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Green Book: un inedito Peter Farrelly arriva al RFF13 con un film delizioso

Applausi e commozione del pubblico per il nuovo film di Peter Farrelly. Green Book è stato presentato alla tredicesima edizione della festa del cinema di Roma riscontrando il favore di tutti. Uno dei film più attesi del 2019 grazie alla magistrale performance del 60enne Viggo Mortensen.

Green Book: sinossi

Green Book Toronto Film FestivalTony “Lip” Vallelonga è un buttafuori di origini italiane che viene assunto da un famoso pianista afro-americano. I due attraverseranno gli stati Uniti, da New York al profondo sud affrontando difficoltà culturali e scontrandosi con le leggi razziali dell’America degli anni ’60. Il viaggio che li allontana sempre più da casa, li avvicinerà umanamente.

Green Book: il nostro giudizio in sintesi

Green BookUn biopic davvero ben fatto questa prima prova drammatica del regista Peter Farrelly, più noto per le sue commedie come Scemo e più scemo e Tutti pazzi per Mary. Farrelly dirige magistralmente Viggo Mortensen e Mahershala Ali nei panni di Don Shirley e Tony Vallelonga, una coppia improbabile di quasi amiciambientata nell’epoca Kennedy.

Il titolo si rifa al The Negro Motorist Green Book,  pubblicato tra il 1936 e il 1966. La guida utilizzata dagli afro-americani che indicava alloggi e attività commerciali non segregate, specialmente negli stati del Sud, dove le leggi razziali  impedivano ai coloured people la frequentazione di locali pubblici. Tratto da una storia realmente accaduta, il film è stato scritto dallo lo sceneggiatore Nick Vallelonga, figlio di Tony “Lip” Vallelonga, protagonista della vicenda. Il pianista è il famoso Don Shirley detto Doc, uno dei primi pianisti afroamericani a suonare musica classica con successo mondiale. Proprio come narra la vicenda, i due superarono le barriere razziali e culturali, e costruirono un’amicizia che durò fino a tutta la loro vita. Un incontro scontro quello dei due attori, irriconoscibili non solo nei costumi, ma anche nella fisionomia. Viggo Mortensen, qui ingrassato di 20 chili, accantona l’aspetto longilineo e scandinavo per interpretare l’autista italiano, dall’aspetto tozzo e dinoccolato. Mahershala Ali, Premio Oscar come miglior attore non protagonista nel 2016 nel ruolo dello spacciatore Juan in Moonlight, qui è un uomo compito ed elegante, che sorride solamente a fine concerto.

Green BookMolto belli i dialoghi tra i due: accalorati scontri durante le scene in auto, e più intimi ed emozionali durante i pasti o nelle camere d’albergo. Loquace e sgrammaticato l’autista, e saggio ma ermetico il pianista.  Durante le riprese, lo stesso Nick Vallelonga dichiara di essersi più volte commosso nel “rivivere” le scene familiari così vivide. Sicuramente una delle migliori sceneggiature dell’anno, già vincitore del People’s Award al TFF2018. Notevole la colonna sonora che accompagna il viaggio dei due, famosi brani di Blues alternati al repertorio classico del trio Don Shirley.

Green Book

Valutazione globale - 8

8

Un bellissimo film che fa "viaggiare" in più direzioni

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Green Book: curiosità dalla Festa del Cinema

Green BookImpossibile non ripensare al film premio Oscar A Spasso con Daisy del 1989, sebbene con un più marcato messaggio politico. Un film stilisticamente perfetto: ottima regia, bravi gli attori e le ricostruzioni. Ben bilanciato lo humour e il pathos. Da un lato la famiglia Vallelonga è una famiglia di immigrati italo-americani di Brooklyn, che sì frequenta il social club dei siciliani, ma si tiene lontano dalla dai traffici di mafia. Così anche il pianista è un uomo di colore nato in Jamaica, che parla correntemente il russo e l’italiano, colleziona oggetti rari e, sebbene si esibisca negli anni ’60, suona una musica da camera – e non il Blues.

Viggo Mortensen, intervistato alla tredicesima Festa del cinema di Roma, racconta di essersi molto divertito sul set con la numerosa famiglia Vallelonga. Di essersi alle volte commosso, e di aver mangiato ben oltre ingrassare i 20 chili richiesti. Infine dichiara che Green Book è un film che oltre a far ridere e piangere, invita a viaggiare, a confrontarsi con persone diverse. Un invito – aggiungo – a superare i limiti delle proprie impressioni, non solo sulla gente di colore. Un bellissimo film che fa “viaggiare” in più direzioni: indietro nel tempo, lungo un percorso di conoscenza, per giungere fin dentro all’animo umano.

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