Nonostante Eleven si sia data da fare per distruggere il Demogorgone nella seconda stagione di Stranger Things, pare che il suo personaggio, in base all’idea originale dei fratelli Duffer, sarebbe dovuta morire, ucciso da un mostro del Sottosopra alla fine del primo capitolo dello show. Durante una conferenza tenutasi alla Chapman University, gli showrunners hanno rivelato che Eleven sarebbe dovuta morire alla fine della prima stagione nel tentativo di salvare i suoi amici di Hawkins. Il motivo? Lo show era stato considerato in origine come composto da un solo ciclo di episodi.
Quando Stranger Things era una serie dagli episodi contati
“Forse non dovrei dirlo perché mi piace pensare che fosse tutto già deciso dall’inizio, ma Stranger Things è stata originariamente concepita come uno show composto da una sola stagione. Sembrava plausibile quindi che Eleven morisse sacrificando se stessa per salvare il mondo”, ha dichiarato Ross Duffer.
L’importante comunque è che Eleven sia riuscita a scamparla per salvare di nuovo il mondo nella seconda stagione della serie targata Netflix, che ha chiesto ai Duffer di impostare Stranger Things come uno show a lungo termine. “Ricordo il giorno in cui siamo andati negli uffici Netflix e beh, è stato abbastanza strano quando ci hanno detto di rendere lo show come diviso in più capitoli. Quando ci hanno chiesto come questo potesse essere possibile, ci è sembrato naturale dire ‘vediamo, Will torna dal Sottosopra e non se la passa bene’. Hanno accolto la nostra proposta in maniera più che positiva direi!”, ha aggiunto Ross.
Pericolo scampato
Perciò, se ci sembrava terribile sapere che Eleven era rimasta bloccata nel Sottosopra per un periodo di tempo alla fine della prima stagione di Stranger Things, non ci resta che consolarci con l’idea che poteva andare molto, ma molto, peggio. Sorge però spontanea una domanda: il piano dei fratelli Duffer è quello di uccidere Eleven nell’ultimo episodio in assoluto dello show? La stessa sorte capiterà anche ad un altro personaggio più importante? Non ci resta che aspettare e lanciare l’hashtag #Pray4Steve.
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Fonte: RadioTimes