Martin Scorsese ha debuttato con il suo ultimo documentario sulla vita del musicista americano Bob Dylan intitolato Rolling Thunder Revue. Il film Netflix esplora un eterogeneo gruppo di sgangherati artisti bohemien, in cui compaiono i nomi di Allen Ginsberg, Joni Mitchell, Joan Baez ed altri, che seguirono Dylan in tournée negli anni Settanta.
Un lavoro caro a Scorsese
Martin Scorsese ha sempre voluto dedicare un progetto sulla vita di Bob Dylan sin da quando diresse No Direction Home, un altro documentario dedicato all’artista Premio Nobel per la Letteratura. “Mi sentivo come vuoto, come si mancasse lavorare su un progetto dedicato alla musica, perciò mi ripromisi di accettare tutto ciò che avesse potuto riguardarla”, ha dichiarato Scorsese, “Quando il produttore Jeff Rosen mi portò nel 2008 alcuni filmati del tour pensai ‘posso farci qualcosa con questo materiale’. Volevo fare qualcosa che catturasse davvero lo spirito, l’anima della tournée in Rolling Thunder Revue, qualcosa che non si limitasse alla cronologia di esso”.
Rolling Thunder Revue: non solo musica
Finisce così che Rolling Thunder Revue diventa non solo un documentario, ma un concerto intimo e privato che colpisce gli spettatori alla prima, con tanto di applausi alla fine di ogni canzone, come se fosse un concerto live. In merito, Scorsese ha dichiarato, “Volevo creare un prodotto che riguardasse anche la musica e il suo linguaggio e quel momento sospeso che unisce parlato e melodia. In Rolling Thunder Revue volevo cogliere quell’atemporalità che caratterizza il lavoro di Bob Dylan e non solo, anche di coloro che lo accompagnarono in questo tour, selvaggio e di impatto per la cultura successiva. E’ reale, autentico, con un significato, sia allora che oggi. Puoi ascoltare la musica o leggere i testi, possono essere cantati da chiunque e mantengono comunque un significato. La musica di Dylan rimane sempre fresca, nuova, e supererà sempre la barriera del tempo”.
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Fonte: The Hollywood Reporter