- scheda
- recensione
GENERE: Drammatico
PAESE: Ungheria
REGIA: Ildikò Enyedi
CAST: Morcsányi Géza, Alexandra Borbély, Ervin Nagy
SINOSSI:
In un macello di carne bovina di Budapest arriva un’ispettrice della qualità. Il direttore finanziario la nota subito e cerca di stabilire un contatto umano con lei. Pian piano i due cominciano a conoscersi meglio e a venire l’uno incontro all’altra.
Un curioso film ungherese segue l’ouverture di Django: si tratta di On Body and Soul, diretto dalla regista Ildikò Enyedi. Per quanto il film pecchi un po’ di lentezza, gli vanno riconosciuti dei pregi estetici, che danno risalto agli oggetti filmati, per quanto possano essere decisamente disturbanti in molti momenti.
On Body and Soul: di cosa parla
Il film incomincia con l’immagine di due cervi in un bosco innevato, un maschio e una femmina, soli nel silenzio invernale. Inizialmente non capiamo cosa siano quelle sequenze che effettivamente ritornano nel corso del film, che seguono parallelamente la storia dei protagonisti umani. Endre è direttore finanziario di un macello di carne bovina a Budapest. Un giorno nota una ragazza nuova, Maria, mandata nel suo stabilimento per controllare la qualità dei lavori e della carne in sé. La nota, sì, ne è incuriosito, forse è semplicemente timida e rigorosa nel suo mestiere. Tenta dunque di approcciarsi a lei, ma lei risponde con ritrosia. Qualcosa lo spinge ad avvicinarsi a lei, a cercare un contatto verbale con la nuova, misteriosa ed algida arrivata. Ed infatti la sua personalità si dimostra sempre più bizzarra, con comportamenti insoliti. Da un’ispezione della polizia che impone una visita psicologica a tutto il personale emerge un fatto molto singolare: la nuova arrivata e il direttore hanno fatto esattamente lo stesso sogno, entrambi hanno sognato di essere due cervi in un bosco innevato.
Un contrasto stridente
Le sequenze che ritraggono i cervi in libertà sono da subito tramite il montaggio messe in contrasto con delle immagini molto esplicite delle mucche da macello, rinchiuse nei camion l’una attaccata all’altra e costrette ad avanzare verso lo stesso brutale trattamento, di cui non ci vengono risparmiati affatto i particolari. Spazi aperti, incontaminati e silenziosi di una natura incontaminata contrastano fortemente con quelli del macello attraverso la figura degli animali, luoghi angusti, sporchi, pieni di sterco, sangue ed enormi carcasse scuoiate e appese. Sì, buongiorno anche a voi…
Crudezza a parte il parallelo tra il mondo umano violento ed addomesticato dalle regole dell’interazione sociale e quello autentico e selvaggio della foresta con la sua fauna caratteristica è decisamente ben riuscito ed ha sicuramente un grande impatto sul pubblico, in bene e in male.
Una figura bizzarra, una donna strana
Nel corso di On Body and Soul viene ben costruito il personaggio di Maria, la nuova arrivata, insolitamente solitaria e silenziosa. Il lavoro di controllo della qualità risulta essere quello che meglio le
si addice, poiché essa vive la sua esistenza all’insegna delle regole: mania dell’ordine, del pulito, del rispetto del regolamento del proprio lavoro. La sua spostatezza però non le permette di concepire l’eccezione, l’imprevisto, l’interazione sociale, il contatto fisico; non dimostra alcun tipo di emozione, di reazione particolare, tranne un’incredibile memoria esageratamente sviluppata. La sua particolarità crea un divario tra lei e il mondo esterno, un confine che viene valicato soltanto dal direttore, per un motivo inizialmente non ben chiaro. È lui che pian piano l’aiuterà a rientrare nel mondo cui lui stesso appartiene, quello socialmente condiviso, creando un varco attraverso quell’espressione ferma e fredda, tanto da invogliarla ad uscire le stessa da quella bolla di solitudine in cui essa stessa si è rinchiusa.
Un’estetica interessante
On Body and Soul ha delle qualità interessanti, soprattutto a livello visivo ma anche a livello contenutistico al di là della narrazione in sé, frenata da un ritmo un po’ troppo lento in generale. Ma è un film che nella sua serietà fa anche ridere e fa riflettere sul rapporto che una persona fortemente grammaticalizzata può avere con il mondo attuale. Inoltre il trait d’union dei due personaggi è piuttosto apprezzabile nella sua tenera originalità, quello del sogno ricorrente e condiviso. Un buon film da festival, insomma, ma senza grandi picchi emotivi.
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On Body and Soul
Valutazione globale
un film con un suo perché ma poco coinvolgente