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Kidding: la recensione del pilot della serie di Michel Gondry con Jim Carrey

Michel Gondry, dopo l’esperienza del bellissimo Se mi lasci ti cancello (traduzione indegna del titolo originale Eternal Sunshine of the Spotless Mind) si affida al talento di Jim Carrey per costruire il suo nuovo lavoro, la serie TV Kidding, una distribuzione Showtime che si svilupperà in 10 episodi.

Kidding: sinossi

kiddingJeff è un conduttore televisivo di un programma per bambini, noto come Mr. Prickles, un personaggio famoso in tutto il paese (USA) e molto amato dalle famiglie e dai più piccini; nella vita invece è un padre in lutto, la cui famiglia, ad un anno dall’incidente in cui ha perso uno dei suoi figli, si sta sgretolando. Tra una relazione complessa con la moglie dalla quale è difficile separarsi e un rapporto teso con il figlio, Jeff cercherà, a modo suo, di salvare il salvabile.

Kidding: le nostre impressioni

kiddingMichel Gondry, dopo il giocoso e tenero Microbo & Gasolina (2015), torna a raccontare il mondo dell’infanzia a lui molto caro, ma da una prospettiva di un personaggio che ricorda molto da vicino il protagonista de L’arte del sogno (2006). Jeff Prickles è un uomo che deve mascherare il dolore dietro un volto sempre sorridente e positivo che il suo lavoro prevede, senza compromessi. Tuttavia, è difficile fare i conti tra la maschera e i veri sentimenti: se da un lato la sua personalità un po’ infantile per natura e/o per abitudine lavorativa non gli permette di affrontare le difficoltà della vita con quell’atteggiamento previsto dalla performance “padre di famiglia”, dall’altro l’anniversario del lutto familiare lo porta ad interrogarsi sulla qualità del suo lavoro e dei contenuti del suo programma.

È lecito o no parlare ai bambini di certi argomenti molto delicati e tristi? È giusto lasciarli in uno stato di totale innocenza, protetta dalle increspature di una vita ben diversa da quella rassicurante che viene raccontata in TV con grossi peluches e scenografie color pastello? La storia della famiglia della collega Deirdre (Catherine Keener), che viene raccontata parallelamente a quella di Jeff, è una dimostrazione comicamente cruda di come ciò sarebbe effettivamente giusto, ma di come l’imprevisto faccia sì che non sia possibile realizzarlo del tutto. Dietro al semplice capriccio di una bambina che non vuole mangiare la verdura, a volte c’è una motivazione molto più logica di quanto sembri inizialmente.

Nell’atmosfera piuttosto malinconica ed a tratti anche onirica percepibile già nei suoi film, Gondry racconta l’infanzia che un programma televisivo vorrebbe preservare nell’innocenza, un concetto tanto bello quanto fragile alla realtà dei fatti. Allo stesso modo risulta fragile, almeno per ora, anche il personaggio di Jeff, un adulto a metà o che o ha interiorizzato radicalmente il suo lavoro o del suo carattere da bambino un po’ più paziente ne ha fatto un lavoro.

kiddingE ad interpretare un personaggio di questo tipo, a metà tra il giocoso e il drammatico non poteva essere scelta persona migliore di Jim Carrey, quell’attore-personaggio che il cinema e il pubblico hanno col tempo cristallizzato in quella maschera di attore esclusivamente comico/demenziale. Ebbene, se Carrey ha già fatto ricredere i suoi fan con diversi ruoli drammatici interpretati negli ultimi anni, qui il dramma viene perfezionato, reso più fine ed interiore ma senza rinunciare alla plasticità delle sue espressioni, per le quali ormai è più che famoso. Ne risulta un’interpretazione minimale ma ben scolpita e toccante di un padre un po’ inetto che cerca di riprendere in mano diverse situazioni, anche se persino le parole aspre di suo figlio sembrano in grado di prevaricare i suoi buoni intenti, per non parlare della programmazione televisiva molto più tranchant. Simpatico a tal proposito è il rimando al taglio di capelli maldestro per quanto ribelle che avevamo già visto fare ad uno dei due piccoli protagonisti di Microbo & Gasolina.

Kidding

valutazione globale - 7

7

Un racconto agrodolce

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Kidding: giudizio in sintesi

kiddingKidding, l’ultimo lavoro di Michel Gondry, per l’occasione spostatosi sul piccolo schermo, si prospetta dal primo episodio come una serie che rientra perfettamente nella poetica del regista, poiché ritroviamo le stesse atmosfere solo apparentemente ingenue che oscillano tra la comicità e il dramma, tra il ricordo e la malinconia per raccontare la complessità di un mondo fanciullesco. Il protagonista, che per alcuni versi ricorda il protagonista de L’arte del sogno per il suo atteggiamento un po’ ingenuo, è un padre con un approccio alla vita un po’ bambinesco, mentre al contempo i ragazzini che vediamo nel primo episodio si mostrano molto meno “puri” di come li vorrebbe programma edulcorato che Jeff conduce. Kidding, quello scherzo che rompe la serietà della vita, ma che può rompere anche la spontaneità dei rapporti, come quelli che vediamo sfilacciati in questo primo episodio; lo scherzo di un bambino che rompe un vetro, lo scherzo di un adulto che distrugge una cassetta delle lettere, ma anche lo scherzo del destino che manda in frantumi la quotidianità e la vita di alcuni individui. La serie di Michel Gondry si prospetta molto interessante e molto fedele alla sua poetica.

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