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Molly's Game

Molly’s Game – la recensione del film di Aaron Sorkin con Jessica Chastain

Molly’s Game è il film di debutto da regista per Aaron Sorkin, sceneggiatore di La guerra di Charlie Wilson (2007), The Social Network (2010), per il quale si è aggiudicato l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale, e Steve Jobs (2015). Protagonista di Molly’s Game, adattato da Sorkin dal libro Molly’s Game: From Hollywood’s Elite to Wall Street’s Billionaire Boys Club, My High-Stakes Adventure in the World of Underground Poker, è l’attrice statunitense Jessica Chastain.

Molly’s Game: la sinossi

Molly's GameMolly Bloom è una giovane donna, intelligente e promettente sciatrice, costretta a ritirarsi dall’attività agonistica e olimpionica in seguito a un brutto incidente. Trasferitasi a Los Angeles e cercando di guadagnare qualcosa per vivere serenamente il suo periodo di pausa prima dell’università, si ritrova ad organizzare giri di poker tra personaggi molto abbienti, prima per conto di un suo datore di lavoro e poi per conto proprio, fondando nel pieno della legalità uno dei più esclusivi e prestigiosi giri di poker del paese. Purtroppo i conti che dovrà fare non saranno solo quelli a fine partita…

Molly’s Game: le nostre impressioni

Aaron Sorkin con il suo Molly’s Game dà prova di sapersi destreggiare senza problemi anche con la regia, oltre che con la sceneggiatura. Il film utilizza tutta una serie di espedienti tecnici che riescono a tenere ben alta la nostra attenzione, pur senza creare una tensione troppo alta. In questo senso, il film rientra appieno nella tendenza post-moderna del pastiche di stili ed elementi eterogenei.

Molly's GameL’arma più potente ed efficace del film è sicuramente il montaggio, rapido, a tratti rapidissimo, che vagamente ricorda quello di Danny Boyle (con cui Sorkin ha peraltro lavorato per il film Steve Jobs), che permette letteralmente di visualizzare ogni aspetto della storia della protagonista. Mentre la voce di Molly ci racconta in flashback la sua storia, l’attenzione dello spettatore viene sollecitata da diverse sequenze in cui una lunga serie di oggetti e dettagli letteralmente cattura i nostri occhi. In questo modo il ritmo concitato del racconto, mostrato in montaggio alternato con il processo al quale Molly deve far fronte, trova un’eco in quello delle immagini, non a caso particolarmente nitide e con colori saturi. Questa scelta permette di inserire diverse descrizioni molto tecniche, come le spiegazioni scientifiche durante la gara di sci sull’attrezzatura, sullo svolgimento e sulle difficoltà della performance o l’illustrazione di diverse regole del poker accompagnate da riquadri e schemi. Nonostante rievochino un po’ quello che potrebbero essere degli odierni tutorial, non si può negare che, soprattutto per capire alcune mani delle partite di poker, questi schemi tornano particolarmente utili.

Voce narrante, montaggio rapido e alternato e immagini accattivanti sono astutamente utilizzati per permettere anche agli spettatori più pigri di godersi un film che scorre senza tempi morti, che sa alternare ritmi narrativi e stili diversi. Non è infatti un film che si rincorre per tutto il tempo da solo, ma che riesce a dosare abbastanza bene le colonne portanti della sua struttura. A questo si aggiungono anche i dialoghi esplosivi, concitati, carichi di un’ironia che non sfocia mai nel ridicolo o nel volgare. In questo senso la sceneggiatura è congegnata in modo da creare un’astuta complicità con lo spettatore, che, travolto da immagini e parole, non può far altro che seguire e a tratti sorridere compiaciuto.

Molly's GameCiò che sicuramente ci permette di empatizzare con il personaggio di Molly è il fatto che si tratti di una persona molto intelligente, che non organizza un giro di affari illegale come potrebbe fare un lupo di Wallstreet, ma che sfrutta l’opportunità di fare del vizio degli altri un proprio lavoro, senza farne di questo tuttavia una questione morale. Se esiste un possibile mercato in cui uomini particolarmente facoltosi hanno la mania del poker e la voglia di mettere in gioco i propri averi senza pensarci troppo sopra, Molly crea semplicemente il contesto in cui questi possono farlo, senza offrire tutti quegli extra di droga e prostituzione che sono invece protagonisti assoluti nel giro di affari del film di Scorsese.

Tuttavia, Molly’s Game non va oltre un film di intrattenimento, non si spinge più a fondo dell’empatia che possiamo provare nei confronti della protagonista, alla quale per una serie di errori e scelte sbagliate alla fine della sua carriera di organizzatrice di giri di poker viene tolto tutto, quella stessa empatia che spinge l’avvocato Charlie Jaffey (Idris Elba) a prenderla come sua cliente. Di certo l’esplicito riferimento alla Molly Bloom di Joyce non basta a creare un rapporto intertestuale sufficientemente approfondito e intellettuale. Se da un lato l’esuberante e accattivante estetica che viene costruita ci permette di seguire con estrema facilità e disimpegno la storia di Molly (interpretato da una bravissima Jessica Chastain), dall’altro non ci viene letteralmente lasciato spazio per qualche riflessione in più. A parte ciò, rimane un film estremamente godibile e tecnicamente ben pensato.

Molly's Game

valutazione globale - 7

7

Un film accattivante ma che non va oltre il puro intrattenimento

User Rating: 0.6 ( 1 votes)

Molly’s Game: un giudizio in sintesi

Molly's GameAaron Sorkin dà una buona prova di regia con il suo film di debutto dietro la cinepresa, proponendo un film eccentrico ed energico, in cui diverse scelte tecniche sono utilizzate per tenere alta l’attenzione del pubblico, che viene letteralmente investito dalle immagini e dalle parole dei personaggi e della voce narrante. Il ritmo è sostenuto e alterna con ponderazione momenti molto concitati ad altri più dilatati, ma senza alcun tempo morto. Tuttavia il film non va molto oltre: intrattiene, ci propone una storia interessante di una giovane donna molto intelligente che si riscatta ogni volta che cade facendo affidamento sulla propria brillante testa, con la quale possiamo creare una certa complicità, ma non si spinge molto oltre. Ma in fondo, ce ne fossero di più di film del genere, che intrattengono per più di due ore senza appesantire il pubblico con scene lente e spocchiose questioni morali…!

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