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The Deuce

The Deuce: recensione del pilot della serie HBO con James Franco

The Deuce era il nome con cui veniva comunemente chiamata tra i ’60 e gli ’80 la 42esima strada del quartiere di Manhattan a New York. Una strada che all’epoca brulicava di una grande varietà di persone: malavitosi, drogati, papponi, prostitute, ecc. Era quel posto dove negli scintillanti anni ’70 cominciò a cadere il grosso tabù che aleggiava intorno al sesso e che dette la spinta definitiva alla nascita dell’industria pornografica americana. Il sesso da quel momento in poi veniva visto, da una parte della società, come un qualcosa di fine a se stesso e non più retaggio di certi credi moralisti e bigotti. Sulla base di queste premesse David Simon, insieme a George Pelecanos, ha imbastito una nuova serie tv in 8 episodi trasmessa dalla HBO intitolata per l’appunto The Deuce.

The Deuce e le similitudini con The Wire

David Simon, per chi mastica serie tv di qualità da diversi anni, è un nome che in fatto di serialità televisiva ha un certo peso specifico. Il suo The Wire è considerato da molti la Serie per eccellenza (fu osannata sia dalla critica che dal pubblico) nonostante siano passati diversi anni da quando venne trasmessa dalla HBO.The Deuce The Wire fu un prodotto atipico per l’epoca in cui andò in onda perché viaggiava su canoni narrativi completamente diversi e inediti per il linguaggio seriale. Non c’era una vera e propria trama di fondo, ma un poco più che percettibile ‘filo invisibile’ (quello, per l’appunto, del titolo) che univa una molteplicità di personaggi che si muovevano per le strade di Baltimora e che si trovavano ad avere a che fare con storie legate alla droga: tossici, poliziotti (corrotti e non), persone comuni, ecc. Simon riprende a piene mani lo schema utilizzato in The Wire per portarlo in questa nuova serie.

Se in The Wire al centro c’era la droga, in The Deuce tutto si muove intorno al sesso. Nella nuova serie di Simon non c’è un vero e proprio protagonista ma anche qui ci troviamo di fronte ad una pluralità di personaggi che frequentano per diversi motivi la 42esima di Manhattan. Ci sono i gemelli Martino, interpretati entrambi da un buon James Franco. L’uno, Vincent, gestisce un bar per conto di un mafioso, lavorando duramente per portare a casa la pagnotta per moglie e figlio; l’altro, Frankie, è dedito al gioco d’azzardo accumulando debiti a non finire e mettendo nei guai il fratello più volte scambiato con lui per la somiglianza fisica. Nella 42esima si muove anche Candy (una bravissima Maggie Gyllenhaal), prostituta che non si avvale della protezione di nessuno, con un figlio cresciuto e mantenuto da sua madre; Abby, una giovane e scaltra studentessa e Lori, una ragazza sbarcata a New York in cerca di fortuna ma caduta subito nelle mani di due protettori del giro della prostituzione.

Viaggio all’inferno

Nel pilot che dura quasi un’ora e mezzo si percepisce immediatamente la mano di David Simon, innanzitutto nella costruzione dei personaggi. Sono tutte anime dannate e avide in cerca di un interesse personale, e se per arrivare a questo tornaconto occorre sporcarsi le mani lavorando per la criminalità organizzata o offrendo le proprie prestazioni sessuali, beh, poco importa. The DeuceNon è un caso se la splendida sigla di The Deuce è un pezzo straordinario di Curtis Mayfield intitolato “If There’s a Hell Below, We’re All Going to Go”, letteralmente “se là sotto c’è un inferno, ci andremo tutti”. Perché sì, non ci sono stinchi di santo a giro e se qualcosa nel mondo va storto il più delle volte è colpa delle meschinità dell’uomo. Non ci sono né buoni né cattivi (questi termini lasciamoli alla religione cristiana), né santi né peccatori, ma soltanto persone portate a compiere delle azioni, giuste o sbagliate che siano, di cui sono del tutto responsabili.

The Deuce ci metterà il suo tempo ad ingranare e ad entrare nel cuore della storia, ovvero la nascita dell’industria pornografica americana. Ma come non rimanere estasiati in questa prima ora e mezza dai bellissimi dialoghi scritti dall’accoppiata Simon – Pelecanos e dalla perfetta ricostruzione della New York anni ’70, in particolare proprio della 42esima strada e di tutti i suoi particolari (le luci, i suoni, il traffico, ecc.) che la rendano unica, affascinante e dannata. Forse, anzi quasi sicuramente ci troviamo davanti ad una signora serie a cui dovremo ben presto trovare un posto di riguardo nell’Olimpo televisivo.

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The Deuce

Valutazione globale - 8.5

8.5

Molto promettente

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About Daniele Marseglia

Ricordo come se fosse oggi la prima volta che misi piede in una sala cinematografica. Era il 1993, film: Jurrasic Park. Da quel momento non ne sono più uscito. Il cinema è la mia droga.

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