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Bong Joon-ho

I 3 film da recuperare di Bong Joon-ho

Tutti lo vogliono. Tutti lo cercano. E’ il regista del momento, e lo sarà anche per gli anni a venire. Stiamo parlando del sudcoreano Bong Joon-ho che pochi giorni fa, al Dolby Theatre di Los Angeles, ha fatto incetta di Oscar (4, per l’esattezza) grazie a quel gran film di Parasite, che gli ha definitivamente aperto – anzi, spalancato – le porte di Hollywood.

Ma Bong Joon-ho è un regista che (chi bazzica i festival lo sa) è conosciuto e apprezzato da tempo tra i cinefili di tutto il mondo. Chi si è approcciato al cinema di Joon-ho solo con Parasite, consigliamo qui di seguito 3 film della sua filmografia da recuperare assolutamente, ricordandovi che nelle sale italiane è uscirà a breve un altro suo film del 2003, Memorie di un assassino.

THE HOST (2006)

Seoul. Un giorno, dalle profondità del fiume Han fuoriesce un terribile mostro che lascia dietro di sé una scia di distruzione e morte. Una bambina viene catturata davanti agli occhi del padre e svanisce nel nulla. La famiglia cerca in tutti modi di salvare la piccola, sfidando il terribile mostro.

Sarebbe riduttivo, financo sbagliato etichettare The Host come un film su mostro che stermina tutto quello che gli capita sottomano, alla stregua di un b-movie di infimo livello. Il mostro c’è, è gigante, fa paura, terrorizza tutta la città e miete vittime. Ma siamo sicuri che non ci siano altri mostri nella società odierna che hanno altre fattezze? Bong Joon-ho mette in scena con grande equilibrio diversi generi (commedia, dramma e disaster movie), calibrando sapientemente i toni. Al di là di qualche lungaggine a metà film, il tutto si risolve con un finale esaltante e inaspettato. Disponibile su Netflix.

MADRE (2009)

Yoon Do-joon è un ragazzo con un deficit mentale. Vive con la madre in una piccolo paese della Corea del Sud. Un giorno il corpo di una studentessa viene ritrovato su una terrazza in una posizione strana gettando nello sconforto tutto il paese. Le prove sono poche e superificiali ma portano subito al ragazzo, tanto che la polizia le ritiene sufficienti per accusarlo di omicidio. L’unica a ritenerlo innocente è la madre che farà di tutto per dimostrare la sua innocenza.

Forse è l’opera più cupa e amara della filmografia del regista sudcoreano, che si dimostra molto abile nel tratteggiare questo ritratto di donna (la madre del protagonista).

SNOWPIERCER (2013)

2031. Dopo il fallimento di un esperimento per contrastare il riscaldamento globale, una vera e propria Era Glaciale stermina tutti gli abitanti del pianeta. Gli unici sopravvissuti sono i viaggiatori che hanno lottato con tutte le loro forze per procurarsi un biglietto ed aggiudicarsi un posto a bordo dello Snowpiercer, un treno ad alta velocità che fa il giro del mondo e che trae energia da un motore in moto perpetuo. Questo treno è l’unico mezzo che garantisce la sopravvivenza, diventando un microcosmo di società umana diviso in classi sociali: i più poveri stipati nelle ultime carrozze; i più ricchi nei lussuosi vagoni anteriori. La difficile convivenza ed i delicati equilibri tra classi non potranno che sfociare inevitabilmente verso lotte e rivoluzioni.

Snowpiercer è il primo film della carriera di Bong Joon-ho con un cast di star hollywoodiane del calibro di Chris Evans, Tilda Swinton, John Hurt e Jamie Bell. Il punto di forza di questo film è dato dal fatto che giocando con il genere della fantascienza, persenta una vastità di significati metaforici. Il treno stesso, che rappresenta la salvezza da un mondo al collasso, è la metafora che la vita continua ad andare avanti, nonostante tutto. Da una parte i ricchi, dall’altra i poveri. Al centro il caos. L’unico modo per trovare un equilibrio e mettere a freno l’anarchia creatasi è il potere, che richiede scelte difficili e complesse. Disponibile su Amazon Prime Video.

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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