Dopo aver vinto l’Orso d’argento a Berlino, L’altro volto della speranza di Aki Kaurismäki aprirà la ventitreesima edizione del Sarajevo Film Festival che si svolgerà dall’11 al 18 agosto.
Di nuovo un film di Kaurismäki ad aprire il Sarajevo Film Festival
L’altro volto della speranza sarà proiettato l’undici agosto al National Theatre e al cinema all’aperto Raiffeisen a Sarajevo. Si tratta del primo lungometraggio del maestro finlandese dopo sei anni dal suo ultimo film, Miracolo a Le Havre, uscito nel 2011.
Il Sarajevo Film Festival descrive il film come il «gemello tematico» appunto di Miracolo a Le Havre, con il quale venne inaugurata la diciassettesima edizione del festival. Sembra dunque che i film del regista finlandese, che tanto ama lavorare con l’incrocio e l’incontro di culture molto diverse, siano molto apprezzati al festival della capitale.
L’altro volto della speranza: un film impegnato ed ironico
Questo film, politicamente impegnato, racconta la storia di Khales, fuggito dalla guerra in Siria per cercare asilo in Finlandia dove incontrerà Wikström, un ristoratore che ha da poco lasciato la moglie alcolizzata. Il film, di cui potete leggere la nostra recensione, è stato accolto con entusiasmo dalla critica e dal pubblico, soprattutto per la leggerezza e la sottile ironia nordica con cui affronta un tema così terribilmente attuale come la guerra in Siria e il flusso di un gran numero di persone in fuga dal paese.
Distribuito da The Match Factory, L’altro volto della speranza, in prima mondiale alla Berlinale, è stato premiato con l’Orso d’argento per il miglior regista.
Un regista conosciuto e premiato
D’altra parte Aki Kaurismäki, oltre alla Berlinale di quest’anno, non è per niente estraneo ai festival del cinema europei. Nel 1990 ha presentato alla mostra del cinema di Venezia Ho affittato un killer, che venne accolto con entusiasmo. Nel 2002 poi viene premiato al Festival di Cannes con il Grand Prix speciale della Giuria per L’uomo senza passato, film che ricevette una nomination agli Oscar come miglior film straniero. Tuttavia il regista non partecipò alla cerimonia come atto di protesta, dichiarando di non voler festeggiare in un paese in stato di guerra.
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Fonte: Variety