 1 febbraio 2018.
Per ogni notizia e aggiornamento sul mondo dello spettacolo, cinema, tv e libri, vi consigliamo di seguire la nostra pagina Facebook
Fonte: Variety