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Juliette Binoche presidente di giuria della Berlinale 69

Juliette Binoche presiederà la giuria internazionale della Berlinale 69

L’attrice francese e premio Oscar Juliette Binoche presiederà la giuria internazionale in occasione della 69a edizione della Berlinale, il Berlin International Film Festival.

I commenti di Dieter Kosslick e della Binoche

“Sono davvero contento che Juliette sarà la presidentessa della Jury nel 2019. Il festival ha una forte connessione con lei e sono davvero contento che torni al festival nelle vesti di questo importante ruolo”, ha commentato Dieter Kosslick, direttore della Berlinale.

“Grazie per questo grandissimo onore e per l’invito per la tua ultima Berlinale, caro Dieter, significa moltissimo per me! Non vedo l’ora che giunga questo appuntamento con la giuria al completo e svolgerò i miei compiti con gioia e attenzione”, ha commentato entusiasta Juliette Binoche.

Juliette Binoche: una carriera eclettica e il suo rapporto con la Berlinale

Juliette Binoche è una delle attrici più amate e riconosciute nel mondo, dalla critica e dal pubblico, da cui si è fatta apprezzare in più di 70 film, ottenendo diversi premi e nomination. È stata la prima attrice europea ad essere premiata ai festival come la Berlinale, Venezia e Cannes.

Juliette Binoche presidente di giuria della Berlinale 69Dopo il suo debutto al cinema nel 1983 con Liberty Belle di Pascal Kané, il suo talento è stato scoperto da Jean-Luc Godard nel suo film Je vous salue, Marie del 1984. Il suo primo ruolo da protagonista è arrivato con il film di André Téchiné Rendez-vous  nel 1985, interpretazione che le valse il premio Romy Schneider, il premio istituito dai medi francesi. Ha recitato nel film di Leos CaraxMauvais Sang (The Night is Young, 1986), che è stato portato alla Berlinale del 1987.

Il successo internazionale è però arrivato con il film di Philip Kaufman The Unbearable Lightness of Being (1988), adattamento dall’omonimo romanzo. Da quel momento Juliette Binoche ha continuato a collaborare a produzioni europee e statunitensi. La sua seconda collaborazione con Leos Carax, Les amants du Pont-Neuf (The Lovers On The Bridge, 1991) ha consolidato il suo rapporto con la Berlinale, dove il film fu presentato nella sezione Forum.

Nel 1993 ha vinto la Coppa Volpi e il César per la sua interpretazione in Trois Couleurs: Bleu (Three Colors: Blue) di Krzysztof Kieślowski. Quello stesso anno si è aggiudicata la Berlinale Camera al Festival berlinese. La sua toccante interpretazione in The English Patient (1996, diretto da Anthony Minghella) le è valsa un Orso d’argento, un BAFTA e un Oscar.

INTRATTENIMENTO.EU CONSIGLIA

Nella sua eclettica carriera Juliette Binoche ha avuto modo di collaborare con una grande varietà di artisti illustri, registi e attori. Ha lavorato con Lasse Hallström per il suo film romantico Chocolat (2001), che è stato presentato nel 2001 alla Berlinale Competition e con John Boorman, affianco a Samuel L. Jackson in Country Of My Skull (2004), presentato sempre alla Berlinale Competition.

Nel 2013 ha interpretato il ruolo principale nel film di Bruno Dumont Camille Claudel 1915, selezionato ancora per la Competition. L’ultima sua partecipazione alla Berlinale è avvenuta nel 2015 con Nadie quiere la noce di Isabel Coixet, film d’apertura del festival.

I suoi ultimi lavori sono il nuovo film di Claire Denis High Life e Doubles Vies Olivier Assayas.

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Fonte: Berlinale.de

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