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Una scena di Green Book con Viggo Mortensen e Mahershala Ali

Green Book: recensione del film con Viggo Mortensen e Mahershala Ali

Green Book di Peter Farrelly ha già fatto incetta di premi, dai Golden Globe 2019 come miglior film e attori, al TFF all’American Film Institute. Uno dei film più attesi del 2019 grazie alla magistrale performance del 60enne Viggo Mortensen, si appresta ad aggiudicarsi qualche statuetta durante la serata degli Oscar.

Green Book: sinossi

Una scena di Green Book con Viggo Mortensen e Mahershala Ali

Tony “Lip” Vallelonga è un buttafuori di origini italiane che viene assunto da un famoso pianista afro-americano. I due attraverseranno gli stati Uniti, da New York al profondo sud affrontando difficoltà culturali e scontrandosi con le leggi razziali dell’America degli anni ’60. Il viaggio che li allontana sempre più da casa, li avvicinerà umanamente.

Green Book: le nostre impressioni

Una scena di Green Book con Viggo Mortensen e Mahershala Ali

Un biopic davvero ben fatto questa prima prova drammatica del regista Peter Farrelly, più noto per le sue commedie come Scemo e più scemo e Tutti pazzi per Mary. Farrelly dirige magistralmente Viggo Mortensen e Mahershala Ali nei panni di Don Shirley e Tony Vallelonga, una coppia improbabile di quasi amiciambientata nell’epoca Kennedy.

Il titolo si rifà a The Negro Motorist Green Book, la guida utilizzata dagli afro-americani, pubblicata tra il 1936 e il 1966, che indicava alloggi e attività commerciali non segregate, specialmente negli stati del Sud, dove le leggi razziali  impedivano ai coloured people la frequentazione di locali pubblici. Tratto da una storia realmente accaduta, il film è stato scritto dallo sceneggiatore Nick Vallelonga, figlio di Tony “Lip” Vallelonga, protagonista della vicenda. Il pianista è il famoso Don Shirley detto Doc, uno dei primi pianisti afroamericani a suonare musica classica con successo mondiale.

Una scena di Green Book con Viggo Mortensen e Mahershala Ali

Proprio come narra la vicenda, i due superarono le barriere razziali e culturali, e costruirono un’amicizia che durò tutta la loro vita. Un incontro scontro quello dei due attori, irriconoscibili non solo nei costumi, ma anche nella fisionomia. Viggo Mortensen, qui ingrassato di 20 chili, accantona l’aspetto longilineo e scandinavo per interpretare l’autista italiano, dall’aspetto tozzo e dinoccolato. Mahershala Ali, Premio Oscar come miglior attore non protagonista nel 2016 nel ruolo dello spacciatore Juan in Moonlight, qui è un uomo compito ed elegante, che sorride solamente a fine concerto.

Molto belli i dialoghi tra i due: accalorati scontri durante le scene in auto, e più intimi ed emozionali durante i pasti o nelle camere d’albergo. Loquace e sgrammaticato l’autista, e saggio ma ermetico il pianista.  Durante le riprese, lo stesso Nick Vallelonga dichiara di essersi più volte commosso nel “rivivere” le scene familiari così vivide. Sicuramente una delle migliori sceneggiature dell’anno, già vincitore del People’s Award al TFF2018 e del Golden Globe 2019. Notevole la colonna sonora che accompagna il viaggio dei due, famosi brani di Blues alternati al repertorio classico del trio Don Shirley.

Green Book

valutazione globale - 8

8

Un bellissimo film che fa "viaggiare" in più direzioni

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Green Book: giudizio in sintesi

Una scena di Green Book con Viggo Mortensen e Mahershala Ali

Impossibile non ripensare al film premio Oscar A Spasso con Daisy del 1989, sebbene con un più marcato messaggio politico. Si tratta di un film stilisticamente perfetto, orchestrato da un’ottima regia, con dei bravi attori che contribuiscono alla ricostruzione fedele e accurata del contesto sociale degli anni ’60. Altro pregio del film è anche il buon equilibrio tra lo humour e il pathos. Da un lato la famiglia Vallelonga è una famiglia di immigrati italo-americani di Brooklyn, che sì frequenta il social club dei siciliani, ma si tiene lontano dai traffici di mafia. Così anche il pianista è un uomo di colore nato in Jamaica, che parla correntemente il russo e l’italiano, colleziona oggetti rari e, sebbene si esibisca negli anni ’60, suona una musica da camera – e non il Blues. È un film che chiama in questione temi caldi, specialmente in questo difficile momento storico: la discriminazione e l’accettazione sono i due poli attorno a cui gravitano le belle immagini di un’America ridente durante il Boom degli anni ’50/’60,  arricchite da una colonna sonora coinvolgente… Insomma, un’ottima miscela di dettagli interessanti e ben assemblati per la corsa agli Oscar 2019.

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