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Luke Cage: recensione della prima stagione della serie Netflix

Luke Cage è il terzo supereroe della Marvel ad approdare a Netflix e, sinceramente, è il più deludente dei tre. Io avevo anche apprezzato il personaggio di Cage nella sua parte in Jessica Jones, ma evidentemente in quella serie, la sua tipicità era un po’ smorzata dalla presenza e dal ruolo della Ritter. Qui invece le ambientazioni, i ritmi, la cupezza più generale non fanno che affossare il suo personaggio, senza dargli il giusto contraltare. Inoltre, anche i villain, troppi, di questa stagione, non riescono a dare quella sferzata che servirebbe alla storia, che con l’andare degli episodi barcolla troppo.

Luke Cage, dell’esasperante lentezza

luke cageVa bene il ritmo compassato, vanno bene queste atmosfere cupe, vanno bene i flashback che ci raccontano tanto, però ad un certo punto diventa tutto troppo; ci sono momenti in cui si vorrebbe spingere proprio fisicamente la storia in avanti, perché sembra arenata in qualche secca ed è lì che si perde a parlarsi addosso. A volte è assolutamente esasperante.

Luke Cage, con l’interpretazione totalmente fisica di Mike Colter, non aiuta a risolvere questi problemi di mancanza di brio, anzi, con le sue lunghe pause, con la sua mancanza di dialogo, spesso accentua ancora di più queste pecche. Poteva essere tutto molto più condensato, ma purtroppo numero di episodi e lunghezza sembrano uno standard fisso per queste trasposizioni su Netflix del MCU, quindi lo si avverte come uno stiracchiamento della storia, portata oltre la sua naturale durata, per motivi puramente di minutaggio.

E dire che di cose ne succedono, se dovessimo andare ad una pura sintesi o a fare un mero elenco degli avvenimenti, il problema quindi non è la quantità, ma lo è l’esecuzione, che condensa gli avvenimenti in poco tempo e dilata il resto in modo abnorme.

Luke Cage, un uomo adatto, ma per un altra storia

luke cageLo riconfermo, il Cage di Colter non è un brutto personaggio, ma ha bisogno di una storia differente incentrata su di lui, con personaggi che siano più adatti a riempire gli spazi che lascia. Per fare un esempio, da quando è entrata in gioco Rosario Dawson, nelle parti in cui è stata inserita, il tutto ne ha tratto beneficio, perché era molto più in linea per essere una partner scenica migliore.

Parlando di partner, non posso non citare lo “Shonda Rhimes alert”, perché alla fine [piccolo spoiler per chi non avesse ancora visto la serie] Luke che era stato con Jessica, poi passa per Misty e alla fine arriva a stare con Claire, che però era già stata con Matt (Daredevil) che poi ha dei mezzi momenti con Karen che però era stata tentata da Foggy, ma potrebbe finire con Frank Castle. Sembra di stare in Gray’s Antomy.

Luke Cage, del villain che non c’è

luke cageIn che senso non c’è? Ce ne sono tanti. Sì, pure troppi. Si inizia con Cornell Stokes, si inserisce Shades, si passa a Mariah Dillard, si toglie Cottonmouth, si mette Diamondback, si creano villain che sono poco credibili e si eliminano in modo banale, non c’è una vera e propria minaccia che aleggia sull’intera stagione, manca un Fisk o un Killgrave, un cattivo che sia magnetico e sfaccettato, mentre troviamo solo cattivi macchiettistici che puntano solo sulla loro maschera di villain senza se e senza ma.

Manca proprio un costrutto del cattivo che non dia solo l’impressione di un cattivo senza chiariscuri, manca forza ad ognuno di questi personaggi.

Come forza manca alla storia, che si tenta di supplire col coinvolgimento del quartiere, ma le cui reazioni sembrano un po’ troppo da reality e buone per dare la svolta che serve, anzichè delle vere e proprie emozioni sincere.

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Luke Cage - Stagione 1

Sceneggiatura
Regia e fotografia
Recitazione

Lento e frustrante

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About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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