Giornata ricca di stelle e di grandi titoli quella di ieri alla Festa del cinema di Roma. Sono stati presentati Green Book, il film di Peter Farrelly, il primo senza il fratello, con protagonista Viggo Mortensen, il nuovo capitolo della saga Millennium, con Claire Foy nei panni di Lizbeth Salander, e inoltre la diva Sigourney Weaver ha incontrato il pubblico capitolino, pronto ad acclamare la protagonista di cult come Alien e Ghostbusters. Oltre a questi titoli, la giornata è stata allietata dall’omaggio di Jon S. Baird ad una delle coppie comiche più celebri della storia, Stan & Ollie, interpretati rispettivamente da Steve Coogan e John C. Reilly.
Stan & Ollie: sinossi

Stan & Ollie: le nostre impressioni

A rendere tutto ancor più piacevole sono i due protagonisti, perfettamente calati nei rispettivi ruoli. Entrambi sono stati bravi a tirar fuori senza cadere nel caricaturale o nel macchiettistico gli aspetti più intimi e le sfumature dei due personaggi. Da elogiare è il lavoro di Steve Coogan, meno “aiutato” da mezzi tecnici come trucchi, nel dare il giusto aplomb e il giusto equilibrio alla sua interpretazione. Lodevoli sono anche le prove di Nina Arianda e Shirley Henderson, che hanno vestito i panni delle compagne dei due.
Stan & Ollie
valutazione globale
Un piacevole omaggio supportato da ottime prove attoriali
Stan & Ollie: curiosità dal festival
Steve Coogan, che interpreta Stanlio, aveva già lavorato con Pope alla sceneggiatura candidata all’Oscar di Philomena ed ha subito accolto l’idea di Pope di raccontare il loro sodalizio e la loro amicizia attraverso lo spaccato della tournee britannica.
Quella di Jeff è stata una scelta molto intelligente, perché spesso l’errore sta nel cercare di tracciare una biografia raccontando cronologicamente la vita di una persona – sostiene l’attore – Invece è meglio mettere in luce un aspetto specifico della sua esistenza e scoprire molte cose da quello spaccato. Si può cogliere l’umanità in un solo istante.

Nonostante Coogan sia stato uno degli ultimi attori considerati per il ruolo di Stanlio, non ha avuto alcun problema a stregare il regista.
Ho conosciuto Steve un pomeriggio a pranzo e mentre chiacchieravamo di Stan Laurel di punto in bianco è diventato Stan, si è messo a fare Stan. Raddrizzandosi dopo essersi chinato a raccogliere il tovagliolo che aveva lasciato cadere ha picchiato la testa sotto il tavolo e mi sono venuti in brividi lungo la schiena. Mi sono detto ‘wow’: in quei brevi istanti, c’era già tutto.
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