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Le Venerable W.: la recensione dalla 58a edizione del Festival dei Popoli

Le Venerable W. racconta in modo raffinato le atrocità commesse dal monaco buddista Ashin Wirathu a danno della minoranza musulmana…

Le Venerable W. – la sinossi

Le Venerable W. è un documentario del regista francese, ma nato a Teheran nel 1941, Barbet Schroeder. Costituisce un’indagine sul monaco buddista Ashin Wirathu, leader del movimento 969 con il quale ha veicolato una politica di vera e propria segregazione razziale nei confronti della minoranza musulmana Rohingya (ci viene detto che rappresentano appena il 4 % della popolazione). W., come viene presentato nel titolo, propone, e riesce a far diventare legge, che i musulmani possano fare solo un figlio ogni tre anni, oltre a propugnare il boicottaggio degli esercizi commerciali tenuti da musulmani così come le compravendite tra le due diverse etnie.

Le Venerable W. – le nostre impressioni

L’obiettivo di W. è estirpare completamente la presenza sul territorio del Rohingya, colpevoli di riprodursi in modo compulsivo “come dei pescegatti”, e attentare all’integrità etnica e religiosa della maggioranza buddista attraverso metodiche come la “sex strategy”: sposare una donna buddista usando l’attrattiva dei soldi e indurla ad abbandonare la propria religione. Compaiono testimonianze dile venerable w giornalisti e parti in causa che fanno risaltare i lati oscuri della figura di W. e viene tratteggiata, anche se rapidamente, la sua affiliazione col potere rappresentato dal presidente Thein Sein. Si inoltrano poi sospetti sugli sponsor del movimento 969 alla luce degli ingenti mezzi finanziari di cui dispone.

Le venerable W è un’opera di pregevole fattura che mette in campo piani sequenza e movimenti di macchina da presa molto curati, accompagnati da una notevole qualità dell’immagine, interpolati da momenti in presa diretta con immagini tremolanti, sequenze tratte con telefoni cellulari e fotografie. Il tutto risulta sicuramente suggestivo, allorché la violenza, prima verbale e cartacea propugnata dal monaco Wirathu, esplode nella realtà. Eppure W. sarebbe epigono di una cultura che ha nella mitezza e nell’amore per tutte le creature del mondo la sua fonte di ispirazione.

In varie parti del documentario i monaci buddisti intonano infatti il Metta Sutta, una preghiera che, come apprendiamo dalla suadente voce di una speaker che lo recita in inglese, costituisce un augurio affinché la felicità tocchi i cuori di tutti gli esseri che popolano il mondo, sotto qualunque forma essi si manifestino. Come tutto questo possa essere stato forzato fino a inglobare atti e parole di intolleranza e odio raziale verso la minoranza musulmana, definita kalar in senso dispregiativo, da W. e dal suo movimento 969, suscita sorpresa e inquietudine. Che sia perché, come viene citato da un testo buddista, anche un cuore puro se sottoposto a stille continue di male (evil in inglese) possa essere tramutato nel suo contrario, come la goccia che sottopone a stillicidio la roccia e alla fine la vince?

le venerable WW. viene seguito nei suoi sermoni, spesso così violenti nei contenuti da ricordare Hitler, eppure di rado scomposti nei toni e nei gesti. Per molti altri minuti parla invece a ruota libera di fronte alla telecamera intento a costruire per chi lo ascolta il suo profilo di eroico leader del sommovimento popolare del 2007 e autore di libri di successo proibiti dalle autorità birmane. Anche qui si intuisce sotto la pacatezza dei modi il conflitto con i precetti buddisti che vorrebbero l’annullamento dell’ego. Il corredo di scene crude di conflitto tra buddisti e musulmani arriva a disilludere sul fatto che non esistono facili antidoti alla violenza umana, poiché essa cova, come già detto dalla filosofa Hannah Arendt, anche in chi mai sembrerebbe esservi predisposto.

Le venerable W

valutazione globale - 7.5

7.5

pregevole e suggestivo

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Le Venerable W. – curiosità sul film

Il film è stato presentato in prima mondiale all’ultimo Festival di Cannes come Evento Speciale.

Il regista Barbet Schroeder è stato candidato come Miglior Regia agli Oscar del 1991 per il film Il Mistero Von Bulow ed è apparso come attore nelle pellicole Mars Attacks! di Tim Burton e Il treno per il Darjeeling di Wes Anderson.

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About Tommaso Perissi

Scopre la magia del cinema d'autore verso la fine degli anni 90 grazie ad una videoteca vicino alla stazione di santa maria novella che offre titoli ancora in vhs...poi frequenta saltuariamente vari cineforum in giro per la città

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