Il premio Oscar Barry Jenkins torna alla regia con la versione cinematografica del romanzo If Beale Street Could Talk (Se la strada potesse parlare) di James Baldwin. Grande l’aspettativa per questa nuova prova cinematografica dopo l’acclamato Moonlight che vinse nel 2016 gli Oscar come miglior film e migliore sceneggiatura non originale. Presentato alla 13a edizione della Festa del Cinema di Roma, questo In the Mood for Love ambientato ad Harlem riceve il plauso del pubblico.
If Beale Street Could Talk: la sinossi
La diciannovenne Tish e il ventiduenne Alonzo detto Foony vivono ad Harlem e si amano da quando erano bambini. Quando decidono di andare a vivere insieme e mettere su famiglia lo fanno affrontando molti ostacoli. Ma il loro amore sopravvive anche quando l’ennesimo sopruso vede Foony accusato ingiustamente di un crimine che non ha compiuto. Quando Tish scopre di essere incinta, la notizia viene accolta con gioia dall’intera famiglia e la coppia si sostiene nonostante la situazione disperata.
If Beale Street Could Talk: le nostre impressioni
Il film apre con un primissimo piano sul volto di Tish (Kiki Layne), illuminato dal bagliore giallo-arancione di una lampada a muro. Questa inquadratura che prende l’intero schermo rivela un personaggio giovanissimo ma deciso, mentre racconta che il suo amore è in carcere. L’Amore è il tema centrale di questo dramma. Anche se il film – come il romanzo – denuncia le ingiustizie e il profondo razzismo che le comunità afro-americane di tutte le città hanno sopportato negli anni, If Beale Street Could Talk, parla di sentimenti e di solidarietà familiare. Mentre la pellicola segue la storia d’amore e le peripezie giudiziarie di Alonzo (Stephan James), la voce fuori campo di Tish è a tratti accompagnata da fotografie dell’epoca che ritraggono afro-americani incarcerati, percossi e brutalizzati dalla polizia. Daniel, l’amico di Foony che racconta i soprusi subiti in prigione, ci ricordano di quanta strada è stata fatta dalla segregazione di colore, ma quanto il tema sia purtroppo attuale.
Ispiratosi ai ritratti del fotografo Roy DeCarava che negli anni ’50 catturò l’anima di Harlem ritraendo i musicisti jazz di colore in ambienti familiari e intimi, Jenkins rappresenta aspetti della comunità afro-americana lontana dalle caricature e dalla ghettizzazione di oggi e di allora. I colori saturi e ingialliti ricreano le atmosfere primi anni ’70 e i lenti movimenti di macchina alla Wong Kar-wai che seguono i protagonisti ritraggono i volti espressivi in stretti close-up.
L'amore è il fulcro del nuovo melodramma di Barry Jankins, che promuove un cambiamento sociale stimolando l’empatia più che la vendettaIf Beale Street Could Talk
Valutazione globale - 6
6
If Beale Street Could Talk: giudizio in sintesi
If Beale Street Could Talk è un melodramma romantico e una denuncia sociale. Molto belle le inquadrature sui volti puliti di Kiki Layne, Stephan James e Regina King. Dolore e rabbia, ma soprattutto l’amore e tenerezza sono il fulcro del film di Barry Jankins, che promuove un cambiamento sociale stimolando l’empatia più che la vendetta. Citando Baldwin: “L’amore non inizia o termina nel modo in cui sembriamo pensare che lo faccia. L’amore è una battaglia, l’amore è una guerra; l’amore è una crescita”. Dopo Moonlight tuttavia ci si aspettava di più da Jenkins, che nel suo nuovo film risulta poco incisivo sui temi contemporanei di ravvivato razzismo. Molta tecnica, ma poco trascinamento.
Intervistato alla 13 edizione della Festa del Cinema di Roma, Jenkins ci dice che il film racconta due voci, la voce critica e quella della sensualità. Nonostante tutti i soprusi che sono stati prerpetuati nei confronti della comunità afro-americana, permane il desiderio di celebrare la bellezza e l’amore. E la vita, come Tish, Foony e il loro bambino.
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