Giornata ricca di stelle e di grandi titoli quella di ieri alla Festa del cinema di Roma. Sono stati presentati Green Book, il film di Peter Farrelly, il primo senza il fratello, con protagonista Viggo Mortensen, il nuovo capitolo della saga Millennium, con Claire Foy nei panni di Lizbeth Salander, e inoltre la diva Sigourney Weaver ha incontrato il pubblico capitolino, pronto ad acclamare la protagonista di cult come Alien e Ghostbusters. Oltre a questi titoli, la giornata è stata allietata dall’omaggio di Jon S. Baird ad una delle coppie comiche più celebri della storia, Stan & Ollie, interpretati rispettivamente da Steve Coogan e John C. Reilly.
Stan & Ollie: sinossi
Il film racconta la tournee britannica del 1953 di Stan Laurel e Oliver Hardy, alias Stanlio e Ollio. I due, dopo un’epoca d’oro che li ha visti imporsi come geni della comicità mondiale, vivono un periodo di crisi. I due vedono il pubblico diminuire sempre più e gli investitori sempre meno interessati alle loro proposte. La tournee britannica darà loro il modo di ritrovare il rapporto con i fan e con il pubblico, ma anche rischierà di incrinare il loro sodalizio per questioni passate irrisolte. Uno spiacevole risvolto li porterà a fermarsi a riflettere e a riscoprire il valore più sacro di questo sodalizio, cioè la loro amicizia.
Stan & Ollie: le nostre impressioni
Il film di Jon S. Baird, ritornato al cinema dopo anni di serie tv, è un dolcissimo omaggio a questa coppia d’oro della comicità mondiale. Lineare, senza particolari sussulti ma godibile, l’opera rispetta lo stile cui i due fuoriclasse della risata ci avevano abituati. Non vi è nulla di eccessivo, di forzato: si sorride con gusto, ci si emoziona nel racconto. Non è un semplice biopic, poichè viene raccontata solo la fase terminale della loro immensa carriera. La scelta risulta vincente: il confronto tra la persona e il personaggio, tra la vita sotto i riflettori e quella lontana dai riflettori, permette allo spettatore di conoscere di più di questi personaggi, di vedere oltre lo schermo, oltre il ruolo, senza però perdere il focus da ciò per cui i due rimarranno immortali.
A rendere tutto ancor più piacevole sono i due protagonisti, perfettamente calati nei rispettivi ruoli. Entrambi sono stati bravi a tirar fuori senza cadere nel caricaturale o nel macchiettistico gli aspetti più intimi e le sfumature dei due personaggi. Da elogiare è il lavoro di Steve Coogan, meno “aiutato” da mezzi tecnici come trucchi, nel dare il giusto aplomb e il giusto equilibrio alla sua interpretazione. Lodevoli sono anche le prove di Nina Arianda e Shirley Henderson, che hanno vestito i panni delle compagne dei due.
Stan & Ollie
valutazione globale
Un piacevole omaggio supportato da ottime prove attoriali
Stan & Ollie: curiosità dal festival
Steve Coogan, che interpreta Stanlio, aveva già lavorato con Pope alla sceneggiatura candidata all’Oscar di Philomena ed ha subito accolto l’idea di Pope di raccontare il loro sodalizio e la loro amicizia attraverso lo spaccato della tournee britannica.
Quella di Jeff è stata una scelta molto intelligente, perché spesso l’errore sta nel cercare di tracciare una biografia raccontando cronologicamente la vita di una persona – sostiene l’attore – Invece è meglio mettere in luce un aspetto specifico della sua esistenza e scoprire molte cose da quello spaccato. Si può cogliere l’umanità in un solo istante.
Secondo la produttrice Faye Ward la non convenzionalità del biopic è la chiave corretta per omaggiare nel migliore dei modi il duo comico e per coinvolgere un pubblico più vasto.“Secondo me era di fondamentale importanza tornare all’omaggio e all’essenza di Laurel e Hardy ed è per questa ragione che non abbiamo fatto un biopic convenzionale. Abbiamo voluto creare un’opera che potesse essere apprezzata sia da un pubblico nuovo che da un pubblico consolidato.
Nonostante Coogan sia stato uno degli ultimi attori considerati per il ruolo di Stanlio, non ha avuto alcun problema a stregare il regista.
Ho conosciuto Steve un pomeriggio a pranzo e mentre chiacchieravamo di Stan Laurel di punto in bianco è diventato Stan, si è messo a fare Stan. Raddrizzandosi dopo essersi chinato a raccogliere il tovagliolo che aveva lasciato cadere ha picchiato la testa sotto il tavolo e mi sono venuti in brividi lungo la schiena. Mi sono detto ‘wow’: in quei brevi istanti, c’era già tutto.
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