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Utopia: David Fincher spiega perché HBO non ha realizzato il remake

Qualche tempo fa si era iniziato a parlare del remake americano di Utopia, bellissima serie britannica dallo stesso nome, di Dennis Kelly, che racconta di un gruppo di persone che diventa ossessionato da una graphic novel e si trova ad essere presa di mira da una misteriosa organizzazione. Poi purtroppo (o per fortuna) il progetto non divenne mai realtà.

Utopia, David Fincher spiega i perché

L’autore di Gone Girl, Gillian Flynn, aveva scritto la sceneggiatura e il cast era stato scelto, con nomi del calibro di Rooney Mara, Colm Feore, Eric McCormack, Dallas Roberts, Jason Ritter e Brandon Scott. La spina è stata staccata apparentemente all’ultimo minuto, prima della produzione, e Fincher dice che tutto è finito per una pura questione economica.

David FincherUtopia era qualcosa che volevo disperatamente fare all’HBO e ero convinto che avessimo davvero dei buoni script e un grande cast e ci stavamo preparando a farlo e improvvisamente il budget è stato decurtato di 9 milioni di dollari. Alla fine, quando effettivamente sei pronto a partire col lavoro, 9 milioni di dollari non sembrano una grande differenza tra ciò che volevamo fare e quello che volevano pagare. Ma quando tagli 9 milioni di dollari su 100, il 10% che perdi non è come perderlo in una produzione cinematografica. In termini di produzione cinematografica, avrai la stessa quantità di autisti, di ragionieri, di costumisti, di stuntmen. L’unica area che dovrà ridursi del 10% è la quantità di tempo che hai con gli attori, ma in televisione non funziona così.”

E sebbene Fincher ammetta che la serie originale costasse molto meno, afferma che stava cercando di portare una cosa diversa sul piccolo schermo con Utopia e, secondo progetto, la serie sarebbe dovuta essere girata in ordine cronologic, doveva il che è più costoso.

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“Chiaramente, era già stato realizzato con meno di 10 milioni di dollari, ma la nostra versione era qualcosa che sarebbe potuta diventare una hit estiva per HBO, differente dalle altre serie estive, in termini di CG o di livello fantascentifico, ma simile in quantità di colpi di scena e svolte narrative. Oltretutto, la serie prevedeva di realizzare set che poi sarebbero stati demoliti, perché è una serie in costante movimento, non è Cheers, che tu crei un bar e poi scrivi alcune pagine di copione che il cast legge entrando in quell’unica location, è tutt’altro.”

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Fonte: Collider

About Andrea Sartor

Cresciuto a pane (ok, anche qualche merendina tipo girella o tegolino... you know what I mean... ) e telefilm stupidi degli anni 80 e 90, il mondo gli cambia con Milch, Weiner, Gilligan, Moffat, Sorkin, Simon e Winter. Ha pianto davanti agli uffici dell'HBO. Sogno nel cassetto: pilotare un Viper biposto con Kara Starbuck Thrace e uscire con Number Six (una a caso, naturalmente). Nutre un profondo rispetto per i ragazzi e le ragazze che lavorano duramente per preparare gli impagabili sottotitoli. Grazie ragazzi, siete splendidi

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