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Una scena di Captain Marvel

Captain Marvel: la recensione del nuovo film con Brie Larson

Con un discreto ritardo rispetto all’universo “nemico” della DC, la MCU ha portato sugli schermi un film, o meglio, un “origin” film che vede come protagonista un’eroina. Captain Marvel, diretto da Ana Boden e Ryan Fleck, è un prodotto “necessario” per colmare delle lacune narrative utili per arrivare più preparati al gran finale, Avengers: Endgame, tuttavia risulta troppo scolastico, meno scorrevole rispetto ai prodotti Marvel precedenti.

Captain Marvel: sinossi

Una scena di Captain Marvel

Captain Marvel esordisce in medias res, con la protagonista Vers/Captain Marvel, Carol Danvers (Brie Larson) che già vive lontano dalla Terra, in mezzo al popolo Kree, dotata di randi superpoteri e, suo malgrado, coinvolta nella guerra tra i Kree e gli Skrull. Lei non ricorda il suo passato da umana ed è entrata come combattente nell’esercito dei Kree, la razza aliena che l’ha accolta, accompagnata dal maestro Yon-Rogg (Jude Law). In seguito ad una missione finita male, la futura Captain Marvel raggiunge la Terra, dove viene subito notata da Nick Fury (Samuel L. Jackson). In un continuo sforzo di ricostruire il suo passato, l’eroina dovrà soppesare e capire chi è davvero il nemico, colui che ha sempre considerato un nemico o colui che ti accoglie?

Captain Marvel: le nostre impressioni

Finalmente un grande pezzo mancante del puzzle MCU viene messo sul grande schermo. In Captain Marvel vengono eviscerati alcuni punti del grande universo Marvel in precedenza solo toccati e mai veramente approfonditi, tra cui quello del misterioso e progredito mondo Kree. Il pianeta Kree è luminoso, avanzato, ordinato, pulito, e si staglia in netto contrasto con quello Skroll, violento, disordinato, nemico. Questo non era mai stato fatto prima, ed è forse necessario, così come era necessario introdurre un personaggio a cui si ammicca dal finale di Avengers: Infinity War quale Captain Marvel, e l’origine del personaggio che ha unito tutti questi super eroi, ovvero Nick Fury. Tuttavia, le spiegazioni date sembrano dovute, quasi enciclopediche, recitate a mo’ di compito scolastico dai personaggi, in particolare da parte di Carol e Yon-Rogg.

Una scena di Captain Marvel

In un susseguirsi di dialoghi che sembrano un memorandum di nozioni che allo spettatore servono per unire i pezzi della grande tavola MCU, Captain Marvel ci presenta una storia che inizia in medias res: la protagonista è già una sorta di eroina, provvista di poteri, divisa, forza e determinazione. Tuttavia, non riesce a calibrare le proprie doti poiché non sa chi è davvero, quale sia il suo passato, e ciò la ancora in una dimensione oscura della sua mente. Il messaggio che sembra voglia passare è “puoi avere tutti i poteri dell’universo, ma se non sai chi sei non sarai mai un vero eroe”. Concetto lodevole, che da’ una giusta carica al film, per il resto piuttosto classico, appunto, “scolastico”. La forza emotiva di questo personaggio principale, che sta a metà tra l’essere una zavorra e un punto di forza, è stata veicolata bene dall’interpretazione di Brie Larson, ben calata nel personaggio, ma che rischia di essere sterile in alcuni momenti interpretativi. Che sia ormai strano per uno spettatore Marvel, sulla scia di prodotti come Guardiani della Galassia Vol. 1 e 2, trovarsi davanti a un’eroina dal profilo così classico e ligio al dovere?

Se da una parte troviamo un personaggio alle prese, per la seconda volta, con la presa di coscienza di sé come Captain Marvel, dall’altra troviamo personaggi veicolati da una certa maestria interpretativa, quali Jude Law e Samuel L. Jackson. Il primo da’ al personaggio di Yon-Rogg un sottile fascino, quasi subdolo, che fa presagire sin da subito la doppia faccia che cela dietro al sorriso e al fare protettivo nei confronti di Captain Marvel. Ad ogni modo, per quanto sia bizzarro (almeno per me) vederlo in un ruolo così lontano dal suo repertorio, si nota l’esperienza attoriale maggiore nel dar volto al personaggio. In Captain Marvel, inoltre, viene mostrato un giovane Fury, alle prese con i primi casi intergalattici e la nascita del germe degli Avengers, dettaglio inaspettato. La verve di Fury, la determinazione e (incredibile) entrambi gli occhi sono accenni interessanti per capire le origini del personaggio, in particolare se volti a comprendere meglio il sodalizio tra l’agente e l’eroina intergalattica.

Una scena di Captain Marvel

I dettagli di contorno, ma di vitale importanza per l’armonia generale di Captain Marvel, quali la colonna sonora e le fonti, non sono purtroppo sfruttate nel modo giusto, perdendosi in un citazionismo anni Novanta che non sembra centrare il punto. Certo, non possiamo pretendere un lavoro degno di James Gunn alla Guardians of the Galaxy, tuttavia si poteva fare di meglio.

Captain Marvel

valutazione globale - 5.5

5.5

Capitolo necessario ma grezzo

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Captain Marvel: un giudizio in sintesi

Una scena di Captain Marvel

Captain Marvel è un film sotto vari punti di vista “necessario”, sia per introdurre un personaggio che mancava nell’affresco Marvel, sia per fornire allo spettatore le ultime carte da mettere da usare nel “gioco finale”, Avengers: Endgame. Sebbene gli attori appaiano ben calati nelle parti, una nostalgia anni Novanta sfruttata miseramente, una classicità nella narrazione e nelle spiegazioni date a tavolino come in un compito scolastico, rendono il film un prodotto che nel complesso non spicca, forse troppo diretto, poco “raffinato” rispetto agli altri prodotti Marvel, dove l’elemento grezzo era ben studiato, volutamente reso percepibile.

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About Ilaria Coppini

25, ormai laureata in Letterature e Filologie Euroamericane, titolo conseguito solo per guardare film e serie TV in lingua originale (sulle battute ci sto ancora lavorando). Almeno un'ora al giorno per vedere un episodio la trovo sempre, e Netflix è ormai il mio migliore amico. Datemi del cibo e una connessione veloce e scatenerete la binge-watcher che è in me.

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