La recensione di Rocketman, nelle sale dal 29 maggio, il film di Dexter Fletcher che ripercorre la vita dell’artista Elton John interpretato da Taron Egerton.
Rocketman: la sinossi
Reginald Dwight è un ragazzino timido e introverso. I suoi genitori sono incapaci di regalargli l’affetto di cui lui ha terribilmente bisogno. Reginald trova il suo riscatto nel grande talento che ha per il pianoforte. Il fondamentale incontro con il paroliere Bernie Tupin (Jaime Bell) lo porta, nel corso degli anni, a diventare un star mondiale da milioni di dischi venduti. Il ragazzino timido e impacciato lascia lo spazio ad un’artista a tutto tondo che tutti noi conosciamo con un preciso nome e cognome: Elton John (Taron Egerton).
Rocketman: le nostre impressioni
Rocketman si apre in un corriodio dove in fondo si trova una porta. Qualcuno la spalanca facendo entrare una luce bianca abbaggliante. Quel qualcuno è l’artista Elton John e quel corriodio fa parte di una struttura di recupero da dipendenze. Elton entra in una stanza, si siede e racconta agli altri tutta la sua vita che lo ha portato fin lì, a chiedere disperatamente aiuto. Si capisce subito che il film è presentato al pubblico come una specie di autoanalisi al quale Elton John si sottopone, che parte da quando era ancora il timido e impacciato Reginald e prosegue con l’ascesa al successo di un artista capace di arrivare al vertice delle classifiche mondiali in un batter d’occhio.
Sgomberiamo subito il campo da equivoci e da chi, fin dall’uscita del trailer, ha visto in Rocketman un clone di Bohemian Rhapsody. Con il film che raccontava la fin troppo edulcorata vita di Freddy Mercury e dei Queen, Rocketman ha in comune soltanto il regista, quel Dexter Fletcher che prese il timone della nave quando Bryan Singer venne licenziato. Sbagliato etichettare l’operazione come un semplice biopic musicale. Rocketman è qualcosa di più e di diverso; è un musical, dove le canzoni sono parti integranti della trama e sono funzionali al procedere della storia. Le storiche canzoni di Elton John diventano così delle (ottime) coreografie dal sapore di Broadway, una vera e propria esplosione di colori, di lustrini e di pailettes, complice anche gli sgargianti vestiti con cui Elton John era solito esibirsi nei primi anni della sua carriera.
Il film di Fletcher è attento – complice una sceneggiatura completamente approvata da Elton John, che figura anche in veste di produttore – a non tralasciare nessun aspetto, positivo o negativo che sia, della vita dell’artista. Così, ad una prima parte cupa e malinconica, rappresentata dall’infanzia poco felice di Reginald, dove l’unica persona in grado di capirlo e coccolarlo a dovere è la nonna, si contrappone una parte più rock, che combacia con l’ascesa al successo di Elton John. Ma è un successo difficile da gestire quando si è fragili e il ricorso a qualche valvola di sfogo di troppo – alcol, droghe pesanti e sesso compulsivo su tutto – è un richiamo al quale Elton non sa resistere.
E’ forse nei momenti in cui il protagonista è al vertice del suo successo che Rocketman inciampa in qualche didascalismo di troppo, segno che in fase di sceneggiatura in qualche punto ci si è dimenticati della regola anglosassone dello “Show, don’t tell”. O come quando la storia prende delle facili scorciatoie avanzdo bruscamente il racconto. Niente che comunque pregiudichi il film dal dirsi un’operazione non riuscita.
A prestare il fisico ad un giovane Elton John è l’attore Taron Egerton. Il destino ha voluto che John e Egerton si incontrassero già sul set del secondo film della saga di Kingsman. Forse è lì che l’autore di Your Song ha visto in Egerton la persona adatta ad interpretarlo. Arrivati al termine delle due ore di film possiamo dire con certezza che Elton John ci ha visto lungo: Taron Egerton si trasforma letteralmente in Elton John, riusciendo a ricreare alla perfezione l’espressioni del volto e i movimenti corporei delle performance sui palcoscenici. A differenza di Rami Malek in Bohemian Rhapsody, dove l’attore si faceva aiutare dalla tecnica del lip-sync, Taron Egerton canta tutte le canzoni con l’unico ausilio delle sue corde vocali.
Rocketman
Valutazione globale - 7
7
Un musical dal sapore di Broadway sulla vita di Elton John
Rocketman: giudizio in sintesi
Rocketman sono 120 minuti di musica, colori, luci, lustrini, costumi eccentrici, amore, passione, depressione, libertà. Tutte caratteristiche che hanno contraddistinto la vita privata e professionale di Elton John, qui ottimamente interpretato da Taron Egerton in un film che non si limita al formato di biopic musicale ma si spinge fino a diventare in tutto e per tutto un musical. Complice una sceneggiatura ben costruita, che cede soltanto a qualche didascalismo di troppo, Rocketman può dirsi un’operazione riuscita che riesce a raccontare a 360 gradi il percorso che ha portato l’artista di capolavori come Your Song e I Want Love dal successo inaspettato alla rovinosa caduta nel tunnel delle droghe dell’alcol. Dipendenze dal quale il cantante inglese è pulito da quasi 30 anni, come ci mostrano i titoli di chiusura dove un Elton John sorridente e felice insieme al compagno e ai figli adottati si appresta a calcare per l’ultima volta i palcoscenici mondiali.
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