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Game of Thrones : recensione del finale di serie “The Iron Throne”

La recensione dell’episodio 8×06 di Game of Thrones – Iron Throne. Attenzione! L’articolo contiene spoiler!

Game of Thrones 8.06 – The Iron Throne: la sinossi

Dopo la battaglia contro Cersei, Daenerys si appresta a governare Westeros. Tyrion e Jon sembrano invece sempre meno convinti della lucidità della giovane Targaryen dopo la distruzione di Approdo del Re.

Game of Thrones 8.06 – The Iron Throne: le nostre impressioni

Emilia Clarke

L’ultima puntata di una saga che ha segnato la storia della televisione mantiene tutte le premesse della vigilia e mantiene la coerenza con cui sono state costruire le ultime due stagioni: sceneggiatura banale, dettagli lasciati al caso e all’interpretazione degli spettatori. Il tutto condito dal solito grande male che Benioff e Weiss ha voluto introdurre nella saga e che rappresenta il maggior difetto per una storia di questo tipo: il tempo. Seguendo il trend consueto le vicende si svolgono con una grandissima rapidità, senza dare allo spettatore (e agli stessi personaggi) la possibilità di assimilare i vari cambiamenti in atto.

Supportati da una regia migliore della loro capacità di scrittura senza l’aiuto dei libri (ottima e di grande emotività la scena in cui Tyrion vede i corpi di Jaime e Cersei), Benioff e Weiss, dopo aver distrutto l’evoluzione di Jaime dando una morte glorificata a Cersei (uno dei pochi personaggi che non la meritava per come si era evoluta la sua linea narrativa), completa la distruzione del personaggio di Jon Snow. Dell’eroe ammirato fino alla sesta stagione resta una figura anonima e senza attrattiva, capace di pronunciare due battute in tutta la stagione. Anche nell’unico momento che ha dato un minimo di senso al suo ruolo: essere l’assassino di Daenerys. Una scena che non ha avuto la forza che tutti ci saremmo aspettati e che precede la distruzione del trono da parte di Drogon. La chiusura del cerchio di Jon Snow è plausibile ma lascia l’amaro in bocca insieme alla domanda più grande di tutte: che peso ha avuto davvero quella che doveva essere la rivelazione sulle sue origini? (sulla carta la più grande della saga). Niente. Se non avessimo saputo del suo sangue Targaryen e della sua natalità da Lyanna Stark e Rhaegar Targaryen le cose sarebbero rimaste le stesse. Alla fine Daenerys non è impazzita per questo.

Game of Thrones

Convincente la fine di Sansa Stark come regina del Nord, così come quella di Arya Stark esploratrice verso le possibile terre a ovest di Westeros. La scelta di Bran sul trono è coerente con la scelta di “spezzare la ruota”. Rompendo i vecchi schemi di successione, vale tutto e Bran – con il suo essere memoria storica di Westeros – ha le sue motivazioni. Purtroppo come spesso è capitato, il problema non è il “cosa” ma il “come”. Una deviazione del genere avrebbe meritato ben altra complessità narrativa di un concilio “da bar” improvvisato, in cui il prigioniero Tyrion detta la nuova procedura. Tyrion che si chiude in una maniera accettabile. Nel ruolo che meglio lo inquadra. La scelta di Bronn maestro del Conio piuttosto discutibile, così come lo è stata la sua presenza complessiva.

Senza considerare le solite incongruenze di Dothraki e Immacolati (ancora dobbiamo capire come fanno a essere così tanti dopo la 8.03) il finale una grande perplessità senza quella potenze emotiva che in tanti avrebbero auspicato. Una fine che sa tanto di Signore degli Anelli (nelle scelte, non certo nella qualità). Quella qualità che invece mantengono la colonna sonora e la fotografia.

Game of Thrones 8.06 - The Iron Throne

Valutazione globale - 5.5

5.5

Chiusura tra (poca) nostalgia e (tanta) perplessità.

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Game of Thrones 8.06 – The Iron Throne: giudizio in sintesi

Si chiude una saga che ha proiettato l’universo delle serie tv in un’altra dimensione. Otto anni – e otto stagioni – nel quale la spettacolarità su piccolo schermo si è alzata a livello mai visti. Game of Thrones (almeno fino alla quinta stagione) è riuscito a dare un’importanza a ogni singolo dettaglio poche volte riscontrata in un prodotto televisivo. Così come la capacità di costruire e far evolvere i personaggi. E’ proprio per queste ragioni che i buchi di sceneggiatura e la superficialità messa in campo nelle ultime due stagioni lasciano un grande senso di dispiacere. Insieme a quel “bah” in bocca che poco ha di nostalgico e tanto di neutro. Una sensazione che davvero non credevamo di provare per Game of Thrones.

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