Il primo agosto è uscito nelle sale italiane Dark Hall (Down a Dark Hall) diretto da Rodrigo Cortés con Uma Thurman e AnnaSophia Robb.
Dark Hall: la sinossi
Due sospensioni, un arresto per reati minori e un’accusa per incendio doloso: sono questi i motivi per cui Kit (Anna Sophie Robb) viene inviata all’istituto per ragazze speciali Blackwood Boarding School. Assieme a lei altre quattro ‘ragazze difficili’ arrivano alla Blackwood dove dovranno trascorrere l’anno scolastico sotto la guida della direttrice, l’affascinante ed eclettica Madame Duret (Uma Thurman). Durante la permanenza nell’istituto le ragazze si accorgeranno di avere dei talenti inaspettati per la musica, la pittura, la letteratura e l’aritmetica. Ma qualcosa si aggira tra gli oscuri corridoi di Blackwood, un’ombra misteriosa e terrificante che cambierà radicalmente i destini delle giovani ragazze.
Dark Hall: Le nostre impressioni
Dark Hall s’ispira al romanzo Down A Dark Hall dell’americana Lois Duncan (1974), autrice di numerosi thriller e horror per giovani adulti come So cos’hai fatto (1973) adattato al cinema nel 1997. La pellicola, realizzata da un habitué del thriller, lo spagnolo Rodrigo Cortés (Buried — Sepolto, 2010) e dai produttori della saga di Twilight, si pone senza troppe pretese tra il dramma adolescenziale e il soft horror.
Il film è infatti concepito essenzialmente per un pubblico young adults: in Dark Hall i problemi adolescenziali si mescolando al soprannaturale. Le ‘ragazze difficili’ della Blackwood sono arrabbiate e sconfortate: a farle soffrire sono l’immancabile crisi d’identità che sconvolge ogni teenager che si rispetti, i rapporti con la famiglia e con i coetanei e la paura di non potersi sentire, in qualche modo, ‘speciali’.
L’adolescenza, passaggio obbligatorio meraviglioso e terribile allo stesso tempo, viene qui raccontato attraverso la narrativa dell’horror. In maniera forse un po’ esasperante Dark Hall ci propone 96 minuti di crescendo musicali, di sussulti e grida di terrore, di tensione affetta e di effetti speciali. Ne risulta un film che parla agli adolescenti degli adolescenti, nel quale le presenze sovrannaturali e gli spiriti dell’aldilà s’intromettono nella vita — già abbastanza complicata — delle cinque millenial.
È un universo non troppo originale ma squisitamente manicheo quello di Blackwood, dove il Bene, incarnato dalle ragazze, si oppone e lotta contro l’ipocrisia degli adulti e contro l’oscurità. Quest’ultima, d’altronde, è forse la vera protagonista di Dark Hall. Il titolo ci fa capire molto della pellicola: un film dark, in senso lato del termine. Troppe, davvero troppe sono le scene girate al buio; ora, lungi dall’essere una soluzione suggestiva e/o spaventosa, questa totale assenza di luce risulta stancante, al limite del fastidioso.
A far brillare invece la pellicola sono invece le interpretazioni femminili. Uma Thurman, calata nei panni di una villian brillante e ambigua, riesce a polarizzare su di sé l’attenzione, incarnando magistralmente un’istitutrice fredda e dall’aspetto ottocentesco. AnnaSophia Robb invece, che abbiamo già avuto modo di conoscere in The Carrie Diary, interpreta eccellentemente la parte dell’adolescente arrabbiata e succube delle emozioni, affiancata dalle non meno meritevoli Isabelle Fuhrman, Rosie Day, Kirsty Mitchell e Rebecca Front.
Nel complesso, non è sbagliato dire che Dark Hall potrà essere facilmente dimenticato. Ciononostante, pur non brillando per l’originalità dei temi o della trama, resta un film adatto ai millenial che si possono facilmente identificare nel gruppo di ragazze arrabbiate e spaventate che si scoprono in realtà speciali.
Dark Hall
valutazione globale - 5.5
5.5
Un horror young adults che non brilla per l'originalità
Dark Hall: un giudizio in sintesi
Nel quadro — non propriamente avanguardista — di una villa fatiscente e isolata, cinque adolescenti arrabbiate e spaventate lottano contro delle presenze maligne provenienti dall’aldilà. Così Dark Hall s’inserisce nella lista dei film young adult che oscillano tra lo stile dell’horror e quello del teen drama. In altre parole a fare paura alle protagoniste non sono solo gli scricchiolii sinistri che sembrano animare una villa vetusta, ma sono anche le insicurezze, i confronti e la paura di sentirsi sbagliate. Non è di certo film che resterà negli annali ma l’abilità di Cortés a mantenere alta la tensione, combinata all’impeccabile interpretazione della Thurman e alla bravura di un promettente e giovane cast femminile, restituiscono a Dark Hall qualche pennellata di colore in una tavolozza narrativa che complessivamente resta nei toni del grigio.
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