- scheda e trailer
- recensione
DATA USCITA: 27 aprile 2017
GENERE: Thriller
REGIA: James Ponsoldt
ATTORI: Emma Watson, Tom Hanks, Karen Gillan, Bill Paxton, Patton Oswalt, John Boyega, Ellen Wong, Ellar Coltrane, Glenne Headly
NAZIONALITÁ: Stati Uniti
DURATA:
DISTRIBUITO DA: Adler Entertainment
Trama: Appena fa il suo ingresso nella più grande azienda di tecnologia e social media del mondo, The Circle, Mae è incoraggiata dal Fondatore della società Eamon Bailey a rinunciare alla propria privacy e a vivere la sua vita in un regime di trasparenza assoluta. Ma nessuno è veramente al sicuro quando tutti hanno la possibilità di guardare.
Nel 2013 lo scrittore David Eggers idealizzò, in un romanzo distopico intitolato The Circle, un mondo dove un unico strumento social potesse contenere al suo interno tute le nostre identità, tutti i nostri pensieri, tutto le nostre attività di ogni giorno. Addio privacy, benvenuta trasparenza. Tutto sotto gli occhi tutti. Uno strumento per combattere i regimi autoritari e avvicinarsi il più possibile ad un nuovo concetto di democrazia (in) diretta. A James Ponsoldt il compito di trasportare sul grande schermo le quasi 400 pagine del romanzo di Eggers con l’aiuto di Emma Watson e Tom Hanks.
La trama di The Circle
Mae, grazie alla buona pubblicità fattale da un’amica, ottiene un colloquio di lavoro a The Circle, una multinazionale che si occupa di tecnologia e social media. Una volta superatolo, Mae comincia a far carriera e a calarsi perfettamente nel ruolo di circler fino ad accettare, su espressa richiesta dell’istrione Eamon Bailey, capo di The Circle, di essere la prima donna al mondo ad essere trasparente 24 su 24 grazie ad una micro telecamera che riprende la sua vita. Sembra tutto andare per il meglio fin quando uno dei fondatori di TruYou, social da cui è nata la multinazionale, le apre gli occhi sul “lato oscuro” di The Circle.
Un film dal potenziale inespresso…
Ad un certo punto del colloquio che ha con le risorse umane di The Circle, il personaggio di Emma Watson afferma che la cosa che la spaventa di più di se stessa è avere del potenziale e non riuscirlo ad esprimere. Ecco, questa frase sembra racchiudere tutto quello che il film di Ponsoldt poteva essere ma che invece non è riuscito a fare. Un film, appunto, dal potenziale inespresso. Perché se è vero che per internet gli anni equivalgono a secoli, è anche vero che i temi trattati dal libro di Eggers risultano non solo ancora attuali ma molto attinenti alla realtà che stiamo vivendo. Purtroppo, però, The Circle abbozza questi temi e li lascia lì sulla superficie senza approfondirli minimamente. La tanto decantata trasparenza, per Bailey e socio, è solo uno specchietto per le allodole in modo da riuscire a inglobare più dati e interessi possibili su quella determinata persona e quindi monetizzarci sopra con la pubblicità e l’ingenua Mae lo capisce solo grazie all’aiuto del fondatore del social TruYou in lotta col sistema (si, vabbè…). Ci sono accenni anche agli haters che colpiscono lo sfortunato fidanzato di Mae, reo di uccidere cervi per farci dei lampadari, e chiari rimandi alle convention tenute dai guru della Silicon Valley. Tutto questo non trova però il giusto amalgama.
Il film inciampa più volte su se stesso anche quando si concede a delle svolte narrative non tanto comprensibili, come quando Mae prende il kayak in piena notte per una pagaiata dopo aver visto il padre colpito dalla sclerosi multipla (l’ultimo ruolo del compianto Bill Paxton) farsela addosso. O come l’uso maldestro e inefficace dei personaggi di John Boyega, nel ruolo di fondatore di TruYou, e quello di Karen Gillan, l’amica di Mae. Entrambi appaiono e scompaiono dalla scena senza una logica di fondo, con il primo autentico fantasma che gira in incognito nel campus di The Circle e la seconda che a pari passo con l’ascesa di Mae nelle grazie di Bailey diventa sempre più ridicola con una recitazione che si fa via via sempre più macchiettistica.
…e fuori tempo massimo
The Circle sembra volersi avvicinare, riuscendoci malamente, ad un episodio di Black Mirror. La bellissima serie tv creata da Charlie Brooker affronta però i medesimi temi con molta più complessità e introspezione. Così, il film di James Ponsoldt (anche allo script insieme a David Eggers) appare non solo con con quel potenziale inespresso a cui ho fatto già riferimento prima ma anche un tantino fuori tempo massimo.
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