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The Post: recensione del film di Spielberg con Tom Hanks e Meryl Streep

Steven Spielberg torna al cinema con The Post, raccontando la storia che c’è dietro la pubblicazione dei Pentagon Papers. Per farlo si affida a due attori straordinari come Meryl Streep e Tom Hanks, per la prima volta sul set insieme.

The Post: la sinossi

The Post è la storia che si nasconde dietro la pubblicazione dei Pentagon Papers ad opera del Washington Post ad inizio anni ’70. Si tratta di una serie di documenti top secret del Governo Americano che rivelano strategie e rapporti relativi alla guerra in Vietnam. Kay Graham (Meryl Streep), editrice della testata, e il direttore del quotidiano Ben Bradlee (Tom Hanks) metteranno a rischio la loro carriera con il solo scopo di portare alla luce tutto quello che quattro Presidenti degli Stati Uniti hanno taciuto e insabbiato per anni.

The Post: le nostre impressioni

Non è assolutamente un caso se un regista come Steven Spielberg ha deciso di girare in questo periodo storico un film come The Post. Il ruolo della stampa, che dovrebbe avere nel suo DNA cardini come libertà e indipendenza, è stato messo più volte sotto ‘attacco’ negli ultimi anni dai così detti poteri forti (politica in primis) che puntano l’indice contro il giornalismo (una missione, più che un lavoro) reo, secondo loro, di distorcere la realtà e causare danni all’immagine
pubblica dei personaggi ‘colpiti’. Ma quando alla stampa togli la libertà di The Postfare il suo lavoro, viene meno anche una fetta di quella forma di governo chiamata democrazia. In The Post si percepisce per tutto l’arco di due ore del film che Spielberg sentiva l’esigenza tremenda di dire la sua su questo tema, e lo fa, con la solita maestria che lo ha sempre contraddistinto, raccontando il processo che ha portato alla pubblicazione da parte del Washington Post dei Pentagon Papers.

Cominciamo però a dire cosa non è The Post. Non è un film d’inchiesta. Spielberg non è interessato più di tanto all’indagine che occupa una parte molto marginale nella storia. Non è neanche un film esclusivamente politico (anche se – perdonerete la frase alquanto scontata – tutto è politica). Ma è principalmente un film fatto di conflitti interiori, quelli in cui si ritrovano i giornalisti del Washinghton Post che devono prendere una decisione importante: pubblicare o non pubblicare i documenti sui Pentagon Papers?

The PostDicevamo la libertà. Non solo libertà di stampa ma anche la libertà di slacciarsi da quei vincoli imposti da certe convenzioni sociali dure a morire. E’ il caso dei Kay Graham, il magnifico personaggio interpretato da una straordinaria Meryl Streep. La prima donna ad essere al comando di una delle più importanti case editrici americane in un periodo storico in cui ancora le donne, finita la cena, si alzavano da tavola lasciando gli uomini a discutere di politica mentre loro si accomodavano nel salotto di casa a parlare di quisquilie. Ma la Graham rappresenta appieno tutti gli ideali per i quali i movimenti femministi si battono da anni e ancor di più in questo preciso momento storico: liberarsi da vincoli di subordinazione in quanto donna; da rapporti basati su amicizie importanti; da quel posto che la vedeva in secondo piano pur essendo al vertice della scala gerarchica della sua casa editrice. La Graham è riuscita a rompere queste catene che resistevano nel tempo con il solo scopo di pubblicare sul suo quotidiano i Pentagon Papers. Un personaggio superlativo che il cinema ha finalmente raccontato nel migliore dei modi possibili.

Sono prova di grande cinema anche le scene che vedano insieme il direttore del Washington Post Bradley e l’editrice Graham, con i loro dubbi sul cosa fare o non fare, su quale decisione prendere e le conseguenze che arriveranno dopo la pubblicazione. Notizie che non potranno che provocare un terremoto (proprio come quando viene azionata la rotativa che stampa il quotidiano) ma che la missione del giornalista obbliga a dare in nome di quella libertà che non può ridursi ad un lume di candela, ma che va alimentata per tenerla viva come un grande falò.

The Post

Valutazione globale - 8

8

Un'inno alla libertà

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The Post: giudizio in sintesi

The PostCon The Post Steven Spielberg torna ad un cinema classico ed essenziale raccontando come la redazione del Washington Post riuscì a venire a conoscenza e in seguito a pubblicare sul giornale gli scottanti documenti dei Pentagon Papers. Tom Hanks e Meryl Streep dominano ogni singola scena in cui appaiono, supportati da un cast di prim’ordine (composto da molti attori conosciuti per le più importanti serie tv). Non un film d’inchiesta, ma un film basato su due tipi di libertà: quella della stampa, necessaria, e quella del ruolo della donna ai vertici di un’importante società, rappresentata dall’editrice Kay Graham.

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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