A distanza di soli due mesi da The Post, arriva nelle sale Ready Player One il nuovo film di Steven Spielberg, tratto dall’omonimo romanzo di Ernst Cline del 2010.
Ready Player One: la sinossi

Ready Player One: le nostre impressioni

Riprendendo l’omonimo romanzo di Ernst Cline (qui anche sceneggiatore insieme a Zak Penn), Spielberg ci introduce in un mondo ormai alla canna del gas dove anche una superpotenza economica come gli Stati Uniti è ridotta ad un’immensa baraccopoli. La realtà è troppo brutta, deprimente, angosciante e l’unica boccata d’ossigeno è rappresentata da una realtà virtuale, quella di OASIS, dove ognuno può assumere l’aspetto e l’identità che vuole, senza distinzione di razza, sesso e quant’altro. E’ una realtà, se vogliamo, forse ancora più sincera di quella reale dove ci si può persino innamorare tra avatar senza conoscere l’aspetto reale di quella persona.

Il film non manca però di alcuni passaggi un po’ troppo superficiali, come il mancato sviluppo delle relazioni tra i protagonisti che si ritrovano a dover spiegare alcuni passaggi della loro avventura. Avrebbe necessitato sicuramente un maggior peso il personaggio di Halliday, interpretato dall’ottimo Mark Rylance, relegato invece ad una manciata di scene. Il suo personaggio è l’emblema della storia che sta alla base del film, colui che ha progettato un nuovo mondo migliore di quello reale. Se ci pensate bene, è un po’ anche la cifra stilistica degli universi fantastici creati da Spielberg nel corso della sua carriera.

Ready Player One
Valutazione globale - 7
7
Ultrapop
Ready Player One: giudizio in sintesi

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